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UE vieta prodotti che causano deforestazione tra cui caffè, cacao, soia, carne bovina ed altri


È del 19 aprile 2023 la notizia secondo cui il Parlamento di Strasburgo ha approvato, a larghissima maggioranza, il regolamento in via definitiva mirato a ridurre la deforestazione e il degrado forestale causato dall’espansione dei terreni agricoli per la produzione di determinate materie prime, in particolare caffè, cacao, bovini, soia e tanti altri.

Le aziende dovranno fornire alle autorità competenti specifiche informazioni sulla derivazione dei vari prodotti, tra cui le coordinate di geolocalizzazione dei luoghi di provenienza, al fine di valutare mediante satellite qualsiasi possibile episodio di deterioramento forestale. Nel momento in cui entrerà in vigore, chi non rispetterà le regole potrà essere sanzionato con un’ammenda massima pari al 4% del proprio fatturato annuo.

Già nel 2020, il report del WWF aveva evidenziato quanto la natura venisse sacrificata a discapito dei prodotti di largo consumo, di cui la maggior parte italiani. Tra questi, il caffè viene considerato come uno dei tanti prodotti ad alto “contenuto” di deforestazione. Non per niente, l’Europa, con un consumo del 33%, è il più grande mercato di caffè al mondo, e in particolar modo l’Italia è il paese simbolo di questo rito quotidiano.

In relazione a questi dati, infatti, il WFF aveva sottolineato come nei prossimi decenni la produzione di caffè sarebbe potuta diventare un fattore sempre più importante di deforestazione, dovuto sia all’aumento della domanda e sia al crescente impatto dei cambiamenti climatici. Al seguito di quest’attenta analisi, l’appello del WFF era stato, dunque, di preferire caffè proveniente da aziende certificate, indicando l’importanza del caffè amaro per la biodiversità.

Per questo, a seguito dell’approvazione del 19 aprile 2023, Greenpeace e WWF plaudono alla norma descritta come “un importante passo avanti per le foreste. Con questa prima legge mondiale contro la deforestazione abbiamo fatto la storia”. Per le Ong del settore, comunque, non mancano elementi di disappunto. Come la mancanza di un divieto a ricevere prestiti dalle banche europee per quelle aziende che causano deforestazione nel mondo.

FONTE: it.euronews.com/

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