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Sassofono, contrabbasso e percussioni, ma anche danza, musica lirica, rappresentazioni, vino. Castello di Cigognola, gemma dell’Oltrepò Pavese da poco più di un migliaio di abitanti, ha attratto cultura e arte nel weekend del Cigognola Summer Festival, dove il territorio e le sue ricchezze sono state celebrate sul palco e nei calici.

Quattro giorni in cui la caratteristica piazzetta alle pendici del Castello, che risale al tredicesimo secolo e domina l’area dal punto più alto, si è trasformata in un hub di bellezza e gusto, nella manifestazione annuale ideata e patrocinata da Gabriele Moratti. La serata inaugurale si è mossa sui ritmi jazz del Carlo Milanese Quintet, per l’occasione in featuring con il pianista Andrea Pozza, con un repertorio di pezzi inediti e cover di nomi immortali (Chet Baker, Duke Ellington, Ella Fitzgerald); al venerdì è stata la volta dei cameristi della Scala di Milano, mentre il sabato ha visto il Gran Galà dell’Opera con la soprano Sara Cappellini Maggiore, il tenore Alessandro Fantoni e il maestro Danilo Dellepiane al pianoforte. Trionfo finale, con la presenza eccellente dei ballerini dell’Opera di Parigi.

Tra i principali protagonisti della kermesse, il vino di Castello di Cigognola, che con Gabriele Moratti, succeduto ai genitori Gian Marco e Letizia nella gestione dell’attività, mira a una nuova e più importante fase della propria storia. Il progetto Castello di Cigognola si sviluppò sulla spinta del sogno di Gian Marco Moratti, appassionato di vino e orgoglioso cultore dell’Oltrepò Pavese, tanto da rivolgersi all’enologo Riccardo Cotarella, tra i massimi esperti al mondo, per avviare una realtà poi divenuta presenza fissa nelle liste di premi e riconoscimenti di settore. Gabriele, subentrato nel 2018 dopo la dipartita del padre, ha reinterpretato l’azienda, portandola da realtà familiare a dimensione utile al territorio e traino per la zona. Un percorso di riflessione e ricerca, che punta a valorizzare finalmente un’area straripante di talenti, ma mai del tutto apprezzata come dovrebbe, specialmente nelle dinamiche relative al vino.

Gabriele Moratti

Tremila dei cinquemila ettari vitati a Pinot Nero in Italia sono proprio qui, nella seconda zona al mondo con più presenza di questo vitigno straordinario; ed è da qui che storicamente le uve della grande spumantistica piemontese vengono importate. Presupposti dorati, perno della filosofia dell’Amministratore Delegato Gian Matteo Baldi, a capo di un team giovanissimo e competente, con le idee chiare sulla strada da perseguire: “Pazienza ed eleganza sono le parole chiave. Ci vuole tempo, e soprattutto ci vuole dedizione, etica del lavoro che abbracci ogni livello della nostra realtà, dagli uffici ai potatori”. Ogni acino dei ventotto ettari vitati della proprietà (su un totale di trentasei) è colmo del desiderio di eccellenza che Castello di Cigognola fa proprio, e coltiva grazie alla passione e alla competenza dell’enologo Federico Staderino.

Il Pinot Nero è dunque il principe della gamma dei Moratti Wines, che per il metodo classico presentano un’etichetta pulita, fresca di un restyling diretto a evidenziare al massimo le varie sfaccettature di ciascun vino. Cuvèe ‘More Brut è l’ingresso nella proposta, affinamento di ventiquattro mesi, piacevolmente beverino, fresco, acido: diretto, che invita a un altro sorso, senza fronzoli e per questo ancora più apprezzabile. Cuvée ‘More Pas Dosè, stesso periodo di affinamento, naturalmente più cupo (nel senso migliore del termine) dato il residuo zuccherino nullo: profondità di beva e soprattutto di pensiero, un vino che spinge a farsi domande. Il Rosè 2013, sentori di dattero, color cipria, atmosfera esotica.

Superlativo il RDM (recentemente degorgiato manualmente): malolattica in bottiglia, che dona note vanigliate, vicine alla barrique. Sono toni sognanti, il carattere è evidente ma rimane amabile, con un vago ricordo dei vini naturali, decisamente intrigante. Si chiude con la Cuvèe dell’Angelo, l’omaggio all’indimenticato nonno di Gabriele: salino, erbaceo, graffiante. Il passaggio generazionale, con il lavoro e il progresso che ne derivano, è d’altronde uno dei punti forti di Castello di Cigognola, che recentemente ha avviato una nuova avventura in Sardegna: Bentu Luna, espressione pregevole di integrazione naturale e valorizzazione dell’ambiente, sociale e faunistico, che nel futuro si prefigge di innovare e ottimizzare le risorse della regione.

Baldi descrive alla perfezione la mentalità di Castello di Cigognola: “Abbiamo una visione, con il consumatore sorpreso dall’insieme delle sensazioni che il calice trasmette: il suo gusto, il colore, l’intimo umore, il profumo, la vocazione, la storia, il genius loci e le altre indescrivibili sfumature percettive che avvicinano il mondo del vino a quello dell’arte”. Il jazz e la danza, in fondo, si possono trovare tranquillamente anche in un bicchiere.

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