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Martedì 20 dicembre 2016 è una nuova data da ricordare nella lunga storia della Thomas Hardy’s Ale. All’Ottavo Nano di Atripalda (AV) una degustazione verticale di ben 6 vintage, dal 2006 al 2016, ha fornito un continuum fra la tradizione passata e la nuova vita del Barley Wine inglese.

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Si chiude alla grande l’anno del ritorno sul mercato della Thomas Hardy’s Ale. Dopo essere stata riportata in vita per la terza volta, in questo caso ad opera degli italiani Sandro e Michele Vecchiato – che ne hanno acquistato i diritti pur mantenendo la produzione sul suolo britannico – ed aver conquistato 3 medaglie di rilevanza internazionale, mancava solo la prova del nove. Ovvero il confronto diretto con le Thomas Hardy’s Ale del passato, inclusa la Vintage 2006 all’epoca giudicata “miglior birra del mondo” all’International Beer Challenge.

Un confronto per certi aspetti “rischioso”, data la caratura di quelle annate e soprattutto considerando che la Thomas Hardy’s Ale migliora con il tempo, maturando in bottiglia fino a 25 anni, evolvendosi nell’aroma e nel sapore.

La scelta della location per questo evento senza precedenti è caduta sull’Ottavo Nano, pub di Atripalda (AV) che ha fatto della specializzazione sulle birre da invecchiamento uno dei cardini che lo rendono, ad oggi, uno dei punti di riferimento in Italia per gli appassionati di birra speciale. I gestori Gianluca e Yuri hanno messo a disposizione ben tre annate del periodo 2006-2008, quando la Thomas Hardy’s Ale veniva prodotta dal birrificio O’Hanlon’s su licenza di Phoenix Import, azienda americana che ne aveva a sua volta acquisito i diritti dalla Eldridge Pope Brewery.

Interbrau ha invece fornito le altre tre birre in degustazione, prodotte in collaborazione con l’esperto brewmaster inglese Derek Prentice.

Il pubblico, composto da una cinquantina di persone tra appassionati e addetti ai lavori, ha potuto apprezzare le differenze tra le diverse vintage date dall’affinamento in bottiglia.

Alla fine della serata, la sensazione è quella che la strada intrapresa dalla nuova Thomas Hardy’s Ale sia davvero quella giusta.

Le annate in degustazione

2015

La prima birra stappata è stata la Thomas Hardy’s Ale prodotta nel 2015. Birra che si è rivelata ancora giovane ma che sta dimostrando di affinarsi mese dopo mese, acquisendo rotondità e bilanciandosi sempre più tra l’inizio dolce, maltato ed un persistente amaro finale.

2014

Il secondo assaggio è la Preview Edition. Si tratta dell’ultimo test, mai messo in commercio, prima del rilancio ufficiale della Thomas Hardy’s Ale. Una birra che ha stupito i partecipanti mostrando come un solo anno di differenza sia in grado di dare rotondità alla degustazione, con un evidente tono caramellato e note liquorose.

2008

Con la terza degustazione torniamo al passato della Thomas Hardy’s Ale, quando veniva prodotta da O’Hanlon’s. Dimostrando quanto otto anni di maturazione in bottiglia siano in grado di affinare il carattere di un Barley Wine così complesso e strutturato, facendone emergere sentori di Sherry ma dimostrando comunque un evidente “fil rouge” con la degustazione precedente.

2007

La degustazione successiva ha dimostrato che anche a distanza di anni l’evoluzione in bottiglia non si ferma: un anno in più di maturazione ha fatto emergere note vinose, che ricordano il Porto, oltre a sentori di vaniglia e toffee.

2006

“Overall Supreme Champion” all’International Beer Challenge 2006, ovvero miglior birra del mondo in assoluto, questa annata ha confermato di essere una fuoriclasse anche a due lustri di distanza dalla produzione. Liquore, caramello, note di cuoio e frutta sotto spirito, perfettamente legate da una facilità di bevuta impensabile per una birra tanto alcolica e invecchiata.

degustazione

 

2016 The Historical Ale

La serata si è conclusa con la degustazione della The Historical Ale edizione 2016. Si tratta di una specialità in edizione limitata: una piccola quantità di Thomas Hardy’s Ale messa a maturare per oltre sei mesi in botti che avevano contenuto precedentemente pregiato Cognac francese. Le note tanniche e liquorose si sono integrate perfettamente al corpo maltato, lasciando presagire un interessantissimo sviluppo negli anni di invecchiamento della bottiglia in cantina.

+Info:  – www.facebook.com/thomashardyale

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