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Cresce il mercato della acque minerali: la produzione nel 2014 è salita a 12,5 miliardi di litri in crescita dell’1,4% sul 2013 per un giro d’affari di 2,4 miliardi di euro. Sono i dati elaborati da Beverfood.com Edizioni anticipati all’Adnkronos da Mineracqua, Federazione che rappresenta il 60% del mercato delle acque minerali.

La produzione è per lo più destinata al mercato italiano dove si consumano 11,4 miliardi di litri, cioè mediamente 190 litri per abitante. Quanto alle preferenze degli Italiani, in testa ci sono le acque lisce con il 66%, seguite da quelle frizzanti (18%) e dalle effervescenti naturali (16%). Secondo i dati Beverfood.com Edizioni, i consumi sono equamente distribuiti sul territorio (Nord Ovest 29%; Nord Est 19%; Centro e Sardegna 25%; Sud e Isole 27%). La grande distribuzione (iper, super, superette e discount) è di gran lunga il canale di vendita più significativo (71%).

“L’1,4% di crescita nel 2014 è un dato molto positivo perché si registra in un anno che ha avuto una stagione sfavorevole per i consumi con un luglio e agosto freddi e piovosi in cui si è venduto poco, mediamente il 10-12% in meno”, dice all’Adnkronos il vicepresidente di Mineracqua, Ettore Fortuna tracciando un bilancio dello scorso anno. “Questi dati ci fanno concludere che il consumatore è affezionato al prodotto perché vi trova sicurezza e qualità”, spiega.

Continua poi anche nel 2014 il trend positivo dell’export. “Il mercato italiano è saturo così stiamo lavorando sull’estero. Questo risultato è la conferma che il nostro prodotto è di qualità, vario e sicuro”, continua il presidente della Fondazione Acqua. Ma cosa determina la grande varietà delle acque nel nostro Paese? “Il paesaggio italiano è caratterizzato dalla presenza di rocce di diversa natura: dolomitiche, granitiche, ecc… L’acqua assume caratteristiche diverse a seconda delle rocce che attraversa”, spiega Fortuna.

Così si ottengono prodotti con qualità ed effetti peculiari. Il decreto di recepimento (n. 176 del 2011) delle direttive europee prevede che sulle etichette o sui recipienti delle acque minerali naturali possano essere riportate indicazioni come, ad esempio, ‘può avere effetti diuretici’ o ‘può avere effetti lassativi’, “se menzionate nel decreto di riconoscimento dell’acqua minerale naturale” emanato dal ministero della Salute. “Il claim è stabilito per legge ed è questo il nostro punto di forza”, sottolinea Fortuna.

Il vicepresidente dell’associazione delle imprese di settore tiene a sottolineare anche la qualità e la sicurezza dei contenitori. “Il materiale utilizzato per le bottiglie è il Pet (polietilene tereftalato) che è la plastica migliore al mondo per contenere un alimento ed è riciclabile al 100%. I test in ambienti fortemente illuminati e ad alte temperature non hanno rivelato cessioni di ordine chimico. Mentre si verificano cessioni fisiche minuscole delle pareti interne se tenute per mesi sotto il sole”. Ma il consumatore deve sapere, precisa Fortuna, che “l’acqua esce dallo stabilimento tra le 24 e le 48 ore dopo l’imbottigliamento e mediamente viene acquistato entro due-tre settimane”. Se ne deduce che il consumo avvenga mediamente non molto tempo dopo l’imbottigliamento. Ciò non toglie che “l’esercente dovrà conservare in modo appropriato il prodotto”.

Sempre a proposito dei contenitori, “negli ultimi dieci anni abbiamo ridotto del 40% il peso delle bottiglie, abbassando così il costo delle stesse e l’impatto ambientale. Perché viviamo la sostenibilità come fatto oggettivo e come opportunità per fare efficienza”.

Fonte: www.adnkronos.com/sostenibilita/risorse/2015/03/19/acque-minerali-mercato-effervescente-produzione-sale-agli-italiani-piace-liscia_gypt76yOwY3uxz3dZzDSCK.html

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