Starbucks ha comunicato un nuovo piano di ristrutturazione che prevede il taglio di circa 900 posti di lavoro in ruoli non retail e la chiusura selettiva di alcuni store in Nord America. L’operazione, dal costo stimato di 1 miliardo di dollari, si inserisce nella strategia di revisione avviata dal CEO Brian Niccol per affrontare il rallentamento delle vendite e migliorare l’efficienza.
Una ristrutturazione senza precedenti
Secondo quanto riportato da Reuters, AP e The Guardian, i licenziamenti interesseranno funzioni aziendali di supporto, mentre verranno chiuse le caffetterie meno redditizie o con maggiori difficoltà nel garantire l’esperienza attesa dai clienti. L’azienda punta a reinvestire in format più efficienti e in progetti di redesign degli store.
Dal taglio di febbraio a oggi
Non è la prima volta che Starbucks annuncia misure drastiche nel 2025: già lo scorso febbraio il gruppo aveva comunicato l’uscita di 1.100 dipendenti aziendali come parte di una razionalizzazione della struttura centrale. L’attuale piano porta così a oltre 2.000 posti eliminati nell’arco di pochi mesi.
Reazioni e prospettive
Il sindacato Starbucks Workers United ha criticato l’azienda per la mancanza di dialogo con i lavoratori, mentre gli analisti guardano con attenzione alla capacità di Starbucks di recuperare margini e posizionamento competitivo in un mercato sempre più esigente.