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La Tenuta Poggio Rosso sta andando avanti nel suo progetto per trasformarsi da classica Azienda Agricola in una a ridotto impatto ambientale con un programma di interventi declinati su più fronti. Pannelli fotovoltaici, coibentazione delle cantine e risparmio di acqua delle falde sono stati i primi interventi. Nella prima fase del programma mirato alla tutela dell’ambiente sui terreni dell’Azienda è stato realizzato un lago artificiale alimentato dalla raccolta delle acque reflue delle zone urbane limitrofe. Le acque, una volta purificate, vengono usate per irrigare parco e giardini senza intaccare la falda acquifera. Poiché il consumo di acqua necessario per la produzione del vino è notevolmente alto, sempre per ridurre sensibilmente il consumo delle falde è stato anche strutturato un sistema idrico che convoglia le acque piovane e ricicla le acque bianche.


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“Dopo aver messo in funzione le strutture per risparmiare l’acqua delle falde -dice Diego Monelli, titolare della Tenuta- abbiamo pensato a come produrre energia rinnovabile, così abbiamo impiantato un sistema di pannelli fotovoltaici di ultima generazione. Otteniamo 40 Kw di potenza che ci garantiscono energia pulita con una drastica riduzione di CO2 nell’atmosfera, pari a Kg. 27.720 in 1 anno, e senza emissioni di scorie inquinanti. L’azienda a questo punto, sotto il profilo dei consumi energetici, è autonoma. In più l’energia in eccesso viene immessa in rete. Tutto questo l’abbiamo ottenuto senza deturpare il paesaggio perché abbiamo mimetizzato i pannelli nel verde dell’oliveta. In un’ulteriore fase di sviluppo del progetto prevediamo di sostituire il parco veicoli (automobili e macchine agricole) con vetture elettriche o che possano essere alimentate con biodiesel”. Inoltre la cantina –per lo stoccaggio dei vini in affinamento e per la riserva storica- è stata coibentata in modo naturale grazie ad un sistema di intercapedini fra le pareti e le pietre di travertino affinché, senza impianti di termo condizionamento, la temperatura si conservi costante, con una variazione di soli 3 gradi tra estate ed inverno. “Il generico richiamo al rispetto delle tradizioni, a volte, può nascondere una dose di pigrizia o, peggio, una mancanza di consapevolezza -prosegue Diego-. Basta poco per cambiare il modello di riferimento a cui ci eravamo fin qui abituati. Quando con la mia famiglia abbiamo scelto di avviare una nuova attività con questa azienda vitivinicola e di trasferirci qui a vivere, lo abbiamo fatto perché desideravamo modificare il nostro stile di vita. Ma “tornare alla natura” non vuol dire “tornare indietro” quanto piuttosto andare avanti, guardando oltre quel che è stato fatto fino ad ora. E oggi la natura deve essere protetta dalle aggressioni delle nostre attività. Siamo consapevoli che produrre vino costa molto all’ambiente in termini di consumo energetico e di acqua. Noi volgiamo alleggerirla da questo impoverimento. Insomma -conclude Diego- alla soddisfazione di produrre vino di qualità si aggiunge quella di poterlo fare con un sistema produttivo che va di pari passo con il profondo rispetto per l’ambiente. Gli investimenti necessari, in fondo, sono più importanti in termini di volontà e consapevolezza che non economici”.

+info: Rosanna Ferraro

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