Dopo Barbaresco e Barolo, il Dolcetto di Diano d’Alba ha ottenuto la la Denominazione di Origine Controllata Certificata. Il via libera alla modifica del Discisplinare è arrivato dal Comitato Nazionale Vini. La menzione Geografica Aggiuntiva è frutto del lavoro del Consorzio di Tutela, con l’approvazione del Consiglio comunale di Diano d’Alba. DOC e DOCG rappresentano garanzie uniformi discendendo dal Regolamento Comunitario applicato in Italia col nome di Piano dei Controlli, ma i vini che si fregiano del riconoscimento di origine garantita vedono riconosciuta la particolare rilevanza storica ed internazionale.
Con la prossima analisi del Disciplinare ‘Langhe’ e di quello che dovrà accorpare i Dolcetti di Dogliani si avvicina il completamento delle modifiche e degli adeguamenti proposti dal Consorzio di Tutela. A giorni è attesa la nuova legge 164 che completa il quadro normativo dei vini a Denominazione e affida ai produttori associati nei loro consorzi i compiti di tutela e promozione all’altezza della situazione attuale. “In Piemonte – scrive il Consorzio di Tutela del Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Roero – disponiamo di molti enti che lavorano nel settore del vino, ma non riusciamo ad esprimere un’azione comune e concordata in grado di penetrare i nuovi mercati. Subiamo la mancanza di una IGT, politiche frammentate e poco efficaci. Per questo lavoreremo ad un coordinamento dei Consorzi, ad un diverso rapporto con le CCIAA e con gli Enti Regionali.”
Il Consorzio albese rinnoverà la Presidenza ed il Consiglio di Amministrazione a marzo per prepararsi alle sfide di tempi non semplici, invitando i propri soci ad essere protagonisti e partecipi. Salgono a 15 le DOCG piemontesi La DOC Dolcetto di Diano D’alba è diventata DOCG, con l’approvazione all’unanimità del Comitato Vitivinicolo Nazionale il 27 gennaio. La DOCG “Dolcetto di Diano d’Alba” o “Diano d’Alba” ha attualmente un superficie di circa 300 ettari con una produzione rivendicata di circa 8000 ettolitri e interessa il territorio del Comune di Diano. Con quest’ultimo riconoscimento la Regione Piemonte porta a 15 le sue DOCG, mentre sono 46 le DOC.
“Si tratta di un riconoscimento importante e atteso – afferma l’Assessore all’Agricoltura Mino Taricco –. Il Dolcetto di Diano era da 30 anni una doc ed ha una storia produttiva e commerciale che trova origine in tempi ancora più lontani. Oggi compie un passo avanti significativo, andando a collocarsi nell’elenco delle nostre eccellenze DOCG, e potrà fregiarsi anche delle menzioni geografiche ‘Sorì’, finora riservate a Barolo e Barbaresco. Si tratta inoltre di un altro importante riconoscimento per la viticoltura dell’albese, dopo la recente approvazione della DOC Alba, un territorio da sempre vocato al turismo enogastronomico che potrà trovare ulteriori elementi di valorizzazione nelle nuove denominazioni. Ricordo che la Regione ha lanciato il progetto di comunicazione e valorizzazione ‘Piemonte AgriQualità’, che abbraccia le produzioni DOC e DOCG, accanto alle DOP, IGP e ad altri prodotti che la Regione stessa andrà a censire e certificare, un progetto che intende comunicare organicamente, con un marchio e un sito web, la qualità dell’agroalimentare piemontese. In questo contesto, mi auguro che campagne di promozione e nuovi riconoscimenti possano sostenere sui mercati un vitigno come il Dolcetto, che insieme al Barbera rappresenta una delle denominazioni più estese in Piemonte.”
+info: www.targatocn.it/it/internal.php?news_code=78792&cat_code=60
INFOFLASH/DOLCETTO DI DIANO D’ALBA
Il “Dolcetto di Diano d’Alba” o “Diano d’Alba” è un vino di colore rosso rubino ottenuto dalle uve provenienti dai vigneti composti dal vitigno “Dolcetto” (100%), in una zona di produzione che comprende l’intero territorio del comune di Diano d’Alba in provincia di cuneo. Le uve destinate alla vinificazione devono assicurare al vino “Dolcetto di Diano d’Alba” o “Diano d’Alba” una gradazione alcoolica complessiva minima naturale di gradi 11 e deve essere immesso al consumo con una grdazioneminima complessiva di 11,5 gradi. Il vino “Dolcetto di Diano d’Alba” che provenga da uve con una gradazione alcoolica complessiva minima naturale non inferiore a gradi 12 e venga immesso al consumo con una gradazione alcoolica complessiva minima di gradi 12,50, qualora venga invecchiato per almeno un anno (a partire dal 1gennaio successivo all’annata di produzione delle uve), può portare in etichetta la menzione “Superiore”.
+INFO: www.langhevini.it –