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BIRRA VALE LA PENA: le buone birre prodotte dai detenuti


Birra Vale la Pena è un  progetto di inclusione di detenuti  del carcere romano di Rebibbia . L’idea è dell’associazione “Semi di Libertà” ma  è stata  finanziata dai Ministeri di Giustizia e Istruzione.  Il fine è contrastarne le recidive. La produzione di birra provvede  a sostenere il progetto  ed a renderne stabile il carattere formativo ed inclusivo.

La birra  ”Vale La Pena” è in commercio da un anno  e a fabbricarla, in una scuola messa a disposizione dal MIUR,  l’istituto Agrario Sereni di Roma.  Attratti dall’alto valore sociale dell’iniziativa, partecipano come formatori  alcuni tra i più grandi Birrai italiani da Agostino Arioli (Birrificio Italiano)  a Valter Loverier (Loverbeer), che hanno accettato di  insegnare questa antica arte  a 9 detenuti di Rebibbia ammessi al lavoro esterno.  Oltre che nella formazione  molti grandi birrai si sono alternati nell’impianto,  in un collettivo di talenti birrai, unico esempio in Italia.  Tra questi Leonardo di Vincenzo (Birra del Borgo), Ioan Bratuleanu (Birradamare), Marco Meneghin (Birra Stavio), Luigi “Schigi” D’Amelio (Extraomnes),  Orazio Laudi (Birra Turan), Davide Frosali (Eataly Roma), Paolo Mazzola (BCR).

Le birre  prodotte  per ora sono dodici e hanno nomi ironici come  ”Leg(g)Ale”, “Er Fine Pena”  ”A Piede Libero”.  Dice  Paolo Strano inventore del progetto” ho scelto la birra  perché  è un prodotto  di tendenza che avvicina anche i giovani ed è apprezzata trasversalmente in  tutti gli ambienti sociali.   Se entri nel mondo della birra impari ad apprezzarla perché  è una bevanda con una cultura forte che non è quella dello  sballo, ma quella del gusto della qualità e della competenza.  E poi la birra  va forte:  nel 2011 i microbirrifici artigianali in Italia erano 300, e oggi sono già 900”

+info: www.valelapena.it/

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