Pinterest LinkedIn

© Riproduzione riservata

Uno dei ristoranti simbolo della città di Milano continua nel suo percorso di innovazione nel rispetto della tradizione. Al centro non solo la cucina, ma nuovi spazi e le nuove frontiere della mixology. Siamo stati nel cuore del mondo Da Giacomo, al civico n.6 di via Sottocorno a Milano, nel ristorante che porta il nome del fondatore Giacomo Bulleri recentemente scomparso lo scorso 6 settembre 2019. Tre mesi in cui i suoi eredi, la figlia Tiziana e il marito Marco Monti, hanno raccolto il testimone, il suo saper fare e la voglia di continuare a stupire in cucina e nell’accoglienza.

Una foto di Giacomo sopra una vetrinetta con bottiglie pregiate, a vegliare sul ristorante che ha dato il nome a un gruppo solido della ristorazione con otto meraviglie. Non era più in cucina da qualche tempo ma fino alla fine frequentava i suoi locali. E prima di spegnersi con l’affetto di una città intera di cui era un’icona della cucina, Ambrogino d’Oro nel 2015 e locale storico di Regione Lombardia, ha voluto aspettare che venisse completata una nuova sala e un’area dedicata al bar.

Da Giacomo- nuova sala

Le novità parlano di un bancone dedicato alla mixology, di una nuova sala e di una cantina rinnovata puntando sul top della produzione italiana per accompagnare i piatti della cucina sempre al top. Il trend che vede i ristoranti ormai dotarsi di uno spazio per sosreggiare un drink non è passato inosservato a Da Giacomo. Durante l’estate i lavori per dotare lo storico locale di un bancone dedicato, che hanno permesso la realizzazione di una nuova sala mantenendo stile e arredi originari, dai soffitti alla boiserie ai pavimenti. Da settembre il ristorante è stato ampliato, inaugurando la nuova sala bar adibita a sala d’attesa per un bicchiere di champagne e assaggi di crudités prima della cena, oppure su richiesta interamente, un vero e proprio privé. I lavori di ampiamento del locale sono stati affidati ancora una volta allo studio Peregalli/Sartori Rimini con il difficile compito di trovare gli stessi materiali utilizzati e di riprodurre l’ambientazione di Giacomo creata negli anni Ottanta insieme all’architetto Mongiardino.

Fabrizio Tozzi

Sta aumentando la richiesta di clientela soprattutto internazionale che vuole lasciarsi guidare in un food pairing con i cocktail- spiega il bartender Fabrizio Tozzi– Ci piace guidare i nostri ospiti in un viaggio nella miscelazione con dei twist proposti sui classici cocktail, oppure scoprire insieme alcune chicche della liquoristica italiana o degli spirits internazionali come fine pasto, tra cui cognac, vodka e whisky”. Grande novità anche la cantina, con un investimento importante su alcune delle migliori bottiglie italiane. In entrata una vetrinetta dedicata al celebre Masseto, per guidare i clienti in un’esperienza top coma la verticale di annate introvabili. “E’ un’esperienza che consigliamo di fare al tavolo- spiega il sommelier- abbiamo la fortuna di avere una cantina molto ben fornita con alcune etichette che sono davvero introvabili come annate”.

Un ritratto di Giacomo Bulleri

Un’atmosfera magica, un ristoro di livello al riparo della frenesia di Milano, sembra il tempo si sia fermato all’inizio del secolo scorso. Fascino e internazionalità, ai tavoli di Da Giacomo si sono seduti nel corso degli anni delle vere e proprie celebrità della politica, dello spettacolo e della moda, anche perché la leggenda narra che fosse più famoso a New York ancor prima di conquistare il successo in casa. Una cucina tradizionale e concreta, offerta focalizzata sul pesce ma non solo, sotto la guida dell’Executive chef del Gruppo Da Giacomo, chef Emanuele Settel.Cerchiamo di rispettare la tradizione con il pesce al centro della nostra offerta, potendo contare sulle migliori materie prime, cercando di innovare la nostra proposta con abbinamenti a volte insoliti ma che stanno incontrando gli apprezzamenti dei clienti”. Esempio calzante di questa innovazione in cucina il primo piatto Tortello cacio e pepe, tartare di gambero rosso, bottarga e lime. Oppure per esaltare la materia prima abbiamo assaggiato i Polipetti alla Luciana, uno dei piatti forti dello chef resident Domenico Di Gennaro. Il suo regno è la vetrina del pescato fresco all’ingresso che accoglie i clienti, dove ogni giorno tonno, scampi, granseole e branzini sono esposti in bella mostra. E sui dessert si può stare tranquilli, visto che la Pasticceria Da Giacomo sforna delle vere e propri bombe.

© Riproduzione riservata

Tu cosa ne pensi? Scrivi un commento (0)

Resta sempre aggiornato! Iscriviti alla Newsletter

Scrivi un commento

9 − sei =

Per continuare disattiva l'AD Block

La pubblicità è fondamentale per il nostro sostentamento e ci permette di mantenere gratuiti i contenuti del nostro sito.
Se hai disattivato l'AD Block e vedi ancora questo messaggio ricarica la pagina