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L’impatto del conflitto fra Russia e Ucraina al centro del G7 straordinario sull’Agricoltura, che si è svolto venerdì 11 marzo in videoconferenza, per cercare di contribuire ad alleviare le ripercussioni sui sistemi agroalimentari locali e globali. All’ordine del giorno la ripresa del settore agricolo in Ucraina e la cooperazione con i paesi più vulnerabili che subiranno conseguenze dalla guerra in termini di sicurezza alimentare. Il Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli nel corso del G7 ha sottolineato le gravi ripercussioni che il conflitto sta generando sui mercati mondiali, sia a livello di reperibilità che di aumento incontrollato dei prezzi.

 

Preoccupa il mancato approvvigionamento di cereali e di semi oleosi, di cui l’Ucraina è uno dei maggiori esportatori, oltre al rischio di uno stop alle esportazioni di fertilizzanti e carburanti da parte della Russia, in risposta alle sanzioni economiche ricevute. L’aumento generalizzato di quasi tutte le materie prime e dei costi energetici sta progressivamente erodendo la redditività dell’attività economica non solo dei Paesi europei secondo Patuanelli, ma anche di quelli in via di sviluppo, per i quali il mancato afflusso dei prodotti agricoli ucraini, fondamentali alla sussistenza, potrebbe ulteriormente aggravare i già rilevanti problemi di sicurezza alimentare. Per il Patuanelli è fondamentale in questa fase portare avanti una valutazione continua e minuziosa dei bisogni dei Paesi più in difficoltà, da affidare alle organizzazioni internazionali quali la FAO ed il PAM e monitorare e analizzare i mercati, iniziativa fondamentale anche per le fasi successive.

Le quotazioni di grano tenero e mais segnano rispettivamente +17% e +23% rispetto alla scorsa settimana, sfondano per la prima volta nella storia in Italia quota 400 euro a tonnellata, in base alla rilevazione settimanale della Borsa Merci di Bologna secondo quanto riportato da Cai – Consorzi Agrari d’Italia. Il grano tenero sale in una settimana di 60 euro a tonnellata fermandosi tra 402 e 411 euro a tonnellata, con punte di 435 euro per il frumento più proteico. Il mais, invece, tocca quota 405 euro a tonnellata con un rialzo di 75 euro rispetto all’ultima quotazione della scorsa settimana. L’Italia importa il 64% del grano tenero per il pane e i biscotti, il 44% di grano duro necessario per la pasta, il 47% di mais e il 73% della soia, questi ultimi due prodotti sono fondamentali soprattutto per l’alimentazione animale.

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