Nel cuore verde di Firenze, dentro lo storico Giardino Torrigiani – il parco privato più grande d’Europa entro le mura cittadine – c’è una serra che custodisce non solo piante rare, ma anche un cocktail bar e un ristorante tutti da scoprire. Un’estensione naturale della serra stessa, dove botaniche, frutti e radici passano dalle teche di vetro ai bicchieri e ai piatti. Proprio in quest’ottica le Serre Torrigiani, in via Gusciana 27 e quindi a due passi da Porta Romana, hanno appena rinnovato non solo i loro spazi, ma anche i loro due menu e la loro esperienza complessiva.
“In questo restyling abbiamo dedicato grande attenzione alla cura delle piante, valorizzandole non solo come elementi estetici ma come veri e propri alleati naturali del benessere degli spazi” spiega Vanni Torrigiani, socio fondatore delle Serre. “Il nuovo sistema le integra in un processo di assorbimento e trasformazione degli inquinanti, restituendo aria più pulita e riossigenata. In questo modo le piante diventano parte integrante del progetto, coniugando bellezza, funzionalità e sostenibilità ambientale”. Ad accogliere il visitatore, oggi c’è una soglia scenografica che segna il confine tra città e giardino: l’opera site specific di Matteo Baroni, una scultura viva che si intreccia con le botaniche circostanti creando un continuum tra interno ed esterno. Parallelamente, la location interna è stata ripensata da Paolo Nesi con la direzione creativa di Giuseppe Dicecca: materiali naturali, colori morbidi e forme tondeggianti che dialogano con l’ambiente circostante e restituiscono un senso di armonia e leggerezza.

Ma veniamo al bar, cuore pulsante delle Serre, che adesso si presenta come un vero erbario liquido. “Il nuovo menu è interamente ispirato a ciò che la serra e il suo giardino sanno offrirci” ci racconta il Bar Manager Lapo Scacciati mostrandoci il rinnovato bancone in stile liberty. “Piante officinali, alberi da frutto e preziose essenze diventeranno protagoniste delle nostre creazioni, seguendo il ritmo delle stagioni e valorizzando la biodiversità del luogo. Il nostro obiettivo è chiaro: intraprendere un percorso sempre più orientato alla sostenibilità, con scelte green, a km 0, all’insegna dello zero waste”. La drink list si muove su due direttrici. In primis, gli Evergreen, i grandi classici reinterpretati col punto di vista delle Serre: dal Negroni che si veste di nuove sfumature erbacee al Martini essenziale e cristallino, dall’Old Fashioned al rabarbaro fino al Daiquiri fresco e agrumato.

Poi, ecco i Signature, creazioni originali nate dalle botaniche della serra stessa. Due esempi? Albicocca e Cannella, Datterino e Mela, con il suo lollipop homemade, ma pure Rabarbaro, equilibrio di contrasti in cui gin e amaro Fusetti parlano di aperitivo italiano, senza però – elemento comune nella drink list di Scacciati – dare un’eccessiva percezione alcolica. A rendere ulteriormente speciali i cocktail ci pensano le garnish: non semplici decorazioni, ma micro-narrazioni commestibili che amplificano il gesto del bere e si legano intrinsecamente all’ambiente che le circonda. Si va dai fake pomodorini al gel di lampone, dal lollipop di mela fino ai dischi di mango e passion fruit.

La stessa filosofia guida infine la cucina dello chef Mario Castellano, che interpreta il territorio toscano con creatività e rispetto della stagionalità. “Cambiamo il menu seguendo il ritmo delle stagioni” è la promessa dello chef campano delle Serre Torrigiani. “Creiamo nuove ricette con ingredienti freschi, scelti con cura e attenzione alla stagionalità del territorio. Reinterpretiamo la tradizione italiana con tocchi di creatività e contaminazioni fusion, in perfetta sintonia con lo spirito delle Serre”.
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