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Come la nona sinfonia di Beethoven, l’edizione numero nove del mercato Fivi a Piacenza ha suonato la carica ai vignaioli indipendenti, al pubblico di addetti del settore e di appassionati. Numeri da record per quello che è diventato negli anni un appuntamento classico dell’autunno del vino italiano. Un comparto in salute, dove trovare cantine storiche sempre legate alla terra, giovani vigneron, chicche da scovare assaggiare e riassaggiare. Per la cronaca 626 vignaioli presenti, 22.500 visitatori nella tre giorni dal 23 al 25 novembre secondo le stime degli organizzatori, con una componente importante di operatori professionali il lunedì.

Piacenza Expo e la città ancora una volta hanno accolto un pubblico in costante crescita composto da molti appassionati che tornano ogni anno a trovare i vignaioli già conosciuti e a scoprirne di nuovi e da operatori di settore che hanno particolarmente apprezzato il giorno in aggiunta, anche questa una novità dedicata ai ristoratori e professionisti del settore horeca. Perchè sempre più le etichette con il vignaioli sul collo della bottiglia stanno diventando un marchio di garanzia a impreziosire carte dei vini dei ristoranti, stellati e non, dove la differenza si può fare anche con una proposta vini di livelli. “Ognuno nel mondo lascia la sua impronta, ma è insieme che dobbiamo portare in alto il vino italiano nel mondo” – il messaggio di Lorenzo Accomasso, premiato Vignaiolo dell’anno 2019 al Mercato FIVI di Piacenza, per i suoi colleghi. Ecco i nostri migliori assaggi per la nona sinfonia della Fivi.

Friulano Terre del Faet

Il Tocai, o Friulano che dir si voglia, come veniva fatto una volta. “Terre del Faet” è una piccola realtà vitivinicola a conduzione famigliare nel cuore del Collio Cormònese. L’azienda si estende per la maggior parte nelle zone di Faet, Pradis, Subida e per una piccola porzione nella zona della Doc Isonzo. Vigne vecchie dei nonni di una cinquantina di anni fa, affinamento leggermente lungo tempo per la zona, l’annata 2017 affina in vasche di cemento per 18 mesi, dopo la fermentazione il vino viene mantenuto sulla sua feccia nobile fino all’ imbottigliamento. Freschezza, equilibrio tra acicidtà e mineralità.

 

 

Suoli Cataldi Reggiano Lambrusco Rosè Podere Giardino

Il Marani è un uvaggio dimenticato nella zona di Reggio Emilia, un uva che si presta benissimo per la bella acidità anche nell’interpretazione al metodo classico. Vivace e intrigante, un Reggiano Lambrusco Rosé, uve raccolte manualmente e vinificate secondo la migliore tradizione. I vigneti, dai quali proviene questo vitigno autoctono, sono ubicati nella fascia di alta pianura reggiana, su suoli denominati “Cataldi”. Metodo classico orizzontale sui lieviti 30 mesi sui lieviti, prezzo stratosferico a 9,90 euro.

 

Deserto Verdicchio dei Castelli di Jesi  Classico Superiore Socci

Il Deserto è il vino più rappresentativo dell’azienda Socci. Siamo nella zona classica del Verdicchio Castello di jesi, verdicchio come te l’aspetti, da una vendemmia leggermente più tardiva. Tradizione ed eleganza, i tratti distintivi del DESERTO, selezione accurata in vigna dei migliori grappoli.

 

Cannonau VikeVike

Una bella espressione di Cannonau, quella di Simone Sedilesu. Terza generazione di una famiglia importante del vino in Sardegna, VikeVike la sua cantina create da qualche anno, in gergo sardo vuole dire c’è novità. Un vino da tutti i giorni, tipico di Mamoiada con una freschezza che invoglia la beva, in una zona ad altissima densità di vigneto, rappresentato da Mamojà conta 70 soci, tra produttori e vignaioli di Mamoiada per promuovere e tutelare il vino e il territorio attraverso un modello socio-economico-vitivinicolo condiviso.

 

Vigna Segreta Falanghina Mustilli

Ci troviamo nel Taburbuo, una zona con 60 varietà autoctone nella provincia di Benevento, zona con grande densirtà media per ettaro con 8.000 viticoltori in 10.000 ettari. Una zona dove il vino sfuso e l’organizzazione cooperativa l’ha sempre fatta da pardone, vini da assemblaggio e uve da taglio prima della scoperta della Falanghina vinificata in purezza dalla famiglia Mustilli, che negli anni ’70 Leonardo e Marili Mustilli decisero di rinnovare la tradizione familiare della coltivazione della vite, reimpiantando nelle colline di Sant’Agata dei Goti i vitigni autoctoni campani quali Falanghina, Greco, Aglianico e Piedirosso, all’epoca abbandonati o sostituiti da vitigni cosiddetti internazionali. Un grande bianco, da tutto pasto.

Cirò Rosso Scala

Ci colpiscono le etichette, sono le stesse del nonno dell’attuare proprietario vignaiolo che ci dice che il vino se non è fatto a Cirò non è un vero Cirò. E in questo caso ci troviamo di fronte a un Gaglioppo 100%, colore rosso rubino, profumo intenso, fragrante e persistente Tannino che si sente ma ben levigato, in bocca armonia ed equlibrio, pienezza ed aromi aromi e profumi tipici del Gaglioppo calabrese. 90.000 bottiglie proposte all’anno, il 70% va all’estero in Italia con un importatore nazionale come Proposta Vini.

 

Etna Rosso Contrada Blandano Terra Costantino

10 ettari vitati nella zona dell’Etna, Terra Costantino è una realtà che si è imposta nello scenario di grande interesse per la denominazionae. “Prima vendevano alla gente di passaggio per strada, una traduzione che ha sempre favorito l’autoconosumo in zona”. Oggi siamo di fronte a 40.000 bottiglie, il Contrada Blandano il cavallo di razza dell’azienda, all’assaggio una bella eleganza, armonia tra naso e palato, uvaggio classico 90% nerello mascalese e 10% nerello cappuccio.

 

Teroldego Rotaliano De Vescovi Ulzbach

Storia e tradizione, un’azienda nata nel 1600, che interrompe la produzione in proprio nel1918 dopo la prima guerra mondiale. L’uva per due generazioni viene conferita alla cantina di Mezzacorona, sino a quando il giovane della famiglia fresco diplomato a San Michele e laurea in enologi a Firenze riprende in mano le vigne dopo esperienze in giro per il mondo, tra Australia, Argentina e Texas. Il Teroldego Rotaliano di De Vescovi Ulzbach è un vino rosso intenso e corposo, vinificato in tini di legno e maturato per 10 mesi in botte grande. Sentori profondi di frutti di bosco, violette e spezie, in bossa morbidezza e velluto con struttura e freschezza.

 

Chianti Classico Istine

Sangiovese nelle vene, da Istine è sempre un’esperienza l’assaggio e il racconto, tra una digressione sulla querelle in atto tra Chianti Classico e Chianti. Assaggiamo il Chianti Classco d’annata, una goduria, la famiglia Fronti dimostra di essere una delle interpretazioni più vere del Chianti Classico, un’espressione popolare e al tempo stesso nobile di qualità da bersi tutti i giorni.

 

I-Dika Sogedim

Tra gli operatori specializzati alla Fivi nel comparto vino, menzione particolare per I-Dika, partner storico della Federazionedei Vignaioli Indipendenti che dopo l’ingresso in Sogedim può contare su una realtà logistica per consolidare e ampliare il business del vino. “Abbiamo trovato dei professioni nel mondo del vino, che potranno contare sulla nostra solidità e sulla nostra efficienza operativa e logistica per una sinergia win-win”- la parole di Tommaso Torri, Food&Beverage Manager Sogedim.

I-Dika - Tommaso Torri Sogedim

 

INFO www.fivi.it

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