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Il caffè ‘buono’ è, banalmente, quello che piace. E tra arabica e robusta, aromatico o forte, i gusti sono gusti. Altra cosa è il caffè di qualità. Conferma Paolo Dalla Corte, titolare con la sorella Elsa di Dalla Corte macchine per espresso: “Per avere un buon espresso è fondamentale la qualità del caffè, insieme agli strumenti per la sua trasformazione (macchina espresso e macinacaffè) e al barista. Quest’ultimo in realtà è la figura più importante, in quanto decide quale miscela acquistare, quale macchina utilizzare e la cura che porrà nella trasformazione del chicco in polvere di caffè e del macinato nel prodotto in tazza”.

Proprio il barista non sempre ha però idee chiare su cosa sia un buon caffè. “Ci sono diverse tendenze, anche discordanti. Da un lato la richiesta di caffè a basso costo, necessariamente sinonimo di bassa qualità, dall’altro la ricerca di prodotti di qualità e di aziende che garantiscano formazione continua e assistenza commerciale e di prodotto”. Aggiunge Ferraioli, fondatore della torrefazione FEIO. “Le innovazioni fondamentali nel processo produttivo sono legate alla diminuzione dell’impatto ambientale del ciclo produttivo e dei materiali utilizzati, e all’utilizzo di macchinari innovativi che garantiscono costanza e qualità del prodotto, soprattutto nella fase di confezionamento, per una corretta conservazione”.

Dunque, troveremo sempre la stessa tazzina al bar nella bella stagione prossima a venire? Non proprio, o non solo. Nuovi protagonisti sono entrati nel settore secondo Simone Cavallo, Direttore Generale di Kimbo S.p.A. “Nell’Ho.Re.Ca. i caffè aromatizzati rappresentano un segmento in forte crescita: più del 70% dei gestori di bar li offre ai propri clienti, il 30% dei consumatori chiede caffè al ginseng mentre il 10% consuma orzo espresso. In vista dell’estate poi abbiamo proposto una crema fredda al caffè dove la cremosità si accompagna al gusto dell’espresso napoletano, per un’esperienza sensoriale unica. La crema è disponibile in tre varianti: crema classica, crema espresso e crema cappuccino”.

Un altro trend è individuato da Umberto Urbano, Managing Director Miscela D’Oro: “Oggi c’è la tendenza a far riferimento a torrefattori locali, in base alla teoria del caffè appena tostato e gourmet”. Entrando in un bar potrebbe anche capitarvi di assistere a una vera rivoluzione copernicana, con la macchina del caffè che invece che dal retro del mobile bar passa sul bancone. “In questo modo il consumatore si sente più partecipe dell’esperienza dell’espresso, ne sperimenta ‘dal vivo’ la preparazione vivendo la macchina come un elemento qualificante dell’esperienza-bar e non solo come uno strumento” spiega Luigi Morello, SCAE Director/Event Committee Chair SCAE -Speciality Coffee Association of Europe.

FONTE: www.host.fieramilano.it/news DEL 27.05-14

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