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Sostenibilità, ecco perché 32 Via dei Birrai è all’avanguardia


Qualcuno già inizia, giustamente, a parlare di sustainability washing e si riferisce alle tante aziende che s’inventano a tavolino un’anima ecologica che non è davvero parte della loro identità. Così, è fondamentale oggi raccontare con molto scrupolo chi sulla strada di un migliore rapporto con l’ambiente s’è incamminato da tempo, con convinzione, e può portare risultati concreti e certificati. Come, ad esempio, 32 Via dei Birrai.

32 Via dei Birrai – l’azienda che, fondata nel 2006 a Pederobba (Treviso), si caratterizza per il binomio vincente costituito dalla qualità artigianale del prodotto e dall’approccio di stampo industriale che garantisce un perfetto controllo dei processi di produzione della birra, dunque uno standard costante – non si è fatta trovare impreparata nemmeno sul fronte della sostenibilità. Che, infatti, è un topic di 32 da diversi anni: altrimenti non si spiegherebbero, intanto, le molte attestazioni conquistate, come il “bollino” ISO 9001 di DNV, che assicura l’elevata qualità dell’iter aziendale in ogni suo singolo settore, garantendo la rilevanza del metodo per tracciare ogni operazione. E ancora: la certificazione NO OGM che garantisce la totale assenza di contaminazione da OGM nelle materie prime, a partire dal luppolo di qualità altissima, grazie al quale 32 Via dei Birrai nel 2013 è stato il primo birrificio non belga a potersi fregiare del prestigioso riconoscimento Houblon Belge.

Dolomiti Energia garantisce inoltre, con un proprio specifico riconoscimento, che l’azienda sia 100% energia pulita, ossia certificata proveniente da fonti rinnovabili, e che tutta questa filiera produttiva si basi su logiche ecocompatibili. A Pederobba sono pragmatici e preferiscono fornire una cifra: «Ci arriva un report annuale che attesta quanta Co2 abbiamo evitato di emettere, attraverso l’utilizzo di sola energia verde. Siamo sulle 27-28 tonnellate».

Per quanto riguarda il vetro, 32 ha scelto Verallia, da sempre impegnata a soddisfare le istanze più attuali in termini di sostenibilità (lo scorso anno una classifica dell’Istituto Tedesco Qualità e Finanza sulle aziende green l’ha collocata al terzo posto assoluto nel segmento “specialisti del packaging”). Dunque la bottiglia del birrificio trevigiano è diventato un oggetto comunicante non solo per i valori del brand, ma anche per l’impegno ambientale dello stesso: sulla spalla è impresso un segno distintivo che racchiude tutti i valori del vetro, “glass hallmark”, a promuoverlo è stata nel 2020 la Feve, Federazione europea dei produttori di imballaggi in vetro. Uno sforzo collaborativo durato un anno tra industria, designer e consumatori ha portato insomma a creare un simbolo riconoscibile “a colpo d’occhio” e rappresentativo delle qualità di un contenitore in vetro: sicurezza alimentare, sterilizzabilità, perfetta conservazione di liquidi e alimenti. Fino al suo riciclo totale e infinito, che gli permette di rinascere in un altro contenitore senza alcuna perdita di qualità e senza rischi sulla salute.

BIRRA32 VIA DEI BIRRAI

 

Sostenibilità etica, sociale e ambientale sono da sempre alla base della filiera produttiva di 32 Via Dei Birrai.

Sulle bottiglie di vetro, la scritta Birra 32 è impressa in alfabeto Braille rendendole accessibili e riconoscibili a tutti grazie al solo tatto.

Per ogni bottiglia venduta, 32 devolve 3 centesimi alla scuola per bambini ciechi e ipovedenti creata dalla Fondazione Lucia Guderzo.

 

Ma non basta ancora, perché spesso il diavolo sta nei dettagli. E allora 32 Via dei Birrai prevede il riutilizzo delle trebbie come alimento per allevamenti selezionati; sta studiando un ulteriore approvvigionamento energetico tramite pannelli fotovoltaici; recupera il calore sviluppato dalla birra in fermentazione (la fermentazione sviluppa calore) per riscaldare l’acqua, senza disperderlo nell’ambiente; e, ça va sans dire, i suoi imballaggi e le sue confezioni “standard” sono sempre completamente riciclabili.

Anzi, fa di più: dal riciclaggio al riuso diretto. Dagli imballi si possono recuperare dischi in cartone riutilizzabili come sottobottiglie e sottobicchieri o, ispirandosi al “cartomeccano”, si può dar vita a forme fantasiose di decoro. Mentre le innovative confezioni regalo in cartone (riciclato. Con maniglie in tessuto) sono completamente riutilizzabili seduta stante dal consumatore, senza essere avviate alla ricicleria più vicina, perché veri e propri oggetti da collezione o da utilizzo quotidiano, c’è la confezione Animalaus che diventa una cuccia per animali di piccola taglia, la Fustino 32 che è pratica a coloratissima shopping bag, la Tappaglia Navale che si trasforma nell’intramontabile divertimento da tavolo, la Loca che diventa il campo per il gioco coi dadi, Trio fa lo stesso col tris e così via…

Persino i singoli tappi hanno un ruolo in questa politica totalmente no waste: innovativi, sono costruiti assemblando tre strutture di consistenza diversa e possono compiere quindi diversi ruoli. Si possono riutilizzare, capovolgendoli, per ritappare la bottiglia, la birra così rimane gasata e mantiene inalterate le caratteristiche organolettiche. Inoltre tutti i tappi hanno una lettera stampata con inchiostro alimentare, cosicché da oggetti di uso comune e destinati alla pattumiera sono diventati must da collezionare e scambiare, sempre nell’ottica del riuso. E anzi, 32 promette una nuova idea per farne portachiavi variopinti.
Uno dice: ok, sono oggetti belli, bellissimi. Ma se invece voglio comunque buttarli, chissà che casino dividerli per tipologia di rifiuti! No: su tutte le bottiglie – di vetro già di suo riciclato al 30% e al 100% riciclabile – che trovate confezionate nel cartone riciclabile, c’è un’etichetta riciclabile che spiega passo passo come riciclare le varie componenti della confezione.
Così: senza scuse, per un mondo più sostenibile, 32 Via dei Birrai fa seriamente il suo.

+ INFO: 32viadeibirrai.it/

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