Il 2024 segna un passaggio simbolico per la spumantistica italiana: il traguardo del miliardo di bottiglie. Un risultato tutt’altro che scontato, considerando che la vendemmia 2023 è stata tra le più scarse degli ultimi decenni. Nel servizio pubblicato su Il Corriere Vinicolo 37/2025, l’Osservatorio del Vino UIV analizza questo risultato con un approccio territoriale, produttivo e metodologico, evidenziando i fattori che hanno permesso al settore di tornare in espansione nonostante condizioni di partenza molto difficili.
Il ruolo trainante del Prosecco
Il Prosecco continua a essere il motore del comparto: la Doc cresce dell’8%, l’Asolo del 20%, compensando la flessione di Conegliano Valdobbiadene.
Il Veneto supera così 5,2 milioni di ettolitri, trainando il risultato nazionale.
Tra le grandi regioni spumantistiche, il 2024 è invece un anno di contrazione per Piemonte, Lombardia e Trentino, penalizzati soprattutto da Asti, Franciacorta, Oltrepò e Trento Doc.
L’Emilia Romagna registra una crescita sostenuta (+13%), grazie al buon andamento del Pignoletto e al consolidamento delle versioni rosate del Lambrusco.
Più complessa la situazione siciliana, in calo su Doc e Igt, con l’eccezione del boom produttivo sull’Etna (+20%).
Segnali positivi arrivano anche da Sardegna, Puglia e Alto Adige, mentre il Friuli subisce una frenata sulla Ribolla gialla.
Nel Centro-Sud, ancora segnato dagli effetti della peronospora, i risultati restano deboli, con l’eccezione della Doc Abruzzo (+20%).
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L’avanzata dei rosati spumanti
Un focus specifico è dedicato alla crescita del rosato spumante, che avanza del 20% e supera il mezzo milione di ettolitri.
Il Prosecco Doc rosé rappresenta il 91% di questo segmento e cresce del 21%, seguito dal Trento Doc rosé (+12%).
Il peso complessivo dei rosati rimane stabile all’8%, con forti variazioni territoriali:
– 33% nel Lambrusco Emilia
– 40–47% in Puglia e Salento
Il dominio del metodo Charmat
Dal punto di vista del metodo, il quadro resta chiaro: l’Italia si conferma una “repubblica Charmat”, con il 96% delle bottiglie prodotte tramite rifermentazione in autoclave.
Il metodo classico mantiene invece le sue roccaforti nelle denominazioni storiche:
Franciacorta, Trento Doc, Alta Langa, Alto Adige, Oltrepò Pavese, oltre a varie nicchie regionali.
Un settore resiliente e in evoluzione
L’analisi dell’Osservatorio evidenzia un settore resiliente, capace di mantenere volumi, adattarsi alle difficoltà produttive e trovare nuovi equilibri territoriali.
Il miliardo di bottiglie 2024 va quindi letto non solo come un dato aggregato, ma come la fotografia di un sistema complesso che continua a rinnovarsi, pur all’interno di uno scenario produttivo sempre più sfidante.
Fonte: www.unioneitalianavini.it/