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FIPE: i dati di base sulla ristorazione fuori casa in Italia


Grande successo di pubblico e di partecipanti al convegno organizzato da Fipe e Confcommercio per la presentazione del manuale “La Ristorazione” con cui si è dato vita ad una nuova collana editoriale intitolata “Le Bussole”. La presentazione del convegno ha rappresentato anche un’occasione per raccontare alcuni dati sul settore e dintorni.

Secondo i calcoli dell’ufficio studi Fipe, la spesa delle famiglie per la ristorazione in Italia vale 73 miliardi di euro (anno 2012), pari al 35% dell’intera spesa alimentare. Dopo Spagna e Gran Bretagna l’Italia è il Paese europeo con la maggiore incidenza dei consumi alimentari fuori casa sul totale della spesa alimentare (35% a fronte di una media europea del 32%). In termini di spesa pro-capite gli italiani spendono in ristorazione circa 1.200 euro l’anno, il 32% più dei francesi e il 53% più dei tedeschi. Insomma, siamo il terzo mercato europeo.

Ricco e articolato è il panorama imprenditoriale con più di 100mila ristoranti e 157 mila bar. Ma l’offerta di ristorazione non si esaurisce qui. Ci sono 10mila ristoranti in agriturismo, 27mila esercizi take away, migliaia di ristoranti in luoghi non convenzionali ed altrettanti presenti come attività secondaria in imprese che svolgono l’attività principale in altri ambiti commerciali. Tanti punti di ristorazione, ma anche tante aziende che falliscono nel tentativo di farsi strada in un contesto così frammentato. Il settore si caratterizza da sempre per un elevato turn over imprenditoriale. Nel solo 2012 le imprese che hanno avviato l’attività sono state oltre 16.000 con un numero di cessazioni di 25.678 unità, facendo registrare un saldo negativo di 9.345 imprese.

La “grande crisi”, a dispetto di avventate dichiarazioni sui ristoranti pieni, non ha risparmiato il settore che nel solo 2012 ha perso consumi per 1,6 miliardi di euro. E nel 2013, in linea con il persistere della congiuntura negativa della domanda, il risultato atteso è di un’ulteriore contrazione per oltre un punto percentuale. L’impatto sul sentiment delle imprese è pesante. Nel 2012 il clima di fiducia dei ristoranti è tornato sui livelli più bassi del 2008, mentre il lieve recupero registrato nella prima parte dell’anno in corso non appare in grado di invertire il ciclo negativo iniziato nel secondo semestre del 2011. Una congiuntura che continua a riflettersi negativamente sul turn over delle imprese anche in questa prima parte dell’anno.

Nel primo semestre del 2013 hanno avviato l’attività 9.985 imprese mentre 14.871 l’hanno cessata. Lo stato di sofferenza della domanda interna non impatta negativamente, dunque, soltanto sulla rete della distribuzione commerciale. Aumenta, al contempo, l’avvio di nuove attività da parte di imprenditori stranieri. Nel settore ce ne sono oramai più di 40 mila attivi principalmente nelle tradizionali attività di ristorazione. Risultati pesanti che, tuttavia, assumono valenze meno negative se rapportati a quanto sta accadendo sul versante dei consumi alimentari domestici dove i tagli di budget delle famiglie hanno assunto dimensioni ciclopiche. In effetti, i dati di lungo periodo mostrano un trend crescente del consumo alimentare fuori casa a scapito di quello domestico come risultato di profondi cambiamenti negli stili alimentari degli italiani.

+info: www.fipe.it/

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