Palazzo Chigi è stato il teatro di un incontro cruciale tra il Governo e le principali rappresentanze della filiera vitivinicola italiana, volto a definire una campagna di comunicazione istituzionale sul vino e affrontare i temi più urgenti per il comparto, tra cui l’introduzione dei dazi USA al 15% a partire dal 7 agosto.
Una risposta coordinata contro proibizionismo, disinformazione e dazi
All’incontro hanno partecipato il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, il Ministro delle Imprese Adolfo Urso e il Sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato. L’obiettivo: costruire un fronte comune contro la delegittimazione del vino, promuovere il bere consapevole e affrontare sfide strategiche come la difesa del mercato statunitense, che da solo vale 1,9 miliardi di euro nel 2024, pari a quasi un quarto dell’intero export vinicolo italiano.
Federvini ha sottolineato l’urgenza di una narrazione matura, coerente e fondata su basi scientifiche, per riaffermare la natura del vino come bene culturale e simbolo identitario dell’Italia. “Il vino italiano non è un artefatto di consumo: è un codice culturale, un archivio vivente del nostro paesaggio, del nostro lavoro e del nostro tempo”, ha dichiarato il Prof. Piero Mastroberardino, Vicepresidente di Federvini e Coordinatore del Tavolo della Filiera del Vino.
Vinitaly al tavolo con le istituzioni: “Serve una visione corale”
All’incontro ha preso parte anche Vinitaly, rappresentato dal Presidente di Veronafiere Federico Bricolo, che ha espresso la volontà di rafforzare il ruolo della fiera come strumento di politica industriale e commerciale al fianco delle aziende italiane. “Insieme possiamo affrontare le molte sfide attuali, non ultima quella dei dazi negli Stati Uniti”, ha affermato Bricolo, evidenziando la necessità di coordinamento e massa critica per non disperdere risorse e opportunità.
“La promozione del vino all’estero non può prescindere da una visione corale. Vinitaly è pronto a fare la sua parte, al fianco delle aziende e delle politiche nazionali”, ha proseguito, sottolineando il valore strategico delle attività internazionali della fiera, come Vinitaly.USA a Chicago (5-6 ottobre), il ritorno in India a gennaio 2026, e le tappe in Cina e Brasile.
Un patto per promuovere valore, cultura e business
Dalla promozione nei mercati maturi ed emergenti, alla tutela culturale contro pregiudizi e semplificazioni ideologiche, la filiera si compatta attorno a un messaggio condiviso. Come ribadito da Federvini, serve una strategia che coniughi educazione al consumo responsabile, valore economico e narrazione identitaria. Vinitaly si propone come piattaforma unificata per dare forza e voce al vino italiano nel mondo.


