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Nestlé e Coca-Cola HBC sono tra le società internazionali di caffè e bevande a chiudere temporaneamente le attività in Ucraina mentre l’industria dell’ospitalità europea si prepara a ulteriori interruzioni della catena di approvvigionamento, prezzi più alti e l’incertezza sulle sanzioni russe.

 

 

I marchi di cibo e bevande e dell’ospitalità in Europa e oltre stanno affrontando ulteriore incertezza dopo l’invasione russa dell’Ucraina, la prima guerra tra due grandi potenze europee da 77 anni. Più di un milione di ucraini sono fuggiti dal loro paese dall’invasione russa del 24 febbraio, con una crisi umanitaria in arrivo in Polonia e nei paesi vicini. Il conflitto si rivelerà disastroso anche per il settore delle caffetterie e dell’ospitalità ucraina, dove il segmento delle catene di marca da 220 persone è stato uno dei punti vendita in più rapida crescita in Europa nel 2019.

Il mercato delle caffetterie con marchio ucraino è guidato dalle catene nazionali, Coffeelat, Merry Berry e Itis. Café, ma ospita anche marchi internazionali, come McCafé con sede negli Stati Uniti, Shokoladnitsa in Russia, illy Caffè in Italia e Simit Sarayi in Turchia. I produttori internazionali di caffè e bevande, Coca Cola HBC e Nestlé, hanno già temporaneamente chiuso le fabbriche e la distribuzione in Ucraina a causa del conflitto in corso Nestlé, che impiega circa 5.000 dipendenti in Ucraina, ha dichiarato di aver temporaneamente sospeso l’intera catena di approvvigionamento nel paese a causa al deterioramento della situazione della sicurezza.

 

 

Il conflitto sta già avendo conseguenze per le società di servizi di ristorazione più lontane, con The Mail On Sunday che riporta che Burger King ha sospeso una quotazione di 600 milioni di sterline alla borsa di Londra a causa del nervosismo degli investitori sulla guerra in Ucraina. Nel frattempo, l’interruzione delle forniture di gas europee, inclusa la cancellazione da parte della Germania del gasdotto Nord Stream 2 da 11 miliardi di dollari dalla Russia, sembra destinata a esacerbare la spirale dei costi energetici in tutto il continente e erodere ulteriormente il potere d’acquisto dei consumatori in tutta Europa.

Le sanzioni occidentali potrebbero colpire anche le società internazionali con attività in Russia, compreso il numero significativo di catene di caffè a marchio internazionale presenti nel Paese. I dati del World Coffee Portal mostrano che il mercato russo delle catene di caffè di marca ha superato i 4.400 punti vendita nel 2021, con Starbucks, McCafé e Costa Coffee che gestiscono centinaia di negozi in tutto il paese. La Russia ha dovuto affrontare un crescente isolamento politico ed economico dalla sua invasione dell’Ucraina il 24 febbraio, con le banche del paese ora in gran parte tagliate fuori dal sistema di pagamento internazionale Swift e diversi paesi europei che hanno chiuso il loro spazio aereo agli aerei russi. Il valore del rublo è entrato in caduta libera poiché le nazioni di tutto il mondo hanno messo da parte gli interessi russi dalle banche all’energia e all’industria.

 

Fonte: www.worldcoffeeportal.com

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