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È stata approvata, il 20 maggio 2020, all’unanimità, dal Comitato Nazionale Vini del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, la proposta di modifica del disciplinare di produzione della DOC Prosecco che prevede l’introduzione della tipologia Rosé.

Ora si attende la pubblicazione del provvedimento in Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, e l’entrata in vigore del successivo Decreto Ministeriale, che ufficializzerà la modifica a livello nazionale avviando l’iter comunitario che culminerà con la definitiva pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea.

LA RICERCA DI MERCATO PRELIMINARE

l Consorzio, prima della proposta, aveva affidato al Wine Monitor di Nomisma un’analisi fra i consumatori dei principali mercati di riferimento, ottenendo indicazioni più che incoraggianti. Dallo studio è emerso che:

  • In Italia, il 55% degli intervistati ha consumato almeno una volta negli ultimi 12 mesi spumante rosé (e il 75% ha affermato di aver consumato Prosecco).
  • Nel Regno Unito, invece se un 48% aveva consumato Prosecco, un 45% aveva gustato vino rosé frizzante.
  • Negli Usa il 50% almeno una volta all’anno aveva bevuto vino rosato e un 46% Prosecco.
  • Gli intervistati hanno risposto molto positivamente alla proposta di consumo del Prosecco in versione rosé.
  • Gli italiani interessati si sono rivelati pari al 72%, gli americani il 78% e gli inglesi addirittura il 93%.

 

L’UVAGGIO PER IL PROSECCO DOC ROSE’

La varietà Rosè del Prosecco sarà prodotta con uve Glera e con l’aggiunta di Pinot nero per un 10-15%, Diverse polemiche sulla scelta del Pinot nero come vitigno a bacca rossa,  ma Luca Giavi, direttore generale del Consorzio di Tutela del Prosecco doc, ribatte con precisione  “E’ stato scelto il Pinot Nero perché già coltivato dalla maggioranza dei nostri consorziati, ma sono già allo studio le caratteristiche del Raboso, come vitigno autoctono a bacca rossa, da inserire nel nuovo disciplinare. Inserendolo subito avremmo solo discriminato i produttori privi di questa uva”. Dal momento che il 57% degli imbottigliatori del Prosecco produce già spumante rosato, appare evidente che legare questa produzione al disciplinare possa conferire al prodotto una maggiore riconoscibilità con il territorio di origine.

 

 

Il POSIZIONAMENTO DEL NUOVO PROSECCO DOC ROSE’

Il Governatore Zaia: sottolinea che è stato premiato il gioco di squadra.  “A tutti coloro i quali hanno contributo all’ottenimento di questo importante risultato – ha commentato il Presidente del Consorzio di tutela della DOC Prosecco, Stefano Zanette – va il nostro ringraziamento che, in considerazione del momento che stiamo vivendo, è particolarmente sentito”. Le prime bottiglie saranno immesse sul mercato italiano entro settembre 2020. Mentre per l’estero bisognerà attendere la fine di ottobre. Nel progetto del consorzio il target di prezzo sarà posizionato su una fascia più alta del prosecco. E nel tempo potrebbe arrivare ad occupare il 15/20% dell’attuale produzione di bollicine.

Grande la soddisfazione dei produttori. Il Rosè consentirà di rispondere infatti alle aspettative di un’ampia fetta di mercato estero (soprattutto Gran Bretagna, Stati Uniti e Germania) ma anche interno (sul rosè c’è una particolare attenzione da parte del pubblico femminile).

+info: www.marcadoc.com/prosecco-doc-rose

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