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L’edizione 2020 del Premio Gavi la Buona Italia dedicata ai Consorzi di Tutela e al loro legame con l’Enoturismo, ha visto il suo atto conclusivo con la cerimonia di premiazione. Ad avere la meglio su tutti il Consorzio Tutela del Vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, premiati con le menzioni speciali Consorzio Volontario di Tutela Vini Alto Adige, il Consorzio Vino Chianti Classico e il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, scelti dai 22 componenti della giuria.

 

Le case histories dei 4 vincitori della 6^ edizione del Premio Gavi La Buona Italia verranno utilizzate come best practices per indicare la strada da seguire per competere nel mercato dell’Enoturismo. Un fenomeno in crescita rallentato come prevedibile dalle conseguenze del Covid-19, l’Enoturismo ora è considerato da molti il turismo della ripartenza. Un turismo di prossimità, economicamente accessibile, sostenibile, integrato con le altre esperienze territoriali di un turismo lento. Secondo la ricerca ‘ENOTURISMO: I CONSORZI DEL VINO E IL TERRITORIO’, commissionata dal Consorzio Tutela del Gavi all’Università Bocconi, i Consorzi del vino possono assumere un ruolo centrale nel promuovere nei propri territori il comparto enoturistico, favorendo produzione enologica e marketing territoriale.  E proprio per questo si è deciso di incentrare il contest su questo, con alcuni elementi determinanti per l’assegnazione del premio e per lo sviluppo del sistema enoturismo come la comunicazione nel web con siti e social media e la professionalizzazione delle competenze nell’accoglienza.

Orientato all’estero, abile nel coinvolgere sui social la community di chi ama il Prosecco Docg e il suo territorio, capace di fornire informazioni chiare e coerenti per chi desidera esplorare le colline patrimonio Unesco delle bollicine più famose d’Italia. Questi i motivi con cui il Consorzio Tutela del Vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg vince il Premio Gavi La Buona Italia 2020, per l’efficacia con cui si muove nei canali di comunicazione on-line e l’attitudine a svolgere un ruolo di aggregazione territoriale attraendo turisti e viaggiatori.

Dall’Area Pergolesi di Milano sono intervenuti durante la diretta del Premio Gavi La Buona Italia Magda Antonioli Direttore del Master di Economia del Turismo Università Bocconi e Consigliere Enit, Riccardo Ricci Curbastro, Presidente Federdoc, Giulio Somma direttore de il Corriere Vinicolo e Roberto Ghio, Presidente Consorzio Tutela del Gavi moderati da Francesco Moneta, Laboratorio Gavi La Buona Italia-The Round Table, in collegamento streaming i vincitori.

“La competitività enoturistica delle aziende vinicole è frutto anche del gioco di squadra tra Denominazioni e territorio” – commenta Roberto Ghio, Presidente del Consorzio Tutela del Gavi – “I Consorzi di tutela contribuiscono a creare e rafforzare la peculiare ‘reputazione’ del comprensorio, rappresentata da un insieme di elementi quali natura, vino, personaggi, storia, tradizioni, innovazione. Questo lavoro integrato ricade positivamente sulle singole aziende che possono così concentrare i loro sforzi sull’ottimizzazione dell’accoglienza, oltre naturalmente sulla produzione vinicola”.

L’Enoturismo costituisce un’opportunità importante per il settore vitivinicolo, elemento strategico in ottica di promozione e di diversificazione delle entrate, sia per il mercato domestico (79%), che per i mercati esteri (77%) in primis per Stati Uniti e Germania, i principali bacini di domanda con 58,6 mln di presenze tedesche in Italia nel 2018 e 14,5 mln quelle statunitensi. Il 78% dei Consorzi intervistati dichiara di promuovere già l’attività enoturistica delle aziende associate e più in generale, il territorio, oltre al solo prodotto vitivinicolo. I canali maggiormente utilizzati sono i propri profili social (82%) ed il proprio sito internet (71%), l’attività di ufficio stampa con media, guide ed “influencer” (63%), la partecipazione ad eventi trade (60%), materiale informativo cartaceo in italiano (60%) o in altre lingue (51%), l’organizzazione o la partecipazione ad eventi consumer (49%).  Con riferimento all’accessibilità, il 50% dei Consorzi ha un portale in doppia lingua (italiano/inglese), mentre è inferiore al 20% la percentuale di Consorzi il cui sito web è tradotto in 3 o più lingue con una prevalenza di tedesco.

“E’ evidente che la partita dell’Enoturismo, oggi riconosciuto come “il turismo della ripartenza” si gioca in rete, l’ambiente primario della promozione turistica in generale – aggiunge Francesco Moneta di The Round Table – con i Consorzi che devono favorire una rapida evoluzione digitale di se stessi e dei produttori per competere nell’Enoturismo giocando il ruolo fondamentale di aggregatore dell’offerta multiprofessionale del territorio”. L’obiettivo è capitalizzare l’enorme potenziale del nostro Paese, la meta più desiderata dai Turisti enogastronomici di tutto il mondo secondo  il Wine Food Travel Monitor 2019”.

 

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