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ACQUA TIONE ha chiesto il concordato preventivo


L’azienda umbra Acqua Tione ha chiesto il concordato preventivo. La richiesta è stata depositata presso il tribunale di Terni dove il giudice adesso dovrà pronunciarsi. La formula di concordato richiesta – concordato preventivo in continuità – prevede una continuità della produzione che farebbe ben sperare, almeno in teoria, sulla ripresa produttiva. La produzione però è essenzialmente ferma da ottobre dello scorso anno. E nei fatti, almeno nei rapporti coi sindacati la società è assente da alcune settimane.

E nei fatti, almeno nei rapporti coi sindacati la società Odessa, proprietaria dello stabilimento è assente da alcune settimane. È per questo che, in attesa che il giudice si pronunci, la Flai Cgil ha chiesto che la Regione convochi nuovamente il tavolo di crisi, in modo da riprendere i contatti con la proprietà e fare il punto sugli impegni da onorare. Da luglio 2013 la produzione delle acque minerali Tione (a Orvieto) e Claudia (ad Anguillara, nel Lazio) era passata sotto il controllo di una società, Odessa per l’appunto, costituita apposta e che aveva rilevato le quote di Sopai, che controllava i due gruppi. Presidente del CDA di Odessa è Alessandro Lucrezio, romano di 52 anni e al suo fianco ci sono Paolo Simoni e Ezio Gallo.

«La società – si erano presentati così – si compone di figure professionali ed imprenditoriali con oltre 20 anni di storia nel campo del polimero; l’obiettivo dichiarato dalla nuova proprietà è di realizzare una sinergia verticale attraverso la capacità di approvvigionamento delle materie prime (Pet), concretizzare accordi sinergici con società leader nel campo della produzione delle preforme; orizzontale per il tramite di accordi commerciali e di produzione veicolati sulla base di rapporti esistenti da anni nel campo delle acque minerali». Ma le cose non sono andate per il verso giusto, tanto che la situazione è precipitata in fretta, fino a giungere sul tavolo del prefetto di Terni, al quale la proprietà aveva garantito di essere pronta a presentare un piano industriale alla Cassa di Risparmio di Orvieto per ottenere il rifinanziamento del debito. La produzione, alla Tione, è ferma da ottobre e per i 23 addetti diretti, ai quali se ne aggiungono almeno altrettanti dell’indotto, la situazione è drammaticamente sfociata nel blocco dei cancelli per evitare che una linea di produzione fosse smontata e portava via a causa del mancato pagamento alla Deutsche Leasing che lamenta il mancato pagamento delle rate.

+info: www.giornaledellumbria.it/article/article157814.html

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