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Continua il tormentone legislativo sulla percentuale minima di succo che deve essere presente nelle bibite a base di frutta. Nel 2012 il legislatore italiano aveva già introdotto (cd decreto Balduzzi) l’obbligo di elevare al 20% il contenuto minimo di succo nelle bibite a base di frutta (aranciate, limonate, ..). Ma nel luglio scorso la Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione aveva sancito la inapplicabilità di questa norma; infatti la suddetta disposizione, in quanto “regola tecnica”, era stata notificata alla Commissione europea che, dopo gli opportuni approfondimenti, ha giudicato tale disposizione lesiva delle norme europee in materia di libera circolazione delle merci. Ora la Camera dei deputati ha approvato di nuovo una norma che aumenta il limite minimo di frutta nelle bibite analcoliche con succo dal 12 al 20%.

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Memore di quanto avvenuto in passato, M5S si è astenuto su questa proposta affermando che “La sede giusta per affrontare il tema è quella europea e non quella nazionale”. Esultano intanto le Associazioni agricole che avevano condotto una grande mobilitazione per l’approvazione della nuova norma. Ci si dimentica però che la norma è circoscritta alle sole bevande «prodotte» in Italia ed in questo modo l’obbligo del 20% non ha valore per i produttori esteri che potranno esportare le loro bibite a minor contenuto di succo sul mercato italiano «Si favoriscono gli stranieri, si penalizza la competitività italiana, si mettono a rischio migliaia di posti di lavoro fra diretti e indotto» ha subito annunciato il presidente di Federalimentare, Filippo Ferrua secondo cui «la norma approvata è chiaramente incostituzionale: determina una discriminazione al contrario nei confronti dei produttori italiani e pone un freno immotivato alla libera iniziativa economica». Dello stesso parere Assobibe, l’ associazione italiana industriali delle bevande analcooliche: «I prodotti importanti dall’estero continueranno ad essere disponibili sul mercato italiano anche se avranno una percentuale di succo inferiore. Il nuovo obbligo – ha spiegato il presidente Aurelio Ceresoli — si tramuterà in un forte incentivo alla delocalizzazione, sostenibile dai grandi gruppi ma sicuramente a scapito delle piccole-medie imprese che rappresentano la tradizione italiana della produzione di bibite analcoliche. In un momento in cui si parla di made in italy come punto di forza per il rilancio della nostra economia — ha puntualizzato Ceresoli — la Camera vota un provvedimento che va esattamente nella direzione opposta».

+info: www.corriere.it/economia/14_giugno_11/camera-scoppia-battaglia-dell-aranciata-senza-arance-ae4ea29c-f174-11e3-affc-25db802dc057.shtml

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