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I ragazzi della struttura psichiatrica Olmarello di Castelnuovo Magra diventano custodi del territorio e della tradizione, piantando vigne e producendo un vino fatto come una volta. È questo uno degli obiettivi di “Una vigna per rinascere, custodi a 360 gradi”, il progetto di Agricoltura sociale presentato con una giornata di vendemmia che ha coinvolto sei dei pazienti che si sono occupati della cura del vigneto impiantato nel 2019.

 

 

La cura del vigneto è un’occasione concreta di integrazione tra i mondi, agricolo (grazie alla disponibilità dell’azienda agricola La Selce) e sociale, dove il primo entra direttamente in contatto con il disagio psichico e sociale. I Fratelli e Sorelle Preziosi hanno avuto l’opportunità di fare qualcosa da protagonisti, uscendo dalla struttura, ‘imparando’ a convivere con il ciclo della natura. Cura, quindi, della vigna ma anche esperienze formative in cantina e nella raccolta dei prodotti della terra, in particolare lo zafferano. Il tutto in un’ottica di promozione del loro percorso di crescita e di vita.

 

La cura del vigneto è un’occasione concreta di integrazione tra i mondi, agricolo e sociale, dove il primo entra direttamente in contatto con il disagio psichico: i pazienti hanno l’opportunità di fare qualcosa da protagonisti, uscendo dalla struttura e imparando a convivere con il ciclo della natura. Cura, quindi, della vigna ma anche esperienze formative in cantina e nella raccolta dei prodotti della terra. Il tutto in un’ottica di promozione del loro percorso di crescita e di vita.

Il vino, è ancora un’ipotesi, potrebbe chiamarsi Prezioso. “Diamo un buon esempio di come spendere soldi che di solito sono destinati alle attività produttive agricole, in questo caso a realtà che ha anche un valore sociale – ha spiegato l’assessore regionale Giacomo Giampedrone – Il compito delle istituzioni è stato quello di aprire a un progetto sociale utilizzando anche fondi destinati all’agricoltura”.

“Abbiamo coltivato vitigni del territorio, albarola, vermentino e trebbiano. Nascerà un vino fatto in maniera tradizionale, per difendere la tradizione e ricordare questo territorio nella sua storicità” spiega Andrea Marcesini, viticoltore dei Colli di Luni che dà il supporto tecnico all’iniziativa che si è svolta all’interno della struttura gestita dalla Fondazione Cardinal Maffi.

+info: www.telenord.it –   www.gazzettadellaspezia.com

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