Nel 2025 l’export agroalimentare italiano continua a crescere e si avvia a superare per la prima volta i 70 miliardi di euro, confermando il ruolo cruciale delle vendite internazionali per la competitività del settore. L’Italia è oggi il nono esportatore mondiale e uno dei Paesi con la crescita più rapida nell’ultimo quinquennio (+55%). Questa la sintesi della studio redatto Nomisma e presentato lunedì 1 dicembre a Bologna in occasione del IX edizione del Forum Agrifood Monitor.
Globalizzazione e diversificazione
Nonostante i progressi, persiste una forte concentrazione geografica: Germania, USA, Francia, UK e Spagna assorbono la metà delle esportazioni. Questa dipendenza, in un contesto globale instabile, rende urgente una strategia di diversificazione. “In un contesto economico sempre più instabile, l’agroalimentare italiano conferma la propria forza e la capacità di espandersi oltre confine, ma la sfida per i prossimi anni sarà diversificare, innovare e cogliere le nuove opportunità offerte dai mercati esteri” – dichiara Denis Pantini, Responsabile Agroalimentare Nomisma.
USA: mercato strategico ma sempre più complesso
Gli Stati Uniti restano essenziali per il Made in Italy alimentare, pur registrando nel 2025 un lieve calo degli acquisti (-1,1%) a causa della svalutazione del dollaro e le politiche daziarie dell’amministrazione Trump. Gli USA rimangono però un mercato ricco, dinamico e altamente profittevole: l’Italia è il terzo fornitore con una crescita del +66% tra 2019 e 2024. Alcune categorie — come derivati della carne, cioccolato, oli, vini e liquori — registrano prezzi medi ben superiori alla media mondiale e quote molto elevate proprio sul mercato americano.
Nuovi mercati ad alto potenziale
Negli ultimi 10 anni Paesi come Messico, Polonia, Romania e Corea del Sud hanno aumentato le importazioni di prodotti italiani con tassi medi annui superiori al 12%. A questi si aggiungono Australia e Brasile, mercati dove la presenza di comunità italiane e ristorazione italiana favorisce ulteriori opportunità. Due accordi commerciali possono ampliare ancora lo spazio per il Made in Italy: UE–Mercosur, con un potenziale mercato di 260 milioni di persone, l’Accordo UE–Indonesia, che apre opportunità in un Paese da 287 milioni di abitanti.
Andamento economico settore alimentare
Il settore alimentare italiano mostra una crescita di fatturato superiore alla media nazionale, anche se la marginalità risente dell’aumento dei costi energetici e delle materie prime. Dal punto di vista finanziario il debito resta sostenibile, mentre il tasso di default del comparto è stabile intorno al 3%, leggermente sopra la media nazionale ma inferiore ai livelli pre-Covid. I ritardi nei pagamenti sono diffusi ma non mostrano segnali di peggioramento. Il quadro complessivo vede l’agroalimentare italiano conferma la sua forza, ma la stabilità futura richiede di diversificare i mercati e innovare prodotti e strategie.