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La ruota del commercio gira senza soste e genera continue mutazioni. Ciò vale in modo particolare per il settore alimentare: nuovi formati di vendita entrano con successo nell’arena competitiva grazie ai loro prezzi più bassi a fronte di una qualità accresciuta. I nuovi ingressi tolgono spazio alle vecchie formule, puntando su maggiore efficienza, sulla superiore capacità di interpretare le esigenze dei loro clienti. Ciò che è già accaduto all’estero sta per accadere in Italia: i quick restaurant, i piccoli outlet multifunzionali si accaparrano una parte crescente delle preferenze dei consumatori e del budget di spesa delle famiglie. Su questo scenario è stata realizzata la ricerca su Faster food e Quicker Service a cura di Daniele Tirelli (vedi foto)

Il valore reale dei generi alimentari consumati presso le loro abitazioni dagli Italiani è diminuito in 36 anni dell’iperbolica cifra di 3.382 miliardi di Euro attualizzati. A godere di questa trasformazione epocale della propensione ad acquistare degli italiani sono stati, tra gli altri settori, anche quelli dei consumi fuori casa e dei pubblici esercizi, la cui spesa reale è oggi pari a 2 volte e mezzo quella del 1970. I consumi alimentari fuori casa, in barba alla crisi, tendono ad accelerare. “Si tratta di un fenomeno comune a tutti i paesi occidentali – spiega Daniele Tirelli (Presidente di Popai Italia) – e la distribuzione al dettaglio negli Stati Uniti, prima tra tutte, ne ha preso atto da tempo. Le catene all’avanguardia che hanno saputo resistere al rullo compressore dei discount hanno puntato quindi sulla componente a più alto valore aggiunto nella loro offerta. Wegman’s, Publix, Albertson’s, HEB, e i tanti piccoli indipendenti hanno creduto nella strategia del Fast (Good) Food e del Quick Service cambiando i layout dei punti di vendita, inserendo beni ad elevato contenuto di servizio, primi fra tutti gli elaborati freschi e la gastronomia”.

A partire da queste considerazioni nasce l’originale iniziativa di SAPORE 2010 ha affidato al Prof. Daniele Tirelli il compito di perlustrare questi scenari mutevoli dei consumi alimentari.Il risultato è Faster Food & Quicker Service, un’indagine dalla metodologia innovativa e mai realizzata prima in Italia. A 1214 italiani, campione rappresentativo della popolazione italiana, è stato sottoposto un tour virtuale in due locali pubblici ancora non presenti in Italia.

Primo Tour: UWINK, IL RISTORANTE DIGITALE CHE PRATICA IL FOOD-ENTAINMENT

Sui tavoli ci sono degli schermi interattivi a disposizione del cliente – Prevede la possibilità di pagare direttamente passando la carta di credito nel lettore a fianco dello schermo – Il menu (traducibile in 10 lingue) è sfogliabile toccando lo schermo con relative ordinazioni – Sullo schermo sono disponibili conoscenze su ingredienti, calorie e preparazione dei piatti – Vengono presentati i piatti speciali del giorno e le novità – Si accumulano punti sulla carta fedeltà del supermercato preferito – In attesa dei piatti, vi è la possibilità di giocare e navigare su internet dallo schermo sul tavolo – Sono previsti sconti per chi ritira dalla cucina il piatto invece di ‘utilizzare’ il cameriere.

Di fronte ad una proposta del genere, il 91,4% degli italiani ritiene molto/abbastanza interessante un locale così congegnato. Il 90,9% certamente/quasi certamente lo frequenterebbe. Per il 92% una proposta del genere supera quella del tradizionale self service. Se una proposta così organizzata fosse presente all’interno del supermercato di fiducia, l’86% del campione sarebbe soddisfatto di poter provare i prodotti prima di acquistare. L’82,7% del campione preferisce un ristorante digitale alla tradizionale proposta di pizzette ecc. dei bar presenti nei supermercati. A testimonianza di quanto l’innovazione possa premiare, si può dire che un locale del genere sarebbe ben voluto anche al di fuori dei centri commerciali (69,7%). Altri luoghi proponibili sono il centro città (57,3%), aeroporti (50,9%), stazioni ferroviarie (41,5%) e lungo le autostrade (35,8%). Con una qualità di piatti mediamente soddisfacente, per un pranzo composto da pasta condita, secondo di carne, contorno, pane e bevanda, gli italiani sarebbero disposti ad una spesa fino a 10 euro (29,1%), 12 euro (32,9%), 14 euro (19%), 16 euro (9,9%) e gli altri a salire.

Una ristorazione così automatizzata non è ancora presente in Italia, dove la tecnologia è utilizzata prevalentemente nella gestione degli ordini e quindi non è disponibile al cliente. In Europa ci sono invece alcune realtà interessanti. A Norimberga si trova ‘s Baggers un ristorante con touch screen posizionati su ogni tavolo per ordini e pagamenti e una rete di binari in acciaio che grazie alla forza di gravità trasporta i piatti sui tavoli. Il personale di sala c’è ma è dedito solo al ricevimento degli ospiti e alla spiegazione del funzionamento del sistema. A Londra si trova Inamo, ristorante con tavoli touchscreen dove è possibile ordinare premendo la rappresentazione della pietanza sul tavolo, si può avere un’anteprima visuale della portata proiettata nel piatto, conoscere gli ingredienti, conoscere i tempi di attesa e di cottura delle portate nonché richiedere il conto. Tutto in un touch. Ma ci sono esempi anche dove il ristorante perde la sua connotazione fisica e diventa una grande piattaforma interattiva e navigabile come GoMobo dove l’utente seleziona dal telefono il ristorante, scarica il menu, lancia l’ordine e paga.

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Secondo Tour: GASTRONOMIA FRESCA ED ELABORATA

La seconda proposta della ricerca riguarda un punto di ristoro simile a quello precedente ma all’interno di un Ipermercato che vuole offrire gli stessi prodotti caldi presenti di solito nel banco della gastronomia. Per l’87,1% degli italiani la proposta sarebbe molto/abbastanza interessante. Se fosse arricchito da un banco di succhi di frutta e di verdure di prima qualità appena spremuti, il 64,7% ne approfitterebbe. Egualmente gradite sarebbero le zuppe calde e i piatti pronti come pollo e pesce arrosto da portare a casa o da consumare sul posto. Solo il 3% degli intervistati rifiuta l’idea di visitare un simile punto di vendita virtuale. In conclusione, il pubblico si divide attorno ad una questione cruciale: di fronte al dilemma “forti sconti o maggior servizio” il 47% afferma di privilegiare il servizio ai prezzi bassi senza servizio. Infine quale catena viene giudica pronta o incline a questo genere di innovazione? Tra tutte emerge l’insegna Auchan giudicata come la più innovativa in questo campo.

La ricerca è di proprietà di Rimini Fiera SpA e Popai Italia. L’indagine è stata compiuta da Smart Research su un panel internet di 1214 cittadini italiani, rappresentativi della popolazione italiana (18-55 anni). Data interviste: Gennaio 2010.+ info: www.saporerimini.it

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