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D’accordo la tazzulell’ ‘e’cafè, ma per un bevitore appassionato Napoli ha ben di che offrire. Grazie anche all’ingresso de L’Antiquario nella World’s 50 Best (al numero 46), l’attenzione per la miscelazione va crescendo, e allora ecco cinque indirizzi per cominciare l’anno nuovo con un sorso di qualità, grazie al sostegno di Mercanti di Spirits.

FREAK

Nel pieno del viavai di Chiaia, in via Cavallerizza, dal 2018 è aperto il Freak. Creatura del barman storico Fortunato Duello, che insieme a due soci aveva aperto in questa stessa location una pasticceria in precedenza, è da pochi mesi dopo l’apertura affidato alle cure del bartender Mario De Cicco. Un locale intrigante, un’atmosfera che unisce psichedelico e nostalgico (i gadget alle pareti lo fanno assomigliare a una stanza giochi per bambini) Freak insiste per un “alto volume, ma al tempo stesso alta qualità, spingendo sul rapporto con l’ospite al bancone” e una miscelazione semplice e ben fatta. Da provare il Cicirinella, fresco, semplice e beverino, con con Corricella Gin succo di lime, sciroppo di zenzero e menta fresca.

66 FUSION BAR

Dal 2002, il 66 Fusion Bar è una nicchia celebre per il bere napoletano, che in vent’anni ha abbracciato generazioni di ospiti senza mai perdere il carattere innovativo con cui ha iniziato. Già dal nome, come racconta la storica bartender Emanuela Emi Serafini (qui da una buona decade), si evince l’idea del fondatore, grande viaggiatore, che al ritorno da uno dei suoi itinerari decise di spingere per una commistione di stili, fusione di culture e soprattutto contribuire a portare l’aperitivo a Napoli, a quel tempo inesistente.

In vent’anni “la scena è cambiata molto, come proposta e come fruizione; oggi la bevuta è più ricercata, c’è più informazione e nel complesso la clientela sa bere”. Il 66 rimane un tempietto dell’ospitalità, piccolo ed esplosivo, con circa duecento referenze di gin disponibili, una curata lista di classici e alcune creazioni originali della casa, arricchite dalle mitiche stuzzicherie al bancone (restaurato due anni fa). Emi come suo preferito propone un twist sul White Lady, con Corricella Tangerine Gin, succo di limone e triple sec.

CHANDELIER

Appena accanto, si dischiudono i gradini che fanno da ingresso allo Chandelier, altro indirizzo iconico dei baretti, con il caratteristico bancone in profondità e le oltre quattrocento bottiglie in vista. Aperto nel 2003, con oggi alla guida Gaetano Montagna e Guido Iannicelli, fu tra i primi a proporre una miscelazione selezionata e precisa: “Erano anni in cui l’idea del cocktail bar non era diffusa, per bere bene dovevo venire in zona; c’era pochissima conoscenza di tecniche e cultura del bere in generale”, per cui è da qui che sono passati bartender oggi affermatisi come professionisti, proprietari di locali o docenti. Chandelier oggi conserva un’anima dalla doppia velocità; più rilassata e classica all’aperitivo (una clientela storica che adesso addirittura vede le seconde generazioni passare per un bicchiere), più ad alto volume con il passare delle ore. Ciononostante, “lo scambio con l’ospite è fondamentale, cerchiamo di ascoltare e creare su misura anche nei momenti più confusionari”. Il drink da non perdere è il Borbonez (twist locale sul Martinez), composto di Corricella Tangerine Gin, Vermouth Borbone, triple sec, Orange bitter e spray alla lavanda.

PALAZZO PETRUCCI

Aprì nel 2007, in quelle che un tempo erano le stalle di uno dei palazzi storici di Napoli (da cui il nome), in piazza San Domenico Maggiore, nel cuore straripante del centro greco-romano. Palazzo Petrucci è figlio dell’idea di Edoardo Trotta e dello chef Lino Scarallo, cui bastò un solo anno per aggiudicarsi la stella Michelin. Nel 2016 il trasferimento a Palazzo Donn’Anna a Posillipo, luogo mistico e meraviglioso, che la viceregina Anna Carafa ebbe dedicato ma mai terminato, a metà Seicento; all’ultimo piano si apre Il Malandrino, l’area cocktail bar gestita da Fabrizio Scudieri, fermatosi a Napoli dopo un pellegrinare eccellente in giro per il nord Italia.  Vetrate che si tuffano nel mare partenopeo e conciliano gusti e sensazioni. Inserito in una struttura di altissimo profilo, Il Malandrino esalta le idee dello chef Scarallo proponendo una miscleazione complessa e divertente, con ingredienti del territorio come olio extravergine d’oliva o addirittura il celeberrimo ragù. Clientela internazionale e cocktail classici sono sempre sul menù, in un luogo diventato ormai icona d’eccellenza. Imperdibile il Negroni Palazzo Petrucci con Vermouth Borbone, Bitter Borbone, Jodhpur Dry Gin, Jodhpur Spicy Gin, Cherry Brandy e bitter al cioccolato.

MAGAZÈ POZZUOLI

Pozzuoli, a una manciata di chilometri a nordovest di Napoli, è il celebre prolungamento dei Campi Flegrei, terreni vulcanici tutt’ora ribollenti e sornioni, che affacciano sul meraviglioso blu del golfo. A Marzo 2021, sulla Darsena, tre soci hanno aperto il Magazè, luogo di caffetteria e miscelazione di qualità. Come racconta Francesco detto Pupazzo, la scena puteolana sta crescendo sensibilmente, pur non avendo la stessa affluenza che si potrebbe trovare a Napoli centro. Il pubblico reagisce positivamente, la qualità dei professionisti è in rampa, e l’intero movimento sta cominciando a distinguersi, grazie anche a uno spirito d’iniziativa che cementa il rapporto tra i vari locali: l’associazione Smov, ad esempio, è stata creata dai ragazzi del Magazè e dai vari commercianti della zona, per fare da megafono a eventi e in generale alle attività. Da provare Arigatō con Corricella Gin, Mandarinetto e sour allo zenzero.

 

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