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Cambio al vertice, in una classifica di enorme valore e importanza per il futuro. Il CIVB (Conseil Interprofessionnel du Vin de Bordeaux), il bureau del vino bordolese che rappresenta circa diecimila produttori e quattrocento negociants, ha recentemente rilasciato il suo ultimo report, lasciando pochissimo spazio a interpretazioni o pareri: l’area di Bordeaux è oggi al primo posto per numero di certificazioni per vino sostenibile, in Francia.

“A fine 2020, la Gironda (il dipartimento cui fa capo Bordeaux, ndr) era già il primo per numero di HVE (Haute Valeur Environnementale, il metro di giudizio con cui classificare l’attività sostenibile di una cantina in Francia, ndr) del paese”, spiega il report. Oltre 1500 aziende hanno ottenuto la certificazione, per un totale che copre oltre il 65% dell’intera regione vinicola. A questo vanno a sommarsi i quasi quattordicimila ettari della più ampia regione di Bordeaux, oggi curati seguendo principi di coltivazione organica. 

L’HVE, sviluppato dal Ministro dell’Agricoltura francese nel 2001, è un sistema a tre livelli che incoraggia vignaioli e produttori a spingere per aumentare la biodiversità, e diminuire l’impatto ambientale del loro operato. Sulla scia di questa classificazione, lo stesso CIVB ha poi introdotto, nel 2010, il proprio programma di certificazione per la sostenibilità della produzione del vino, denominato Environmental Management System (EMS). La certificazione è conferibile a qualsiasi attività commerciale coinvolta nel mercato del vino bordolese, come tappa propedeutica per ottenere il terzo livello HVE e la certificazione ISO 14001, riconosciuta ovunque.

Chateau Lagrange

Chateau Lagrange, punta di diamante del panorama della regione, esportata in tutto il mondo, è un esempio nobile di quanto sopra: “Abbiamo ottenuto entrambi i certificati nel 2017”, racconta il Direttore Generale, Matthieu Bordes. “Insieme allo sforzo continuo nell’incoraggiare la biodiversità, ed eliminare erbicidi artificiali e pesticidi, ad oggi abbiamo ottocento metri quadrati di pannelli solari sui tetti della cantina, che producono il 15% del nostro fabbisogno energetico. Tutto frutto di una delibera del 2018, con la quale abbiamo deciso di investire nella ristrutturazione sostenibile”. 

Sono 796 le attività che, stando ai numeri dell’ultimo report di CIVB, sono in fase di conseguimento del certificato di lavoro organico. Una priorità per un numero sempre crescente di cantine e produttori anche di livello mondiale, che in qualche modo fanno sistema per ottenere una qualità e una realtà che siano più possibile in pace con la natura e con il pianeta. Ne è diretta conseguenza l’esplosione ormai definitiva del vino biodinamico, che a ogni latitudine sta raccogliendo sempre più consensi. L’ambiente, di certo, ringrazierà.

fonte: thedrinksbusiness.com

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