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Campari, rumors su possibile vendita marchi Averna, Braulio e Zedda Piras


Simon Hunt - CEO Campari

Campari Group starebbe valutando la cessione di tre storici amari del suo portafoglio prodotti: il siciliano Averna, il valtellinese Braulio e il mirto sardo Zedda Piras. I rumors di una possibile way out di questi tre marchi da parte del colosso degli spirits milanese, sono stati lanciati da un articolo del Corriere della Sera, secondo cui la vendita sarebbe valutata nell’ordine di 80 milioni di euro di ricavi. Il dossier sarebbe nelle mani dei consulenti di Mediobanca, già coinvolti nell’operazione Cinzano e Festina, ceduti per circa 100 milioni al gruppo Caffo.

Possibili acquirenti

Sul mercato si fanno i nomi di diversi player del settore: il gruppo Montenegro della famiglia Seragnoli, Illva Saronno, Fratelli Branca Distillerie, il gruppo Lucano 1894 e la NewPrinces di Angelo Mastrolia, che di recente ha rilevato lo storico stabilimento ex Cinzano in provincia di Cuneo. Fondi e altri operatori industriali potrebbero unirsi alla corsa, per rilevare tre marchi della galassia Campari. La decisione rientrerebbe nel piano di dismissione annunciato dal nuovo Ceo Simon Hunt, convinto che il gruppo — forte di 72 marchi — debba alleggerire il portafoglio prodotti. Si parla di circa 30 brand, pari al 9% dei ricavi complessivi, considerati “non strategici” e potenzialmente in vendita.

Focus sugli aperitivi e brand globali

Campari punta a concentrare investimenti e risorse sugli aperitivi, categoria che rappresenta il 40% del fatturato: Aperol, Campari, Sarti Rosa, Cynar, Mondoro e l’analcolico Crodino. In particolare Aperol, anche grazie al nuovo formato alla spina, è ritenuto il brand con il maggior potenziale di crescita mondiale, capace di erodere quote alle birre premium. L’azienda prevede inoltre di puntare sui marchi a vocazione globale (Aperol, Espolòn, Campari, Courvoisier, Wild Turkey) o rilevanti in mercati selezionati, riducendo l’impegno su prodotti con minore potenziale ma comunque profittevoli.

Prossime dismissioni

La vendita del portafoglio italiano di amarti sarebbe solo il primo passo della strategia di alleggerimento di Campari. Secondo quanto riportato dalle indiscrezioni del Corsera, le altre cessioni dovrebbero riguardare marchi minori presenti soprattutto in Brasile, Giamaica e nel resto del Sud America.

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