Erano trascorsi esattamente 240 anni dalla nascita della Distilleria Nardini quando, nel 2019 Michele Viscidi, settima generazione della famiglia, assunse la carica di amministratore delegato dell’azienda che detiene il più antico marchio di grappa. Un momento delicato: il settore dei distillati tradizionali stava vivendo un lento declino sul mercato nazionale, schiacciato da mutati stili di consumo e da una crescente concorrenza internazionale. Ma Viscidi porta con sé una visione chiara: rilanciare Nardini partendo dalle sue radici ma aprendola a un nuovo ciclo di sviluppo.
Il suo approccio strategico è netto, concreto, multilivello. Nei primi due anni di mandato, avvia un ambizioso piano di riposizionamento che coinvolge tutte le 18 referenze principali, attraverso un repackaging completo, volto a valorizzare il prodotto anche sul piano visivo e percettivo. La nuova immagine di Nardini non rinnega la tradizione, ma la riveste di contemporaneità: colori puliti, forme essenziali, etichette pensate per dialogare con bartender e ristoratori.
Parallelamente, Viscidi rafforza l’investimento in marketing e comunicazione, portandolo a rappresentare circa il 15% del fatturato: una scelta in controtendenza rispetto al profilo tradizionalmente sobrio dell’azienda.
I risultati non tardano ad arrivare. Dal 2019 al 2024 il fatturato cresce del 37%, superando i 13 milioni di euro, con una forte spinta sull’export, che arriva a rappresentare il 30% delle vendite. In parallelo, la composizione del portafoglio si diversifica: se la grappa resta il cuore dell’attività, con circa il 50-60% del giro d’affari, il segmento dei liquori e aperitivi (“non distillati”) raggiunge il 40%, grazie al successo di prodotti come l’Acqua di Cedro e al rilancio di bitter e amari storici.
Nel 2025, sotto la guida di Viscidi, Nardini compie una mossa strategica di rilievo acquisendo Domenis 1898, altra storica distilleria friulana. L’operazione rafforza la presenza del gruppo nel segmento premium e amplia il presidio su nuovi mercati e canali, soprattutto on-trade.
Tre domande a Michele Viscidi
- Un marchio storico rileva un altro marchio storico: siamo alla creazione di una “grappa collection”?
«La visione strategica di Distilleria Nardini prevede una crescita strutturata del gruppo, sia organica che per linee esterne. L’acquisizione di Domenis 1898 si inserisce in questo percorso come occasione concreta per rafforzare il nostro posizionamento nel mercato, attraverso l’integrazione di un marchio solido e riconosciuto».
- È un modo fantastico per provare che tu credi nella grappa, ma dopo che alla nostra acquavite di bandiera abbiamo regalato un profilo sensoriale superiore, distillerie che sono dei veri templi, come possiamo farla tornare nei calici degli italiani e del mondo intero?
«Possiamo dire, fuor di retorica, che la grappa ha tutto: regala edonismo, cultura e narrazione. È oggi tutelata sul piano della denominazione e ha un Consorzio Nazionale efficiente. Il suo risorgimento passa esclusivamente nel trasferimento dei valori di cui è portatrice alla mente degli utenti raccontando in modo coinvolgente e simpatico come risalire dalla percezione ai processi di produzione, all’unicità rappresentata dalla distillazione di una materia prima solida che proviene unicamente da vigneti italiani ed è distillata mediante impianti ubicati sul territorio nazionale. Ecco, se questi sono i concetti di base occorre solo trovare i modi per trasferirli attraverso eventi ludici e senza la pesantezza della retorica che molte volte distingue la sua presentazione».
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- Per esempio attraverso la mixology?
«La grappa nel bere miscelato è un tasto delicato. Sicuramente non è da scartare: con la grappa si fanno cocktails eccezionali e non c’è nulla di meglio che proporli negli eventi per suscitare curiosità e interesse. Ma per diversi motivi – e la storia lo dimostra – non sarebbe saggio farsi illusioni che la grappa possa scorrere a fiumi in questo canale. Facciamo piuttosto dei piani seri nell’ambito del Consorzio Nazionale Grappa, anche generando commissioni interne, per trasferire la correlazione tra caratteristiche sensoriali e vie di produzione. La distillazione è magia e può fare delle magie impensabili».
FONTE: www.grappanews.com






