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C’è chi parla di sostenibilità perché va di moda, chi invece la sostenibilità la fa per davvero, integrandola come best practices aziendali insieme ai processi produttivi. Il caso di Caviro è da manuale da questo punto di vista, alla presentazione del secondo Bilancio di Sostenibilità giovedì 18 marzo della più grande cooperativa vitivinicola italiana, con una produzione del 9% di tutta l’uva nazionale che rappresenta 12.400 viticoltori. Numeri importanti di sostenibilità, con 82.000 tonnellate di CO2 di origine fossile risparmiate all’ambiente, pari alla capacità di assorbimento di una foresta di 19.000 ettari, un’estensione superiore alla città di Milano, uno dei principali risultati raggiunti dalla cooperativa agricola Caviro.

 

“La sostenibilità per noi è un traguardo importante, uno strumento che serve per dare evidenza ad alcuni aspetti meno in luce ma non meno importanti, significa responsabilità verso il futuro mettendo in prima linea aspetti ambientali, sociali, economici e reddituali con il lavoro dei nostri soci, un concetto insito nel dna di Caviro”– le parole di Carlo Del Monte, Presidente di Caviro. Simbolico che la presentazione del Bilancio di Sostenibilità sia avvenuta in presenza al Teatro Parenti in un evento streeming per comunicare con tutti i soci, dopo aver ricevuto recentemente il premio “Impresa Ambiente”, riconoscimento prestigioso che ha sottolineato e riconosciuto aspetti più concreti. “Per fare sostenibilità servono investimenti, capitale di rischio, strutture logistica e trasporti, in questo periodo bisogna riflettere un bagno di concretezza”.

 

Spunti di sostenibilità interessanti dal Bilancio presentato da Caviro, che dal punto di vista energetico è totalmente autosufficiente, con il 100% di energia elettrica verde autoprodotta, una quota di energia e ambiente che rappresenta anche il 10% dei ricavi del gruppo del 2020 che sono stati 362 milioni di euro. Importante la quota di recupero e valorizzazione degli scarti pressoché totale (più del 99%), e 555.000 tonnellate annue di scarti agroindustriali processati. Un modello di economia circolare completo, che punta a eliminare il concetto di scarto a partire dalla vigna, trasformando ogni materia prima in un nuovo ingrediente naturale da rimettere in circolo. “Per essere sostenibili con gli scarti abbiamo creato un business, un ciclo di economia circolare per raggiungere i soci e fare bene al territorio e all’ambiente- ha spiegato SimonPietro Felice, Direttore Generale di Caviro – Il nostro è un gruppo di viticoltori, in campagna si dice che del maiale non si butta via niente, tutto ciò che residua viene utilizzato per prodotti farmaceutici, bioenergia e materiale fertilizzane organico”.

Il Bilancio di sostenibilità è stata anche l’occasione per presentare ufficialmente “Innesti”, il progetto editoriale digitale promosso da Caviro per raccontare la sostenibilità a 360 gradi.  Il terzo numero in uscita punta sul concetto di Visioni, ossia sulle grandi idee, molla di un cambiamento, che offrono soluzioni concrete e definiscono buone pratiche. Si è parlato anche di mobilità sostenibile, sul lungo periodo servirà qualcosa di differente, Caviro è già pronta per la sfida della sostenibilità del futuro con l’agenda 2030 Onu.

INFO www.caviro.com

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