Ozzy Osbourne ci ha lasciati ieri, 22 luglio 2025, all’età di 76 anni ma in pieno stile Prince of Darkness ha trovato un modo per restare con noi… letteralmente. Pochi giorni prima della sua scomparsa, l’ex frontman dei Black Sabbath ha lanciato una collaborazione unica con il brand americano Liquid Death, mettendo in vendita lattine di iced tea contenenti tracce del suo DNA.
Un ultimo gesto provocatorio, ironico e perfettamente in linea con la leggenda: Ozzy Osbourne è morto, ma il suo DNA è ancora in circolazione. E se la scienza farà il suo corso, chissà, un giorno potremmo davvero rivederlo sul palco… in versione clone.
Liquid Death x Ozzy Osbourne: “Clone me, you bastards”
A giugno 2025, Ozzy ha siglato una partnership con Liquid Death, brand californiano celebre per le sue lattine di acqua e tè freddi dallo stile metal-punk e per le sue campagne marketing dissacranti. L’azienda non è ancora distribuita in Italia, ma negli Stati Uniti ha conquistato il pubblico giovane con prodotti healthy confezionati come se fossero birre artigianali.
Il progetto si chiama “Infinitely Recyclable Ozzy”: dieci lattine di iced tea, bevute e schiacciate dallo stesso Osbourne, sono state sigillate con tracce della sua saliva e messe in vendita a 450 dollari l’una. Ogni lattina è autografata, numerata e accompagnata da un certificato di autenticità.
Il claim promozionale? “Clone me, you bastards” – un invito (semi-serio) a conservare il suo DNA per future repliche. Le lattine sono andate sold out in poche ore, diventando oggetti di culto. Tra i fortunati acquirenti figura anche Travis Barker dei Blink-182.
Gin, vino e 28 galloni di leggenda
La lattina-DNA non è l’unica incursione di Ozzy nel mondo del beverage. Nel 2022 aveva lanciato il suo gin personale: The Ultimate Gin, un London Dry che si è aggiudicato la medaglia d’argento all’IWSC. Aromi di ginepro, agrumi e spezie, con una bottiglia dal look gotico e aggressivo, perfettamente in linea con l’immaginario Osbourniano.
Già nel 2017 era uscito il Solar Red, un vino rosso in edizione limitata, confezionato in una scatola a forma di bara con firma autografa. Un blend californiano di Zinfandel e Syrah pensato per veri collezionisti.
Ma se vogliamo davvero comprendere il rapporto tra Ozzy e le bevande alcoliche, non possiamo ignorare uno degli aneddoti più noti:
“Odio il Natale. Una volta ho ordinato un barile da 28 galloni di alcol [oltre 100 litri, ndr] e l’ho bevuto tutto prima della Vigilia.”
Un eccesso diventato simbolo, come tanti nella sua carriera.
Ozzy, immortale. Anche nel beverage
La trovata con Liquid Death è più di una provocazione: è una strategia di branding estrema, perfettamente in linea con una vita vissuta sopra le righe. Trasformare la propria essenza biologica in oggetto da collezione è qualcosa che solo Ozzy poteva concepire. Il suo spirito continua a vivere in lattina, tra iced tea, DNA e firma originale.
Del resto, non sarebbe la prima volta che corpo e immagine diventano parte dello spettacolo. Nel 1982, durante un concerto, morse la testa a un pipistrello, credendolo finto. L’episodio – divenuto uno dei più celebri nella storia del rock – contribuì a rafforzarne l’aura maledetta e teatrale.
Ma Ozzy non è stato solo oscurità e scandalo. Con il reality The Osbournes (2002–2005), ha mostrato al mondo la sua quotidianità surreale e (dis)funzionale, trasformando la sua famiglia in un fenomeno televisivo planetario. Un’operazione pionieristica che ha anticipato la logica dei social e dell’influencer marketing.
Con il suo stile inconfondibile, Ozzy ha saputo mescolare musica, eccessi e marketing in un mix letale. È andato oltre la leggenda, ha fatto della sua vita un brand totale. E anche dopo la morte, resta infinitamente riciclabile.
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