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La prima Dop italiana, già orgoglio per il Piemonte tutto e di chi lo vive, ovviamente, come produttore e consumatore è una costante scoperta gustativa, di encomiabile confort al palato del turista, straniero, sopratutto. E la scelta di celebrarlo nel cuore di Asti, nell’elegante cornice di Palazzo Mazzetti non solo ne conferma la storicità ma anche il valore. Un formaggio unico a pasta morbida, a latte 100% caprino oppure caprino/bovino, realizzato artigianalmente nel territorio situato nelle colline intorno al paese di Roccaverano (AT).

 

 

La giornata di lavori con al centro il convegno “Robiola di Roccaverano D.O.P. – dalla molecola alla tavola” organizzato dal Consorzio di Tutela della Robiola  ha visto gli interventi di numerosi e prestigiosi ospiti tra cui il Dott. Antonio Quasso, Dirigente Veterinario ASL Asti, la Dott.ssa Maria Cristina Gerbi, Dirigente Veterinario ASL Asti, Giorgio Ferrero, l’Assessore della Regione Piemonte all’Agricoltura, Elio Siccardi, delegato Onaf di Asti e Mario Sacco, Presidente Fondazione CRAsti che si è detto felice di supportare il Consorzio per l’importanza dello stesso nel territorio. Un formaggio, la Robiola di Roccaverano, che è parte integrante del tessuto culturale ed economico del Monferrato.

L’incontro, brillantemente voluto e curato dalla Dott.ssa Mariagrazia Blengio (laureata in Scienze Biologiche indirizzo Fisiopatologico), aveva come scopo ultimo la presentazione di n.4 tesi di ricerca sulla Robiola di Roccaverano passando anche per il suo percorso che ha visto un’accelerazione nel 2006, anno del cambio del disciplinare di produzione. Un cambio rotta che oltre a scandire regole più precise per i produttori ha inevitabilmente portato ad un innalzamento del livello qualitativo. “Una scelta di saggezza” – come evidenziato da Giorgio Ferreroche si intreccia con un altro, ampissimo, tema: la salute. Un qualcosa cara e comune a tutti in cui la Robiola si inserisce inevitabilmente facendosi da vettore di energia mutato poi in gusto. Perché oltre al benessere dell’uomo e dell’ambiente, c’è quello dell’animale e del suo ciclo di vita. E confermate sicurezza, qualità e il beneficio che ne deriva dal consumo della Robiola di Roccaverano, non sono tardate ad arrivare le parole del Prof. Giorgio Calabrese, astigiano di adozione ormai da oltre 40 anni, a confermare il basso contenuto di colesterolo dello stesso, delle sue virtu, adatto a tutte le età nonché ottimo sostituto della carne a pranzo o cena. Così da dare il giusto spazio e pregio anche ai carrelli dei formaggi nelle sale della grande ristorazione e non.

I numeri della Robiola di Roccaverano:

  • 430000 forme prodotte ogni anno
  • 17 aziende consorziate di cui 15 operanti in tutta le filiera produttiva

 

 

Le quattro tesi della presentazione

  • TRADIZIONE E GLOBALIZZAZIONE NELLA PRODUZIONE DELLA ROBIOLA DI ROCCAVERANO PARAMETRI MICROBIOLOGICI E SENSORIALI A CONFRONTO – (Dott. Gallareto Federica aa 2000/2001)
  • VALUTAZIONI DELLE CARATTERISTICHE DELLA ROBIOLA DI ROCCAVERANO DI PRODUZIONE ARTIGIANALE E INDUSTRIALE: PARAMETRI IGIENICO SANITARI E MICROBIOLOGICI A CONFRONTO -(Dott. Blengio Mariagrazia aa 2001/2002)
  • -METODI TRADIZIONALI E MOLECOLARI PER LA CARATTERIZZAZIONE MICROBIOLOGICA DI UN PRODOTTO TIPICO LOCALE: LA ROBIOLA DI ROCCAVERANO – (Dott. Carlucci Silvia aa 2003/2004)
  • METODI CLASSICI E MOLECOLARI PER CARATTERIZZARE MICROBIOLOGICAMENTE UN PRODOTTO LOCALE: LA ROBIOLA DI ROCCAVERANO

 

Prossimi appuntamenti

Aprile e maggio: cene con i vini del Monferrato nelle migliori enotavole torinesi: 4 aprile da Quadre, 9 maggio da Rossorubino e 25 maggio da Degustibus

  • 19 maggio: inaugurazione dello Show Room in Piazza Barbero a Roccaverano
  • 29 e 30 giugno: XIX Fiera Carrettesca – Festa della Robiola di Roccaverano DOP, che vedrà nel giorno di sabato 29 anche l’organizzazione di un Press Tour presso le aziende del territorio che saranno disponibili ad ospitare un gruppo di giornalisti e comunicatori.
  • settembre: Cheese di Bra

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