In questi giorni il tema caldo all’interno della ristorazione è quello delle mance, un argomento ampiamente discusso sui media generalisti e tra gli addetti del settore. Un dibattito scatenato dalle recenti dichiarazioni del restaurant manager del ristorante Al Cambio di Bologna Piero Pompili, secondo cui la mancia obbligatoria sarebbe un sostegno per un comparto che fa i conti fra salari bassi, orari lunghi e contratti spesso inadeguati. Un aspetto su cui prende una posizione ufficiale anche la FIPE-Confcommercio, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi.
“Le mance sono lo strumento migliore che i clienti hanno per premiare l’impegno e la passione di chi fa dell’ospitalità la propria ragione di vita- si legge attraverso una nota ufficiale diramata tramite il proprio sito – Contribuiscono, inoltre, a rafforzare il reddito dei lavoratori dei pubblici esercizi: un riconoscimento del valore e della professionalità di questi ultimi, che aiuta ad accrescere la qualità del servizio e a rendere più attrattivo il comparto. Per questo motivo, è importante incentivarle utilizzando gli strumenti a disposizione dei ristoratori, come la possibilità, prevista già dalla legge di bilancio del 2023, di pagarle direttamente tramite carta di credito usufruendo di un regime agevolato di tassazione al 5%”.
L’attenzione dell’organizzazione guidata dal presidente Lino Stoppani guarda anche agli aspetti legati alla digitalizzazione, un processo che potrebbe incentivare la clientela a riconoscere la mancia a fine pasto. “Grazie alla nuova normativa il numero di clienti che lascia le mance in modalità digitale è cresciuto sensibilmente, ma molto resta da fare e, per questo, la Federazione sollecita il sistema bancario affinché i sistemi POS, non ancora adeguati alla normativa, prevedano questa funzionalità. Allo stesso tempo la Federazione sostiene l’importanza di informare i clienti dell’esistenza di questa opportunità, ad esempio inserendolo all’interno del menù”.
INFO www.fipe.it