In occasione dell’assemblea annuale di Assodistil è stato presentato uno studio condotto da Nomisma sulle bevande spiritose italiane. Il 2024 è stato un anno complesso per le imprese del settore distillatorio. Il calo dei consumi sul mercato interno, l’incertezza globale dovuta agli scenari internazionali e la paventata introduzione di nuovi dazi sulle importazioni hanno messo a dura prova il settore.

Calo per gli spirits, ma boom per il gin
Nel 2024 il consumo di spirits in Italia è stato pari a 127 milioni di litri con una variazione tra 2024 e 2019 del -8,5%. Le nuove tendenze dei consumatori, attratti da nuovi prodotti a basso contenuto di alcol o senza alcol, hanno portato a una progressiva contrazione dei consumi di liquori e distillati.
Dall’analisi dei volumi venduti, emerge come i liquori siano in cima alla classifica con circa 50,5 milioni di litri venduti, con il canale del fuori casa che rappresenta circa il 56% del consumato. A seguire grappa e rum con 14 milioni di litri. La grappa perde terreno: dal 2019 i consumi sono diminuiti del 12%. Il gin, invece, è l’unico prodotto che ha fatto registrare negli anni variazioni positive, anche a doppia cifra: si attesta sui 7 milioni di litri e +25% in volume negli ultimi cinque anni.
L’affermazione dei ready to drink
Recentemente il settore è stato interessato da nuove proposte come i ready to drink, che hanno sfruttato la notorietà di importanti marchi sia di alcolici ma anche di bevande analcoliche.
I ready to drink a base di spirits hanno registrato una tendenza di forte crescita negli ultimi cinque anni, con i consumi che sono cresciuti del +34,2% in volume, con focus principale sul canale di vendita off trade.
Crescita dell’export
Nonostante questo, grazie a una crescente vocazione del comparto e all’attività di promozione degli spirits verso i mercati internazionali, si assiste a una sostenuta crescita dell’export italiano di queste bevande: nel giro di un decennio l’export in valore è triplicato, passando da 0,6 miliardi di euro del 2014, agli 1,8 miliardi del 2024, con una crescita che prosegue anche nel primo trimestre 2025 (+3,1% rispetto al 2024).
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L’Europa rappresenta il principale mercato di riferimento per l’export italiano degli spirits (59% sul totale), seguita dagli USA (15%), ma si assiste a una progressiva diversificazione geografica dei mercati di interesse.
Fonte: Assodistill.it e stampa specializzata




