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Da “Gruppo Triveneto Torrefattori Caffè” a “Gruppo Italiano Torrefattori Caffè”: lo storico sodalizio nato sessant’anni fa a Padova volta pagina e assume a tutti gli effetti una valenza nazionale. La sua composizione rifletteva di fatto già questa realtà, 48 soci ordinari con sede in Triveneto e 182 sostenitori in tutta Italia, ma si rendeva necessario un riallineamento per rendere conto della crescita e della dimensione sempre più inclusiva che il Gruppo è andato assumendo negli anni. E così è avvenuto, grazie al consenso dei suoi membri, in due momenti, l’ultimo dei quali questo 16 giugno.

Il primo step è avvenuto lo scorso febbraio durante l’Assemblea del GTTC, quando il presidente Giorgio Caballini di Sassoferrato ha portato la questione all’attenzione degli associati. Il tema è stato dibattuto e inquadrato anche nel più ampio contesto delle trasformazioni che ha subito il sistema di rappresentanza di settore a livello italiano. Due realtà consolidate sono recentemente venute meno, il Comitato Italiano Caffè e l’Associazione Italiana Torrefattori, mentre una nuova si è costituita, l’Associazione Italiana Caffè, lasciando in campo come più antica realtà il GTTC.
L’Assemblea si è conclusa con un risultato e una prospettiva per il futuro: a maggioranza è stata approvata la proposta di modificare il nome da “Gruppo Triveneto Torrefattori Caffè” a “Gruppo Italiano Torrefattori Caffè”. Un cambiamento di denominazione a cui però sarebbe dovuto corrispondere anche un ripensamento complessivo della valenza del Gruppo, in primis di alcuni punti del suo Statuto. Un esempio? Finora “socio ordinario” poteva essere riconosciuto solo chi aveva sede in Triveneto, rendendo automaticamente “sostenitore” i soggetti di tutte le altre parti d’Italia.
All’Assemblea del 16 giugno si è discusso proprio di questo: è stata portata all’attenzione dei soci una proposta di revisione dello Statuto, messa a punto da un’apposita commissione, che rendesse coerente la nuova denominazione con l’effettiva natura del sodalizio. Modifiche presentate e approvate all’unanimità dei presenti.
“La valenza del Gruppo ora è a tutti gli effetti italiana – chiarisce il presidente Giorgio Caballini di Sassoferrato -. Finora “socio ordinario” con diritto di voto poteva essere solo il torrefattore con sede nelle Tre Venezie. Adesso non più. Anche gli attuali soci sostenitori o altre torrefazioni italiane non ancora associate potranno diventare nostri soci ordinari facendone domanda al Consiglio direttivo. Contiamo che giungano presto le prime richieste”. Un auspicio che ha trovato immediatamente riscontro e ha potuto esser festeggiato con l’accoglimento della prima richiesta: si tratta della Torrefazione Caffè Krifi, storica realtà di settore con sede a Ferrara.

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