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IL SETTORE SPUMANTI ALLA RICERCA DI DESTAGIONALIZZARE I CONSUMI ED ESTENDERLI TRA I GIOVANI


Un mondo produttivo, quello degli spumanti, estremamente eterogeneo, ma in grande fermento, in cui crescono in modo significativo la produzione nazionale (arrivata a superare quota 252 milioni di bottiglie nel 2005, di cui 19 milioni di metodo classico, con rifermentazione in bottiglia, ed oltre 120 milioni destinati all’estero), il numero delle aziende spumantistiche (813), delle etichette sul mercato (2950), ma anche i consumi domestici con un + 1% su base annua rispetto allo scorso anno. E’ quanto risulta dal rapporto annuale realizzato dall’Ossrvatorio Nazionale Economico SpumantiONES

Ma nella fotografia annuale del comparto scattata dall’ “Osservatorio Nazionale Economico Spumanti” non mancano tuttavia anche segnali in controtendenza a cominciare dalla spiccata stagionalità dei consumi (il 60% degli acquisti domestici infatti continua a concentrarsi a cavallo tra metà dicembre e metà gennaio, ovvero in corrispondenza delle festività di fine anno), per arrivare alla conferma che gli acquisti per quasi il 70% transitano attraverso supermercati o ipermercati, e solo per il 3% attraverso bottiglierie ed enoteche.

Insomma un quadro articolato, aggiornato e ricco di indicazioni interessanti quello fornito dal Rapporto Annuale “Consumi e mercati anno 2005. Sondaggi e indagini” realizzato dall’ Osservatorio Economico, nato nel 2003 con il riconoscimento del Ministero alle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, per volere dei produttori e di Veneto Banca, con il supporto statistico di Ismea, presentato ufficialmente alla stampa in occasione del recente Forum Spumanti d’Italia a Valdobbiadene.

L’Osservatorio offre una possibilità di confronto di tutte le diverse e differenziate componenti imprenditoriali che producono un “Vino Spumante”, osservando e studiando l’evoluzione dei mercati, l’andamento delle diverse tipologie, le tendenze del gusto e del consumo, della domanda e dell’offerta, sia in Italia che all’estero. Inoltre implementando le rilevazioni dei dati somatici del mercato e dei consumi e puntando su sondaggi mirati e indagini, offre indicazioni preziose alle scelte strategiche delle imprese e contribuisce a guidare il consumatore nel dedalo delle differenziazioni tipologiche, di metodo e di valore sul mercato.

Del resto proprio l’analisi dei dati che riguardano il mondo degli spumanti italiani di per sé aiuta a capire la necessità di un lavoro permanente e sensibile come quello dell’Osservatorio Nazionale Economico Spumanti. Nel mondo si producono mediamente 2,1 miliardi (su 32 miliardi totali) di bottiglie di “Vini Spumanti” all’anno. Maggior produttore è la Francia con 450 milioni, seguita dalla Germania con 400, terza l’Italia con 252 milioni e quarta la Spagna. La Germania è anche il primo consumatore con oltre 500 milioni di bottiglie anno.

Con il metodo charmat-italiano si ottengono i grandi spumanti come l’Asti docg, il Brachetto d’Acqui docg, il Prosecco doc di Conegliano e Valdobbiadene, l’Oltrepo Pavese doc e tanti altri; con il metodo classico si ottengono il Franciacorta docg, il Trento doc, l’Alta Langa doc Piemonte, l’Oltrepo Pavese Classico doc, diversi prodotti in Friuli, l’Alto Adige doc, i Talento e altri sparsi dalla Val d’Aosta alla Sicili molti ottenuti con uve di vitigno autoctoni com il Cortese (in Gavi) e l’Erbaluce (in Caluso, Piemonte). Il fatturato del settore all’origine è stimato in 1,028 mld di Euro, con un valore al consumo di poco superiore a 1,9 miliardi di Euro. Sulla bilancia import-export quella degli spumanti è una voce in forte attivo per il Made in Italy.

Se da questi dati macroscopici si passa ad una visione analitica inerente i consumi domestici nel 2005 scopriamo ancora che questi ultimi dimostrano una discreta penetrazione sul mercato, poiché lo spumante è consumato almeno una volta all’anno da circa metà delle famiglie italiane, ovvero oltre 11,7 milioni con un buon indice di penetrazione pari al 55%, aumentato di un punto rispetto al 2004. Nel 2005 gli italiani hanno confermato di apprezzare in maggioranza gli spumanti dolci (59% dei consumi in quantità, ma 46% in valore). Positivo però anche l’andamento del metodo classico che pur rappresentando solo l’8% dei consumi è cresciuto di un 13%. L’anno scorso la spesa media di ogni famiglia italiana per gli spumanti è stata di 5,57 euro al litro con un lieve aumento rispetto al 2004. La quota più consistente di acquirenti (27%) risulta tra gli over 64, mentre il pianeta giovani sotto i 34 anni con il suo 14 % è ancora tutto da conquistare.

Questi, insieme ai numerosi altri dati raccolti nel Rapporto 2006, fanno capire tutta l’importanza dell’attività svolta dall’Osservatorio Nazionale al fine di monitorare immediatamente effetti e fattori che intervengono sui mercati. La divulgazione professionale di analisi e ricerche sulle dinamiche del mondo della “ spumantistica “ italiana, con particolare attenzione ai dati strutturali ed economici ed alle dinamiche delle differenti realtà produttive, assume una importanza strategica per l’esaltazione delle diversità di produzione e per la valutazione delle tendenze dei consumi

FONTE: ONES – Osservatorio Nazionale Economico Spumanti – ottobre 2006
Elaborazioni dati a cura dell’Osservatorio Nazionale Economico Spumanti su ricerche, analisi, articoli e studi di mercato. Osservatorio Nazionale Economico Spumanti – Forum Spumanti d’Italia -Villa dei Cedri Valdobbiadene (TV) Tel. 0423.971999 www.forumspumantiditalia.it

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