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Saranno anche di nicchia, ma i vini prodotti da agricoltura biologica e biodinamica stanno incontrando sempre più l’interesse dei consumatori. Una tendenza da non sottovalutare, anche perché comunque cresce da parte di tutta la società la richiesta di metodi produttivi a basso impatto ambientale. Con Vivit Vinitaly dà a produttori e trader la possibilità di conoscersi meglio, al di là delle ideologie e in nome del buon vino. Lo spazio sarà allestito al 1° piano del Palaexpo, ingresso A in occasione del prossimo vinitaly 2012 presso la fiera di Verona “Con questa iniziativa Vinitaly – spiega Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – coglie la richiesta che viene dal mercato di conoscere meglio i vini da agricoltura biologica e biodinamica. Il nostro approccio, già sperimentato con successo in varie edizioni, ultimo Sparkling Italy nel 2011, mira a dare evidenza a singoli segmenti produttivi con focus dedicati per mettere in contatto con efficacia offerta e domanda”.

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Il dibattito attorno ai vini da agricoltura biologica e biodinamica è in corso già da alcuni anni, perché le tecniche adottate non sono supportate, nella legislazione comunitaria, da regole a cui attenersi lungo tutto il processo di lavorazione. Per questo, dal punto di vista giuridico, si può parlare solo di “vino ottenuto da uve coltivate biologicamente”. Proprio per evitare fraintendimenti su quali vini saranno in esposizione, Vinitaly ha chiesto alle aziende partecipanti a ViVit di sottoscrivere un’autocertificazione molto restrittiva sui metodi di produzione applicati sia in vigneto che in cantina. L’idea che il più grande appuntamento internazionale dedicato al vino, in programma a Verona dal 25 al 28 marzo 2012 (www.vinitaly.com) apra a queste produzioni ha suscitato interesse tra i produttori e sono circa un centinaio le aziende, provenienti dai principali Paesi vitivinicoli, ad aver già aderito all’iniziativa. Secondo il Sinab (Sistema informativo nazionale sull’agricoltura biologica) tra superfici già convertite e quelle in conversione, il biologico in Italia rappresentava nel 2009 poco più del 6% del totale vitato, pari a oltre 43.600 ettari. Le più coinvolte sono le regioni centro-meridionali, mentre tra le regioni grandi produttrici di vini solo la Toscana è interessata con una percentuale rilevante, pari al 10%. Difficile avere, invece, dati precisi sulla viticoltura da agricoltura biodinamica, di territorio o naturali, anche se numerose sono le associazioni attive a livello sovranazionale con un numero di aderenti piccolo, ma significativo

+info: – www.vinitaly.com

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