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Bevande Analcoliche

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Sopravvissuti al Covid, oramai assuefatti ai bollettini di guerra, soprattutto quotidianamente alle prese con il carovita, gli italiani si affacciano sul nuovo anno con una inattesa forte tempra emotiva. È l’istantanea degli italiani scattata dalle due survey dell’Ufficio Studi Coop condotte a dicembre 2022; la prima su un campione rappresentativo della popolazione italiana e la seconda sulla community di esperti del portale italiani.coop.

In occasione del Forum Food&Beverage, organizzato da Ambrosetti Club a Bormio il 17 e 18 giugno, è stato presentato un interessante caso aziendale dedicato agli energy drink e, nello specifico, a Red Bull. Di seguito riportiamo il testo integrale dell’intervento.

Secondo recenti ricerche, il mercato dei buoni pasto e degli employee benefit a livello globale è in crescita nel 2022 rispetto allo scorso anno e continuerà a farlo. La digitalizzazione sempre più diffusa traina il settore e apre a nuovi scenari e prodotti, tra cui la nuova smart card Sodexo Multi.

soft drinks sono un comparto strategico del Food&Beverage italiano: 87 imprese produttrici, di cui il 64% costituito da PMI, quasi 3 miliardi di euro di giro d’affari e un’occupazione (diretta e indiretta) di oltre 84.000 addetti. Il settore è stato tuttavia duramente colpito dall’emergenza Covid e l’introduzione della Sugar Tax prevista al 1° gennaio 2022 rischia di provocare nuovi e pesanti effetti sul mercato con evidenti ripercussioni sui valori economici ed occupazioni espressi dall’intera filiera.

Un evento fisico dopo un anno e mezzo di isolamento, ripartire in presenza con un valore simbolico, una spinta per aiutare a immaginare un futuro più tranquillo. Da Bormio dove è in corso il Forum Food&Beverage organizzato da The European House – Ambrosetti insieme a numerosi partner, si traccia lo scenario del settore agroalimentare alle prese con la ripresa. Nel corso della due giorni valtellinese è stata presentata la 5^ edizione del Rapporto denominato “La Roadmap del futuro per il Food&Beverage”.

Sant’Anna

, nonostante la sua giovane età, ha scalato rapidamente il mercato sotto la guida innovatrice del fondatore e presidente Alberto Bertone. Fonti di Vinadio, oggi, è leader nazionale del mercato acque minerale nella GDO ed è tra i best player del mercato bevande analcoliche. Abbiamo incontrato il suo direttore commerciale, Luca Cheri, che ci ha illustrato risultati, strategie e novità del gruppo piemontese.

Il mercato biologico in Europa continua a crescere. Nel 2017, è aumentato di quasi l’11% e ha raggiunto i 37,3 miliardi di euro. Molti dei principali mercati hanno registrato tassi di crescita a due cifre. Questi, in sintesi, i dati presentati al BioFach dall’Istituto di ricerca sull’agricoltura biologica (FiBL), e dall’Agricultural Market Information Company (AMI). La crescita non ha riguardato solo i mercati, ma anche superfici e produttori.

Il valore nutritivo degli alimenti: un approccio innovativo

Fino a oggi, il “potenziale di salute” degli alimenti è stato valutato quasi esclusivamente in base alla loro composizione nutritiva, e le diverse linee guida si sono concentrate per lo più sulla riduzione o l’aumento di singoli nutrienti nella dieta, dando indicazioni sui principi dei quali sarebbe bene incoraggiare il consumo (per esempio fattori vitaminici, minerali, antiossidanti, fibre…) e su quelli che invece sarebbero da limitare (grassi saturi, zuccheri semplici, sale…).

Giovedi 15 febbraio presso la sede di Piazza di Novella 2 Roma, il Censis ha presentato la ricerca sul valore sociale del consumo di acqua minerale. La ricerca è stata presentata da Francesco Maietta Responsabile Area Politiche sociali Censis. Sono intervenuti Marino Niola (Antropologo Università degli Studi Suor Orsola Benincasa), Andrea Fabbri (Coordinatore scientifico Fondazione Acqua), Ivo Ferrario (Direttore comunicazione e relazioni esterne Centromarca) , Massimiliano Dona (Presidente Unione Nazionale Consumatori) ed Ettore Fortuna (Vicepresidente Mineracqua). Moderatore Massimiliano Valerii, Direttore Generale Censis. Di seguito viene riportata la sintesi dei principali risultati della ricerca.

In Italia operano circa 140 stabilimenti di imbottigliamento, che imbottigliano oltre 250 marche diverse di acqua confezionata. Il numero delle fonti e marche riconosciute dal Ministero della Salute è molto più alto, ma in alcuni casi le relative aziende non hanno fatto seguito agli investimenti produttivi, mentre in molti casi le unità produttive sono cessate per problemi tecnici o economici-finanziari.

Il 2015 è stato un anno d’oro per il mercato delle acque minerali in Italia, grazie ad una situazione climatica molto favorevole nella stagione estiva. Per il 2016 la situazione climatica è ritornata a livelli di normalità e pur tuttavia le vendite di acque minerali hanno messo a segno un ulteriore incremento intorno all’1%, portandosi ad un consumo totale di  12.650 milioni di litri, pari ad un consumo pro-capite di 211 litri/anno.  Nel nuovo anno si sta registrando un vero e proprio boom; per il primo semestre  2017 Mineracqua dà una indicazione di crescita addirittura dell’8,7 %.

Coca-Cola è una realtà di primo piano in termini di risorse generate, nel sistema economico italiano e contribuisce a creare occupazione partecipando attivamente allo sviluppo del Paese. È quanto emerge dalla ricerca commissionata da Coca-Cola HBC Italia, e realizzata da SDA Bocconi School of Management, sull’impatto economico e occupazionale di Coca-Cola nel Paese relativo al 2015.

PepsiCo, Inc. (NYSE: PEP) ha annunciato oggi un piano ambizioso di sostenibilità globale finalizzato a favorire la continua crescita del business in linea con le nuove esigenze dei consumatori e della società. Gli sforzi dell’azienda, che puntano a creare una relazione più sana tra cibo e persone, includono obiettivi specifici per il 2025 per continuare a trasformare il portfolio prodotti food e beverage di PepsiCo, contribuire ad un sistema alimentare globale più sostenibile e rendere più prospere le comunità locali.

Gli italiani e il “gusto”: è un ritratto per certi versi inaspettato quello che emerge da una ricerca* commissionata da Coca-Cola (in tutta Europa) per esplorare l’esperienza multi-sensoriale di gustare cibi e bevande, le preferenze e i luoghi comuni. Emerge un ritratto dell’italiano: – Esplorativo – Stagionale – Godereccio – Divulgatore – Frugale

Il mercato delle bevande resta stimolante: evidentemente ormai le classiche varianti di bevande non bastano più al consumatore. In ogni segmento nascono ormai i cosiddetti craft drink. Ecco quindi che, accanto ai grandi gruppi, si vanno affermando sul mercato numerose aziende medie e piccole o piccolissime il cui obiettivo dichiarato è quello di offrire qualità invece che quantità: perché spesso produrre meno significa, infatti, aumentare la qualità. Manca ancora poco all’appuntamento che vedrà il mondo delle bevande europeo riunito a Norimberga per dialogare su tendenze e novità. Dall’8 al 10 novembre gli esperti si incontrano a quello che quest’anno è il salone più importante dedicato ai beni d’investimento dell’industria delle bevande.

Una volta le bevande dovevano essere gustose e dissetanti. Oggi devono anche far bene alla salute, tonificare per il lavoro o lo sport, sollevare il morale, essere prodotte in maniera sostenibile e, non ultimo, avere un gusto esotico o “come una volta”. Da tutte queste richieste nascono sviluppi sul mercato mondiale ai quali i fornitori di bevande, alimenti liquidi e prodotti a base di latte sono chiamati a rispondere.

Con riferimento al totale canali della distribuzione moderna (iper, super, altri negozi a libero servizio e discount) IRI Italia rileva a fine 2015 una forte crescita del 7,4% dei volumi delle vendite annue di acqua minerale in Italia che si sono ora portate a 8.7 miliardi di litri, con un giro d’affari complessivo al consumo di 1,8 miliardi di euro.

L’azienda piemontese, fondata e diretta da Alberto Bertone, è riuscita in pochi anni a conquistare posizioni di leadership nel settore delle acque minerali italiane riuscendo inoltre a diversificare con successo la propria produzione anche nel settore del tè freddo e dei nettari di frutta. Il direttore commerciale dell’azienda, Luca Cheri (cfr foto a lato), spiega in questa intervista a Beverfood.com le linee strategiche di sviluppo e innovazione della propria azienda.

Fonte Plose è una storica azienda familiare nata negli anni 50 dall’intuizione di Giuseppe Fellin che proprio in quegli anni scoprì le straordinarie proprietà delle sorgenti d’acqua che sgorgano dalla fonte situata a 1.870 metri sul livello del mare nel Monte Plose, in Alto Adige, dando il via all’ambizioso progetto di imbottigliare e distribuire un’acqua di eccellente qualità.

Per le aziende che producono e confezionano bevande e alimenti liquidi, la sostenibilità e il design degli imballaggi sono elementi chiave dei processi di riempimento e confezionamento, così come la disponibilità di tecnologie efficienti mirate alla riduzione dei costi. A drinktec 2017, salone internazionale per l’industria delle bevande e degli alimenti liquidi, questi temi verranno presentati in tutte le loro sfaccettature.

Con oltre 800 milioni di fatturato netto nel 2014, di cui il 47% all’esportazione, e buone prospettive di crescita anche per il 2015, la Sanpellegrino, appartenente al gruppo Nestlé, rappresenta l’azienda leader nel settore delle acque minerali in Italia e uno dei più importanti e innovativi competitor nel settore delle bibite analcoliche. Stefano Marini, Business Unit Director del Gruppo Sanpellegrino, illustra in questa intervista i principali risultati, le novità e le linee strategiche di sviluppo dell’azienda.sanpellegrino-slider-expo-_SD-Diamo innanzitutto un’occhiata ai mercati delle bevande analcoliche. Il grande caldo dell’ultima estate dovrebbe aver favorito la ripresa dei consumi delle acque minerali e di tutte le bibite analcoliche gassate e lisce in Italia. Quali sono le vostre valutazioni sui vari mercati in cui operate per l’esercizio in corso?

In effetti il mercato delle acque minerali procede molto positivamente e il grande caldo dell’ultima estate ha senz’altro contribuito. Basti pensare che, secondo i dati IRI, nel periodo giugno/settembre 2015 il risultato è stato di +15,2% in litri, rispetto allo stesso periodo del 2014, per un miglioramento complessivo del +9% ad oggi. Anche il restante beverage analcolico ha avuto un anno in ripresa con una crescita del +4%, ma conferma un andamento più lento rispetto all’acqua minerale.

D-In questo contesto quali sono i principali risultati conseguiti dalla vostra azienda?

I marchi di acqua minerale del Gruppo Sanpellegrino non sono stati da meno e hanno infatti migliorato la propria quota di mercato e confermato la leadership a volume e valore. Tra i nostri brand ha sicuramente primeggiato Levissima nel periodo giugno/settembre e nel formato da 1,5l che nel canale Gdo risulta essere la prima referenza del mercato in termini di volumi e per rotazione settimanale. Inoltre abbiamo recentemente lanciato la nuova imponente campagna di comunicazione di Levissima dove, sullo sfondo dell’iconica montagna pura ed incontaminata, i protagonisti diventano gli “Everyday climbers”, cioè tutti coloro che vogliono superare i loro ostacoli quotidiani spinti dalla loro sete di vita.

D-Le acque minerali, in particolare, sembrano avere tenuto nei periodi di crisi economica e, con la ripresa di quest’anno, fanno un ulteriore passo in avanti nei consumi degli italiani, nonostante il fenomeno, molto pubblicizzato, delle fontanelle pubbliche e le aggressive campagne a favore dell’acqua di rubinetto. Come spiega questo inossidabile attaccamento degli italiani alle acque minerali?

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Sappiamo che gli italiani amano il mangiar bene e il bere bene e sono sempre attenti al gusto e alla qualità di ciò che consumano. È un trend sempre più diffuso, inoltre, leggere l’etichetta per informarsi circa le proprietà e le caratteristiche peculiari di ciascun prodotto. Le acque minerali, per loro definizione provenienti da un giacimento profondo, protetto ed incontaminato, sono imbottigliate pure batteriologicamente all’origine e devono mantenere costante il contenuto dei sali in esse disciolti, cosa che costituisce l’identità di ciascuna acqua minerale e la sua unicità.

Le acque minerali, dunque, non sono tutte uguali e, inoltre, hanno un valore aggiunto che si lega all’importanza della tradizione, molto sentita dagli italiani, cioè l’essere effettivamente Made in Italy, legate al loro territorio di origine e con una fonte assolutamente non esportabile, diversamente da quanto si potrebbe fare con altri prodotti universalmente conosciuti come orgoglio Made in Italy. Da non sottovalutare, inoltre, l’importanza che le fonti termali, da cui provengono alcune acque minerali italiane, hanno per la storia, le tradizioni e l’economia del territorio in cui sono presenti. Questa cultura dell’acqua ci è stata tramandata proprio dai Romani, che per primi hanno compreso e promosso le proprietà termali e salutari.

D_ In Italia c’è stata molta innovazione sulle acque minerali, fondamentalmente sul piano del packaging, sia per promuovere i vari segmenti di consumo, sia per sviluppare soluzioni di packaging più eco-sostenibili. Su questo fronte quali sono i vostri programmi futuri di innovazione, in connessione anche con altri interventi volti a migliorare l’economia e la qualità dei processi d’imbottigliamento e a salvaguardare la qualità ambientale delle sorgenti? La Green Economy può diventare davvero un grande un fattore di traino per lo sviluppo dell’industria dell’imbottigliamento?

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Da sempre Sanpellegrino è impegnato nello studio di imballaggi, processi e tecnologie innovative che rispettino sempre più l’ambiente e il consumatore. Con l’obiettivo di utilizzare un packaging che sia sostenibile, che rispetti l’ambiente ma che garantisca al consumatore gli stessi standard qualitativi, il Gruppo Sanpellegrino porta avanti una serie di progetti che si focalizzano sulla riduzione dei materiali e sul riciclo. Lo scopo è infatti quello di coniugare la sostenibilità con la qualità con la sicurezza del prodotto preservando il ruolo fondamentale della bottiglia: proteggere l’acqua minerale contenuta al suo interno, mantenendo costanti e inalterate caratteristiche importanti come la stabilità, la resistenza, l’impermeabilità.

Da una parte, dunque, puntiamo a ridurre la quantità di plastica utilizzata attraverso la “Lightweighting”, cioè la riduzione del peso di tutte le bottiglie e gli imballaggi. D’altra parte il Centro Ricerca e Sviluppo Nestlé Waters continua a portare avanti studi per produrre una plastica dall’origine più “sostenibile”, proveniente da fonti vegetali. Pensiamo ad esempio al PET con il 30% derivato dalla canna da zucchero che il nostro brand Levissima ha lanciato per primo sul mercato, o ancora all’R-Pet, ovvero la produzione di nuove bottiglie contenenti PET riciclato. Tutto ciò, accompagnato da numerosi progetti che i nostri brand portano avanti in collaborazione con Istituzioni e associazioni per sensibilizzare il consumatore, adulto e bambino, sulle buone pratiche di raccolta differenziata finalizzate al corretto riciclo.

D- La vostra azienda è leader, tra l’altro, nell’esportazione di acque minerali all’estero. Quali sono le vostre cifre del business estero e quali programmi avete per migliorare ulteriormente la vostra presenza sui mercati esteri?

Il Gruppo Sanpellegrino ha chiuso il 2014 con un giro d’affari di 811 milioni di euro, in rialzo del 6,3% rispetto al 2013. A trainare la crescita sono ancora le ottime performance dell’export con un incremento di circa il 14% a volume. Prosegue infatti l’espansione mondiale del Gruppo che, nell’ultimo anno, ha conquistato nuovi mercati, raggiungendo così la quota di 145 paesi sparsi in tutti i continenti. L’export rappresenta il 47% del giro d’affari complessivo.

D- Il mercato delle bibite gassate mostra segni di sofferenza in Italia e nei vari mercati maturi, soprattutto a causa delle critiche che, in modo crescente, vengono fatte a questi prodotti in quanto apportatori di eccesso calorico per l’elevata presenza di zuccheri. Ci vuole chiarire quale è, al riguardo, a posizione del vostro gruppo e in che modo intendete muovervi per venire incontro alle esigenze di un consumo più rassicurante?

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Su questo fronte abbiamo appena presentato una nuova formula per le nostre Bibite Sanpellegrino che sono tornate sul mercato con un nuovo posizionamento, pensato proprio per quei consumatori adulti che sono guidati, nelle scelte d’acquisto, da valori come il gusto, l’origine della materia prima, lo stare in forma, la qualità e l’estetica del prodotto. La nuova ricetta delle Aranciate Sanpellegrino diventa dunque più ricca passando dal 15,6% al 20% di succo e, nel contempo, diminuisce lo zucchero del 10%.

Su binari paralleli, una nuova formula nel segno del wellness ha interessato anche Beltè. La linea di tè freddo del Gruppo Sanpellegrino può infatti vantare il 50% in meno di zucchero e calorie rispetto alla media delle bevande di tè con solo zucchero più vendute. Il giusto bilanciamento tra gusto e riduzione delle calorie si è ottenuto grazie all’introduzione della stevia, un dolcificante di origine naturale valorizzato delle più recenti ricerche scientifiche.

D- La vostra azienda si è di recente distinta nell’innovazione gustativa sia delle bibite gassate classiche alla frutta, sia nel campo degli aperitivi analcolici. Quali sono i primi risultati di questo sforzo innovativo e quali sono i programmi di ulteriore sviluppo in questa direzione?

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Come anticipavo, le Bibite Sanpellegrino sono dal 1932 simbolo di tradizione Made in Italy e ingredienti di qualità. Basti pensare all’ultima novità della gamma lanciata negli scorsi anni: un mix super premium che valorizzava l’origine delle materie prime con i suoi quattro gusti capaci di combinare le specificità e le eccellenze delle diverse regioni italiane: Limoni di Sicilia e Infuso di Menta Piperita del Piemonte, Arance e Fichi d’India di Sicilia, Pompelmi del Mediterraneo e Fiori di Sambuco Italiani e Acqua Tonica con infuso di Scorze di Limone Costa d’Amalfi I.G.P. e zucchero grezzo di canna.

Oggi, le Bibite Sanpellegrino presentano un nuovo posizionamento, con una ricetta più ricca che mette al centro il gusto. La rivoluzione è proprio il passaggio, per le Aranciate, da un contenuto di succo del 15,6% al 20%. Anche la nuova campagna Adv “MERAVIGLIA ITALIANA “ sottolinea il legame con il territorio d’origine, quello straordinario Mediterraneo, i cui colori, sapori e profumi vengono catturati da sempre nella clavetta delle Bibite Sanpellegrino, trasformandosi in un’aranciata dal gusto inimitabile.

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Nell’ambito degli aperitivi analcolici, il brand Sanbittèr è stato sicuramente un grande innovatore. Pur continuando ad essere conosciuto per il suo emblematico Sanbittèr Rosso da 10 cl, la creatività non si è mai fermata ed è nata la gamma Emozioni che ha avuto un grande successo. Il classico Rosso è stato infatti mixato alle spezie, dando vita alla gamma Sanbittèr Emozioni di Spezie, e ai succhi di frutta, tra cui l’ultimo arrivato è Sanbittèr Emozioni di Frutta al Ribes Nero. Veri e propri cocktail Ready to drink, ideali per gustare anche a casa, così come al bar, un cocktail da aperitivo senza bisogno di aggiungere altri ingredienti, senza però escludere la possibilità di utilizzarli nella mixology come base per altri drink firmati da alcuni dei maggiori barman italiani e facili da replicare anche per i consumatori.

Anche Gingerino, il nostro brand di aperitivi legato fortemente al territorio del Triveneto tanto da essere considerato uno dei simboli dei momenti conviviali di ritrovo della popolazione locale prima di pranzo o di cena, ha voluto quest’anno rinnovarsi in questa direzione con Gingerino Mix, un cocktail ready to drink che unisce all’inconfondibile gingerino il gusto dell’arancia e l’aroma vivace del ginseng.

D-A livello del vostro gruppo di appartenenza (Nestlè Waters) il business delle bibite appare del tutto marginale, con l’eccezione appunto dell’Italia. Ci sono programmi per una forte espansione delle vostre bibite italiane in altri Paesi del mondo?

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In realtà le Bibite Sanpellegrino sono già molto apprezzate all’estero. Dal 2000 in poi le Bibite Sanpellegrino sono state esportate anche Oltralpe, con una crescita esponenziale dal 2007 in poi, focalizzata soprattutto in Paesi come Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Germania e Australia.Nel 2014, oltre al successo dell’acqua minerale S.Pellegrino, uno dei simboli più apprezzati nel mondo del fine dining italiano, e della sua compagna Acqua Panna, l’export ha segnato un importante risultato anche per le bibite Sanpellegrino, con un incremento superiore al 15%.

E’ inoltre proseguita l’espansione globale del Gruppo, i cui prodotti nel 2014 hanno conquistato 6 nuovi mercati (Algeria, Dominica, Kyrgyzstan, Mayotte, Venezuela e Virgin Islands) raggiungendo così la quota di 145 Paesi. Nel complesso le esportazioni delle acque minerali S.Pellegrino e Acqua Panna e delle bibite a marchio Sanpellegrino hanno raggiunto il miliardo e 300 milioni di pezzi e rappresentano oggi il 47% del giro d’affari complessivo del Gruppo.

D-. Quali sono le vostre intenzioni nel settore dei succhi di frutta dopo la recente acquisizione della distribuzione in Italia dei succhi Pago del gruppo Granini?

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Continueremo nell’allargamento distributivo dei succhi premium Pago, coerentemente con la nostra missione: lavorare con responsabilità e passione per il benessere di milioni di persone di oggi e di domani, offrendo prodotti di qualità, nel rispetto dell’ambiente e creando valore per la società.

INFOFLASH/SANPELLEGRINO

Sanpellegrino Nestlé Waters Italia è la più grande e significativa realtà nel campo del beverage analcolico in Italia, leader nel mercato italiano delle acque minerali e seconda nel mercato delle bibite. Nel settore delle acque minerali la Sanpellegrino opera innanzitutto con i marchi internazionali S. Pellegrino e Acqua Panna che sono diventati uno dei simboli del Made in Italy, rappresentanti del saper vivere tutto italiano. Il gruppo opera anche i marchi nazionali Lievissima e Nestlè Vera e le acque minerali regionali Recoaro e Nestlè Vera S. Rosalia. La produzione delle acque fa capo a 6 diversi siti produttivi. Sul mercato delle bibite, Sanpellegrino Spa è operativa con i marchi Sanpellegrino (aranciate, limonate e altre bibite gassate), Chinò (chinotti), Sanbitter (aperitivi analcolici), Beltè (tè freddo), Recoaro e Vera. Sanpellegrino Nestlè Waters, in qualità di principale produttore di acqua minerale, è da sempre impegnata per la valorizzazione di questo bene primario per il Pianeta e lavora con responsabilità e passione per garantire a questa risorsa un futuro di qualità. Nel 2014 Sanpellegrino ha fatturato circa 811 milioni di Euro. I suoi prodotti, sono presenti in ca. 130 paesi attraverso filiali e distributori sparsi nei cinque continenti. +INFO: www.sanpellegrino-corporate.it

https://www.youtube.com/watch?v=HA7Ve8tGKUs

SPOT ISTITUZIONALE

Abbiamo incontrato il dott. Pasquale Muraca, fondatore e presidente della società Beverfood.com Edizioni, per fare il punto sugli aspetti economici e strutturali del settore bevande in Italia, con particolare riferimento alla acque minerali. Beverfood.Com Edizioni da oltre 20 anni pubblica l’annuario settoriale Bevitalia, che aggiorna sistematicamente il quadro informativo del settore bevande analcoliche con riguardo a mercati, scenario competitivo, produttori, marche, fornitori specializzati e distributori, oltre a pubblicare giornalmente news e documenti sul settore attraverso il portale delle bevande www.beverfood.com

Con specifico riguardo al settore bibite (lisce gassate + Energy e sport drink) operano in Italia una ottantina di aziende tra produttori diretti, distributori di marche prodotte da copaker e importatori di bevande dall’estero. Il settore tuttavia mostra un’elevata concentrazione. Le prime 4 posizioni (Coca-Cola, San Benedetto, Sanpellegrino, Spumador) nell’assieme assorbono oltre il 70% del totale mercato a volume, mentre le prime 8 posizioni (le precedenti più Pepsico, Ferrero, Campari e Red Bull) assorbono l’88% del totale mercato.

Nel 2013 i consumi italiani di bibite, succhi e altre bevande frutta sono caduti nel complesso di oltre il 6% a volume. Il mercato nazionale di questa categoria di bevande analcoliche è stimabile complessivamente per il 2013 intorno ai 4.250 milioni di litri. Il consumo pro-capite è ora sceso a ca. 71 litri/anno, un valore –questo- che pone il mercato italiano molto al disotto della media dei consumi pro capite dei Paesi UE.

 

In tema di bevande i trend si orientano attualmente verso esigenze dei consumatori quali l’alimentazione sana, la wellness, la genuinità e la qualità. Nel concepire una bevanda di successo va tenuto presente anche l’imballaggio. Anche se la BrauBeviale è un salone dedicato ai beni d’investimento per l’industria delle bevande (ed è il più importante che si tenga quest’anno), è tuttavia influenzata anche dal prodotto finale. Ha luogo a Norimberga dall’11 al 13 novembre e si presenta in una veste nuova: i circa 1.300 espositori e 33.000 visitatori professionali sono attesi da un programma fieristico e da un programma collaterale totalmente rielaborati. Sia il ceto medio che i global player approfittano dell’offerta completa di materie prime, tecnologie, logistica ed idee di marketing, ma al centro dell’attenzione vi sono anche i trend che interessano a livello internazionale le bevande stesse.

La società dal 1960 produce, imbottiglia e distribuisce tutti i prodotti a marchio The Coca-Cola Company. Grazie alla sua struttura organizzativa interna, forte di 200 dipendenti, 93 agenti e al capillare indotto, con una forza lavoro di oltre 1000 persone, dallo stabilimento di Catania ogni giorno partono dai 30 ai 100 autotreni di prodotto che viene consegnato – direttamente o tramite distributori – a circa 32.000 punti vendita dell’intera isola. Sibeg, con una quota di mercato nel canale Modern Trade (GDO) pari a circa il 52,3%, rappresenta uno dei principali attori dello sviluppo e dell’innovazione dell’economia siciliana.

(nella foto l’attuale AD Luca Busi)

La produzione di succhi e nettari pre-confezionati si è originariamente sviluppata nell’ambito dell’industria conserviera con lo scopo di collocare in modo diverso gli esuberi di produzione di frutta fresca non assorbibili dal mercato. Successivamente l’avvento dell’industria dei concentrati da una parte e l’avvento della tecnologia del confezionamento in asettico a lunga conservazione dall’altro, ha visto entrare nel settore numerosi altri produttori e trasformatori. I succhi e nettari hanno ormai conquistato la piena legittimità come bevande, in competizione con gli altri soft drinks, e in questo contesto sono entrati nel settore anche i grandi produttori di bevande analcoliche.

Acqua Sant’Anna Fonti di Vinadio è sicuramente una delle aziende più effervescenti nel settore delle acque minerali e bevande analcoliche in Italia. Il gruppo piemontese ha messo a segno negli ultimi anni una crescita strabiliante e sorprendente, diventando leader per l’acqua minerale nella moderna distribuzione e conquistando subito posizioni di rilievo anche nel settore del tè freddo. Abbiamo intervistato LUCA CHERI, direttore commerciale dell’azienda, che ci ha spiegato le ragioni di questo successo e le strategie di sviluppo per il futuro.

Le aziende che producono e/o distribuiscono succhi e bevande alla frutta in Italia sono una sessantina ma la produzione nazionale è alimentata da pochi grandi produttori: Conserve Italia, Parmalat, Zuegg, La Doria, Fruttagel, ….. Il 16-17% dei volumi di vendite fa, invece, riferimento a importazioni dall’estero, soprattutto l’Austria. Ma nel settore hanno cominciato ad operare anche alcuni produttori tradizionali di acque minerali e bibite ma anche diversi nuovi operatori provenienti dal settore delle verdure e frutta freschi che hanno lanciato nuovi frullati e spremute.

Nel settore delle bibite rinfrescanti operano all’incirca un centinaio di operatori tra produttori diretti e importatori di bibite dall’estero. Il settore tuttavia mostra un’elevata concentrazione tra le aziende del settore. Le prime 4 posizioni (Coca-Cola, Sanpellegrino, San Benedetto, Spumador) nell’assieme assorbono i tre quarti del totale mercato a volume, mentre le prime 8 posizioni (le precedenti più Pepsico, Ferrero, Campari e Red Bull) assorbono il 90% del totale mercato. Altri competitori di minor dimensione esprimono posizioni di rilievo in specifici segmenti settoriali o territoriali

Contrariamente a quanto accade nel settore delle bibite, quello delle acque confezionate è un settore ancora molto frastagliato dal punto di vista produttivo con numerose aziende che operano a livello nazionale o addirittura a carattere locale. Le prime grandi multinazionali ad impegnarsi in questo settore produttivo sono state Nestlè e Danone che entrarono nel settore delle acque minerali verso la fine degli anni ’60, acquistando rispettivamente le fonti francesi Vittel ed Evian. Nel seguito queste due grandi compagnie europee attuarono una strategia di sviluppo internazionale, acquisendo numerose aziende e marchi di acque in tutti i continenti, pervenendo ben presto ad una posizione di leadership planetaria.

Nel mondo del beverage il settore delle bibite analcoliche è quello in cui è più spinta la competizione globale e in cui si registrano i più elevati livelli di concentrazione. Due grandi gruppi, le compagnie americane Coca-Cola e Pepsico, dominano la scena internazionale, posizionandosi quasi sempre nelle prime due posizioni in quasi tutti i più importanti mercati nazionali, con una quota complessiva che generalmente supera il 50% del mercato. Tuttavia il settore è ricco di numerose realtà aziendali che hanno saputo ritagliarsi un proprio ruolo, o a livello specialistico di prodotto o a livello territoriale.

Nel 2012 si sono consumati nel mondo poco più di 238 miliardi di litri di bibite analcoliche pre-confezionate (dati Global Drinks) con un incremento dell’1,7% rispetto al 2011. Le bibite, rispetto alle acque confezionate, soddisfano un bisogno più edonistico di bere analcolico, grazie alla presenza di zuccheri (o edulcoranti) e altre sostanze in grado di dare alla bevanda specifiche connotazioni gustative. Il consumo pro-capite complessivo delle bibite analcoliche si è ora portato a 34 litri/anno, naturalmente con valori molto diversi tra i vari Paesi sia in relazione alla diversa situazione economica, ma anche in funzione di diverse abitudini di consumo.

Oggi a Milano, si sono incontrati alcuni dei massimi esperti del panorama socio-economico nazionale per fare il punto sugli effetti della recessione e sulle previsoni di ripresa, non solo a livello italiano, ma anche mondiale ed europeo. All’incontro hanno preso parte Francesco Daveri, Economista, Emilio Reyneri, Sociologo del Lavoro, Stefano Agostini , Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo Sanpellegrino, e Alessandro Marangoni, Amministratore Delegato di Althesys*. Nel quadro fornito – dove il contesto economico si riflette sul piano sociale, con un calo del benessere e un livello crescente di disoccupazione – emerge prepotentemente la necessità di ridisegnare i modelli economici, puntando sempre più su politiche orientate alla crescita e al contempo alla sostenibilità sociale.

Nell’ambito del settore soft drinks le bevande naturali a base di frutta rappresentano la categoria più nobile, in quanto la presenza significativa di frutta dovrebbe dare al prodotto una migliore connotazione nutrizionale e salutistica. Si tenga conto che una parte dei consumi di succhi avviene con prodotto non confezionato (quindi al di fuori del circuito dell’industria di imbottigliamento); il riferimento è alle spremute di frutta fatte direttamente dai consumatori a casa propria o dai barman nei locali di mescita partendo dalla frutta fresca; queste volumi, in quanto non riferiti a prodotto industriale-imbottigliato non vengono conteggiati nel valore del mercato industriale. In ogni caso bisogna inquadrare il consumo delle bevande fruttuose nel più ampio contesto dei consumi di frutta che possono avvenire per l’appunto in forma liquida (succhi, nettari e fruit drinks) o in forma solida (frutta fresca).

La situazione critica dell’economia ha inciso sull’andamento dei consumi di bibite rinfrescanti nell’ultimo triennio sul mercato italiano: il calo dei volumi ha interessato, anche se in misura diversa, tutti i canali di vendita. L’accentuarsi della crisi economica penalizza evidentemente i consumi di questi prodotti che sono vissuti dagli italiani con una connotazione più voluttuaria rispetto alle altre bevande di base (acque minerali). A fine 2012 i consumi complessivi di bibite rinfrescanti (gassate + lisce) potevano essere valutati complessivamente intorno ai 3.660 milioni di litri con un calo medio del 3,7% rispetto all’anno precedente.

Zuegg è uno dei più importanti gruppi italiani nel settore della trasformazione della frutta con produzione di semilavorati frutta per l’industria, succhi e bevande di frutta e confetture. Oltre che in Italia, il gruppo, di origine alto atesina, ma ora con sede a Verona, è attivo anche con stabilimenti in altri Paesi europei: Germania, Francia e Russia. e con due filiali commerciali in Austria e Svizzera. L’azienda, da sempre appartenuta alla famiglia Zuegg, è ora presieduta e diretta da Oswald Zuegg.

Nel mondo del beverage il settore delle bibite analcoliche è quello in cui è più spinta la competizione globale e in cui si registrano i più elevati livelli di concentrazione. Due grandi gruppi, le compagnie americane Coca-Cola e Pepsico, dominano la scena internazionale, posizionandosi quasi sempre nelle prime due posizioni in quasi tutti i più importanti mercati nazionali, con una quota complessiva che generalmente supera il 50% del mercato. Tuttavia il settore è ricco di numerose realtà aziendali che hanno saputo ritagliarsi un proprio ruolo, o a livello specialistico di prodotto, o a livello territoriale, con alcune realtà che hanno conquistato posizioni di grande rilievo a livello nazionale o anche continentale.

 

Le aziende che producono e/o distribuiscono succhi e bevande alla frutta in Italia sono una sessantina, anche se la produzione nazionale è alimentata da pochi grandi produttori: Conserve Italia, Parmalat, Zuegg, La Doria, Fruttagel, ….. Il 16-17% dei volumi di vendite fa, invece, riferimento a importazioni dall’estero, soprattutto l’Austria. Ma nel settore hanno cominciato ad operare anche alcuni produttori tradizionali di acque minerali e bibite e diversi nuovi operatori provenienti dal settore delle verdure e frutta freschi che hanno lanciato nuovi frullati e spremute. L’offerta si disperde quindi su numerosi operatori, in un mercato che, anche a causa della crisi economica, sta vivendo una congiuntura negativa. Si tenga infine conto che in questo mercato le private label delle GDO hanno un peso molto elevato: oltre il 30% a volume nei canali del retail moderno.

 

La sete mondiale di latte cresce nel vero senso della parola, soprattutto grazie ad alcuni mercati nei quali il latte viene consumato principalmente come bevanda. E cresce di conseguenza l’interesse dell’industria casearia per le tecnologie di processo, riempimento e confezionamento per bevande e alimenti liquidi presentate alla prossima edizione di drinktec, dal 16 al 20 settembre 2013, dove si troverà tutta la gamma di idee e materie prima per bevande innovative. Il salone è ormai da tempo un appuntamento fisso anche per l’industria casearia di tutto il mondo.