Federvini esprime profonda preoccupazione per l’annunciata introduzione, da parte dell’amministrazione statunitense, di un dazio del 30% su tutte le merci provenienti dall’Unione Europea, a partire dal 1° agosto. Una misura che viene definita gravissima e ingiustificata, destinata a compromettere un equilibrio fondato su fiducia, dialogo e valori condivisi tra partner storici.
L’export italiano a rischio
Gli Stati Uniti rappresentano un mercato strategico per l’export italiano, in particolare per i prodotti di eccellenza che hanno conquistato la fiducia dei consumatori americani, generando valore economico sia nazionale che transatlantico. L’introduzione di un dazio di questa entità minaccia direttamente la competitività delle imprese italiane, con possibili ripercussioni anche per le controparti statunitensi.
“L’imposizione di un dazio generalizzato del 30% colpisce in modo indiscriminato settori ad alto valore aggiunto, come il nostro”, dichiara Giacomo Ponti, Presidente di Federvini. “È una misura gravissima e ingiustificata, che penalizza non solo i produttori europei, ma anche gli operatori economici americani che fanno parte integrante della nostra filiera commerciale.”
Un sistema economico interconnesso
Federvini sottolinea come le relazioni tra Unione Europea e Stati Uniti siano profondamente interconnesse, specialmente nei settori agroalimentare, distribuzione e ristorazione. Decisioni unilaterali, adottate senza confronto o consultazione, minano il principio di reciprocità del commercio internazionale e possono causare danni duraturi da entrambe le parti.
Il sistema distributivo statunitense, basato su tre livelli – importazione, distribuzione e vendita – trae notevole valore aggiunto dalla presenza dei prodotti europei: per ogni dollaro speso in beni UE di qualità, si attivano fino a 4,50 dollari nell’economia americana, tra occupazione, gettito fiscale e sviluppo del comparto horeca.
“Non si tratta solo di proteggere il nostro export – prosegue Ponti – ma di tutelare un interesse economico comune. Le nostre eccellenze sono parte di un ecosistema economico e culturale condiviso: ostacolarne l’accesso al mercato statunitense significa danneggiare anche le filiere e i lavoratori americani che, da anni, ne sono parte attiva.”
L’Europa risponda con una voce unita
Federvini accoglie con favore l’approccio costruttivo delle istituzioni europee, che hanno ribadito l’importanza del dialogo transatlantico e la necessità di tutelare gli interessi comuni nel rispetto delle regole internazionali.
“È fondamentale – afferma Ponti – che l’Europa si presenti con una voce unita e determinata per tutelare le proprie filiere strategiche e gli operatori economici colpiti da scelte unilaterali e sproporzionate.”
La Federazione chiede dunque una risposta immediata, chiara e coordinata da parte di istituzioni italiane ed europee, per riaprire il dialogo a livello bilaterale e multilaterale, secondo i principi del commercio equo e della cooperazione.
“È in gioco la sopravvivenza di migliaia di imprese e la stabilità di un ecosistema virtuoso che ha generato valore e occupazione su entrambe le sponde dell’Atlantico. Occorre agire subito, con spirito costruttivo, visione strategica e una voce europea forte e coesa”, conclude il Presidente Ponti.
Federvini continuerà a lavorare in sinergia con le autorità italiane, le istituzioni europee e i partner internazionali, per giungere a una soluzione equa, sostenibile e coerente con i principi che da sempre ispirano il rapporto tra Europa e Stati Uniti.


