Oggi tutti vogliono bere “alcohol free”. Siamo a metà agosto e la tendenza dell’estate 2025 è ormai chiara, chiarissima: sempre più persone, anche in Italia, prediligono cocktail senza alcol o comunque a bassa gradazione alcolica. È la stagione della consacrazione del mocktail, chiamiamola così, perché i drink analcolici oggi non sono più un’alternativa o ancor peggio un ripiego, ma protagonisti assoluti della miscelazione ad alti livelli. Bevute tanto eleganti e complesse quanto i loro cugini alcolici, che però si concedono il lusso di parlare a tutti: sportivi, salutisti, curiosi.
Da Milano a Roma, passando per Firenze: i grandi cocktail bar del nostro Paese strizzano l’occhio al no alcol. Si parte dal nord con Moebius, il regno di Lorenzo Querci e Giovanni Allario (38° miglior bar al mondo secondo 50 Best Bars), dove la sezione dei mocktail si sviluppa attraverso tre proposte parimenti convincenti ed elaborate. Il “Tagliavento”, servito in coppetta o in highball con acqua tonica, è un drink fresco, acido e citrico realizzato con gin analcolico Tanqueray 0.0, aperitivo analcolico alla pesca e lime cordial. Lo “Zotomapek“ è invece un aperitivo intenso e amaro con gin analcolico Tanqueray 0.0, amaro analcolico alla ciliegia e Martini Vibrante aperitivo analcolico. Infine, il “Calypso“: fruttato, dolce e tropicale, preparato con Martini Floreale aperitivo analcolico, succo di pesca, frutto della passione e ginger beer Organics.

Se ci spostiamo al centro Italia da Locale (36° miglior bar al mondo), e quindi dai due bar manager Fabio Fanni e Alessandro Mengoni, troviamo proposte altrettanto curate: ad esempio, il rinvigorente “Pen-Tea-Cillin”, rivisitazione analcolica del celebre Penicillin, a base di zenzero, tè affumicato, miele e limone, e il dissetante “Cold Brew-Tonic”, con cold brew kombucha e acqua tonica. Drink diretti e dotati di una loro identità, ben lontani dall’insipidità che, ahinoi, ancora oggi alimenta i luoghi comuni sui mocktail.

Nella capitale ci pensa infine Drink Kong (33° miglior bar al mondo) a non far sentire in difetto gli avventori notturni che non possono o non desiderano ingerire alcol. Le proposte, firmate ovviamente da Patrick Pistolesi, vanno da “Krypton”, con gin analcolico Tanqueray 0.0, Kong cordial e leftover Midori, a “Interlude”, preparato con gin Nordés, ginger ale Tassoni, salvia, pompelmo e bitter salato.

A prescindere dal bar esaminato, un filo indissolubile sembra legare le esperienze alcohol free dei principali bar italiani: la presenza costante di fermentati e kombucha come ingredienti chiave, la ricerca di strutture aromatiche complesse e la scelta di versioni analcoliche firmate dai grandi marchi del beverage. È questo il linguaggio comune che lega le nostre capitali dei cocktail, evidenziando come il mocktail non sia più un’eccezione, ma una vera e propria grammatica condivisa della miscelazione italiana contemporanea.
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