Dopo la presentazione del catalogo Wine Is 2025, Elemento Indigeno — progetto enoico di Compagnia dei Caraibi — arricchisce la propria collezione con due nuovi produttori che ne incarnano alla perfezione la filosofia: il vino come storia, come legame profondo con la terra, come gesto culturale. Massimo Coletti, nella categoria Wine Is Roots, e Vecchio Consorzio 1953, nella categoria Wine Is a Rematch: entrambi rappresentano un ritorno consapevole alle origini, tra biodiversità, rispetto e autenticità.
Tra le alture calcaree di Osigo, i suoli morenici di Colle Umberto e quelli alluvionali di San Fior, Massimo Coletti coltiva 4,5 ettari suddivisi in otto parcelle distinte, ciascuna con la propria voce e identità. La sua filosofia si riassume in un motto tanto semplice quanto rivoluzionario: “Meno chimica, più zappa.” La raccolta avviene esclusivamente a mano e in vigna si lavora senza diserbanti né prodotti di sintesi, nel pieno rispetto della biodiversità. I filari convivono con siepi, frutteti e piante spontanee, creando un ecosistema vivo e pulsante. In cantina, ogni parcella viene vinificata e imbottigliata separatamente, per esprimere al meglio le sfumature del suolo. Ogni vino è un atto di responsabilità, un invito a rallentare e ad ascoltare il ritmo della terra, che per Massimo non è solo un supporto, ma un narratore.
Nel catalogo di Elemento Indigeno, la sua firma si esprime attraverso: Phoja Prosecco DOC Treviso e Mi, Ti et Mes Amis — vini bianchi frizzanti che caratterizzati da freschezza e vitalità — L’Osigo Brut Nature Pas Dégorgé e L’Osigo IGT Boschera Colli Trevigiani, interpretazioni autentiche di una rifermentazione spontanea in bottiglia secondo il tradizionale metodo Vin Colfondo.
Tra le colline della Val d’Arda, in provincia di Piacenza, Massimiliano Croci e Pietro Gazzola hanno dato vita a un progetto di rigenerazione territoriale unico: Vecchio Consorzio 1953. Nato all’interno di un ex consorzio agrario degli anni ’50, il progetto si propone di ridare vita a un territorio dove la viticoltura rischiava di scomparire. A partire dalla vendemmia 2022, Vecchio Consorzio acquista uve coltivate esclusivamente con metodo biologico, garantendo un prezzo equo ai contadini locali. I vini prodotti — rifermentati, macerati, fermi — rivelano così la biodiversità dei Colli Piacentini con uno stile artigianale e identitario. Ogni bottiglia è un gesto politico e culturale, un invito a riscoprire il valore della terra e del lavoro agricolo.
Le etichette a catalogo descrivono un territorio vivo e polifonico: dai bianchi frizzanti rifermentati come Verderame, ai macerati come Stringimi Forte e Potenza Arancione, ai rosati dal carattere vibrante come Era la Notte e Ciao Truccato, fino ai rossi intensi come Filo da Torcere.
Con l’ingresso di Massimo Coletti e Vecchio Consorzio 1953, Elemento Indigeno prosegue il proprio viaggio alla scoperta di produttori indipendenti che interpretano il vino come espressione viva del territorio. Un catalogo che continua a crescere, mantenendo saldo il principio per cui il vino non è solo un prodotto, è un racconto di chi lo fa, di dove nasce e di come evolve nel tempo.
+ INFO: www.elementoindigeno.com
www.compagniadeicaraibi.com