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La vite ad alberello di uva Zibibbo che caratterizza l’isola di Pantelleria, in Sicilia, entra nella Lista dei patrimoni culturali dell’Umanità. Voto all’unanimità. “Nessun Paese, prima dell’Italia, è mai riuscito ad iscrivere nella Lista una pratica agricola” commenta con soddisfazione da Parigi il comitato che ha proposto la candidatura. “Dopo quattro anni di lavoro ce l’abbiamo fatta! E che grande emozione!”. Così commenta il successo di Pantelleria Pier Luigi Petrillo, autore del dossier di candidatura.

Lo Zibibbo di Pantelleria – tecnicamente il vitigno si chiama Moscato d’Alessandria – ha origini nordafricane e a Pantelleria sarebbe stata introdotta dai Fenici. I terrazzamenti dell’isola in cui viene coltivato hanno invece origini arabe. Oggi lo Zibibbo si coltiva in genere con la tecnica più moderna del “cordone speronato”, ma a Pantelleria viene invece rispettato l’antico uso della vite “ad alberello”. Per ottenere il tenore zuccherino necessario alla produzione dello Zibibbo liquoroso (senza aggiunta di alcool etilico), i grappoli vengono raccolti dopo una sovramaturazione e prima della pigiatura vengono stesi ad asciugare su graticce di legno la cui origine è millenaria. I migliori vini dell’isola sono prodotti seguendo questa antica tradizione, che oggi fa parte del patrimonio Unesco.

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