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LA IBG di Buccino (Salerno) inaugura una nuova linea di imbottigliamento per il Chinotto Neri


E’ stata inaugurata a Buccino (SA), la nuova linea di produzione del Chinotto Neri. La bibita uscirà dallo stabilimento della I.B.G. SUD – Industria Bevande Gassate S.P.A, proprietaria del marchio del chinotto. Oltre 12 mila metri quadri al coperto, dotati ora di un innovativo impianto di produzione di energia fotovoltaica della capacità di 1 milione 270 mila kW/h annui, installato su una superficie di 7 mila metri quadri dalla Plc system di Acerra. Il tutto per un risparmio nell’emissione di 673 mila chili di Co2 l’anno. Il Chinotto Neri prodotto a Buccino sarà quindi commercializzato da IBG in tutta Italia, nelle confezioni in vetro e pet da 20 centilitri, 25 e 50 cl, un litro e 1.5 litri. A salutare il primo giorno di produzione erano presenti sia il presidente Rosario Caputo che il direttore generale Angelo Fiorillo.

La nuova linea di imbottigliamento fa seguito alla decisione di inizio anno di chiudere il vecchio stabilimento di Capranica (VT) per concentrare la produzione nel più ampio e moderno stabilimento di Buccino. L’avvio di questa nuova linea, amplia ulteriormente l’offerta nel Sud Italia della IBG con i marchi Pepsi Cola, Gatorade, Lipton e Looza, con un fatturato di circa 100 milioni di Euro. Il Chinotto Neri fu fondata nel 1949 da Pietro Neri, che decise di produrre e lanciare una bevanda dissetante che somigliasse per colore alle bibite statunitensi che giungevano nel dopoguerra in Italia, ma con un sapore originale. Questa bevanda, distribuita in una bottiglia di vetro con il marchio in rilievo ma senza etichetta, era il chinotto (marchio aziendale: Chin8), derivato dalla pianta di chinotto e storicamente legato alla china cinese. Il successo del prodotto fu notevole grazie anche ad una pubblicità creativa che ha fatto storia nel mondo delle bevande. Nei decenni successivi, tuttavia, la popolarità del marchio è andata progressivamente riducendosi ed ora la nuova proprietà punta al rilancio di questa bibita storica

Fonte: corrieredelmezzogiorno.corriere.it

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