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4.894 imprese, più di 36 miliardi di euro di fatturato, con una crescita del +0,3% rispetto al periodo 2013/2014 nonostante una congiuntura economica sfavorevole: sono questi gli ultimi dati sulle dimensioni economiche della cooperazione agroalimentare presentati oggi ad Expo 2015 presso l’Area Lounge Mipaaf in un convegno promosso dall’Osservatorio della Cooperazione Agricola Italiana.

cooperative-fruttaSulla base di un’analisi effettuata su un campione di 386 cooperative “avanzate” effettuata a marzo 2015, è emerso come le cooperative alimentari italiane si approvvigionino di materia prima in maniera privilegiata dai propri soci agricoli, con percentuali che variano dal 71% della zootecnia da carne sino al 88% nel comparto lattiero-caseario e al 89% nell’ortofrutticolo. Risulta quindi saldo il legame con il territorio e la base agricola nazionale, che si traduce in produzioni che sono un’importante espressione del made in Italy alimentare.

Lusinghieri anche i risultati relativi alle esportazioni: nel 2014 la quota di giro d’affari realizzata dalla cooperazione sui mercati esteri è stata di poco inferiore al 17%. Considerando i principali settori cooperativi, la maggiore propensione all’export riguarda il vino (33%) seguito da ortofrutta (23%) e latte (11%). I migliori trend di vendita sui mercati esteri nell’orizzonte temporale 2013/2014 sono messi a segno dalla cooperazione lattiero-casearia (+10,6%), mentre una leggera flessione si registra per vino (-0,7%), causata dal calo di vendite del prodotto sfuso, e dall’ortofrutta (-1,2%), in linea con le tendenze generali del settore.

Trend-ExportTra i prodotti esportati dalle imprese cooperative prevalgono i prodotti a marchio proprio (48%), seguiti da private label (26%) e prodotti finiti senza marchio del produttore (21%). La denominazione di origine si conferma fattore di successo per affermarsi sui mercati esteri: per il settore vitivinicolo la percentuale DOP è di ben il 58% e raggiunge addirittura il 77% per i formaggi. Nell’ortofrutta alle DOP (26%) si affiancano anche le vendite del biologico (6%).

Il principale mercato estero è quello comunitario, ma crescono anche i mercati extra-UE. Questo dato è meno evidente per gli ortofrutticoli, più deperibili, che per l’82% vengono esportati all’interno della UE, oltre a vendite in Svizzera, Norvegia, Russia e Nord Africa, mentre nei settori vitivinicolo e lattiero-caseario la percentuale di prodotto che va sul mercato comunitario scende rispettivamente al 59% e 64% a favore di paesi più lontani. Per il vino sono, infatti, rilevanti le vendite in USA – primo mercato in termini di consumi e importazioni di vino al mondo – in cui viene realizzato 1/4 del fatturato estero del settore; i formaggi italiani, invece, oltre che in Nord America (USA e Canada), si affermano anche in Australia e Medio Oriente. Questo settore raggiunge infatti il maggior numero di mercati esteri, in media 44, contro i 24 dell’ortofrutticolo e 23 del vinicolo.

Analizzando gli investimenti realizzati sui mercati esteri emerge come – per tutti i settori analizzati- essi si siano indirizzati in particolare verso Germania e USA; il vino però sta investendo anche in Cina e l’ortofrutticolo in Nord Africa. Il lattiero-caseario, invece, ha concentrato i propri sforzi su Cina, Emirati Arabi e Brasile.L’analisi delle performance delle cooperative per classe di dimensione conferma, come già rilevato in tutte le precedenti rilevazioni, che i migliori risultati sono stati realizzati dalle cooperative con un fatturato superiore a 40 milioni di euro (+11% fatturato, +4% valore aggiunto e +7% retribuzioni) mentre le imprese cooperative con volume di fatturato inferiore ai 2 milioni di euro registrano trend con segno meno (-11% fatturato, -5% valore aggiunto e -2% retribuzioni).

 

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Ufficio stampa

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