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Secondo uno studio pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology, l’assunzione moderata di alcol riduce il rischio di morte per malattie cardiovascolari rispetto agli individui astemi o a chi beve troppo perché riduce a lungo termine il livello di stress.

Studi precedenti avevano suggerito che uno o due bicchieri al giorno erano associati a un minor rischio di malattie cardiovascolari, ma questo è il primo studio che lo dimostra sulla base di risultati testati su gruppo di pazienti sottoposti a imaging cerebrale.

“Abbiamo scoperto che l’attività cerebrale legata allo stress era più alta nei non bevitori rispetto alle persone che bevevano moderatamente, mentre le persone che bevevano in modo eccessivo (più di 14 drink a settimana) avevano il livello più alto di attività cerebrale legata allo stress”, ha detto Kenechukwu Mezue,  vincitore di una borsa di studio in cardiologia nucleare al Massachusetts General Hospital e autore principale della ricerca.

Lo studio ha incluso più di 50.000 individui ed ha concluso che i bevitori da leggeri a moderati erano associati a una “sostanziale riduzione” del rischio di malattie cardiovascolari, anche quando entravano in gioco altri fattori come quelli genetici, di stile di vita e socio-economici.

Un sottogruppo di 754 persone che erano state precedentemente sottoposte a imaging cerebrale è stato poi valutato per determinare l’effetto del consumo di alcol da leggero a moderato. L’imaging cerebrale ha mostrato una riduzione della segnalazione dello stress nell’amigdala.

I ricercatori hanno anche esaminato se il consumo moderato fosse ancora più efficace nel ridurre gli infarti e gli ictus nelle persone sono più inclini allo stress come quelle con una storia di ansia significativa. Hanno scoperto che, all’interno del campione di 50.000 pazienti, il consumo di alcol da leggero a moderato era associato a un effetto cardioprotettivo quasi doppio nei soggetti ansiosi, rispetto a quelli con maggior tolleranza allo stress.

Ma lo stesso studio ha dimostrato che qualsiasi alcolico in quantità più elevate (maggiore di 14 bevande alcoliche a settimana) aumenta il rischio di cancro e di infarto, mentre l’attività cerebrale diminuisce.

Parlando dei risultati, l’autore senior della ricerca e cardiologo Ahmed Tawakol, co-direttore del Cardiovascular Imaging Research Center del Massachusetts General Hospital, ha dichiarato: “Abbiamo scoperto che i cambiamenti cerebrali nei bevitori leggeri o moderati spiegano una parte significativa degli effetti protettivi cardiaci. Quando l’amigdala è troppo vigile e attenta, il sistema nervoso simpatico si attiva, facendo salire la pressione sanguigna, aumentando la frequenza cardiaca e innescando il rilascio di cellule infiammatorie. Se lo stress è cronico, il risultato è l’ipertensione, l’aumento dell’infiammazione e un rischio sostanziale di obesità, diabete e malattie cardiovascolari”.

Lo studio è limitato a causa dell’auto-segnalazione dell’assunzione di alcol, basata sul consumo medio di bevande a settimana. I dati provengono inoltre da un unico centro e ogni partecipante al sottostudio di imaging ha ricevuto una sola scansione cerebrale.

+info: www.jacc.org/doi/10.1016/j.jacc.2023.04.015

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3 Commenti

  1. Nel documento che avete linkato c’è anche scritto che:
    Given alcohol’s potential health detriments, new interventions with similar effects on SNA are needed.
    Ossia:
    Dati i potenziali rischi dell’alcol sulla salute sono necessari nuovi interventi per provocare effetti simili sullo SNA
    Quindi no, l’alcol non fa bene per problemi cardiovascolari, sono notizie mal riportate

    • Marco Redazione Reply

      Romano leggi bene il documento. Nella conclusione c’è scitto:
      “Il consumo leggero/moderato di alcol (ACl/m) si associa a un ridotto rischio di eventi avversi cardiovascolari maggiori (MACE), in parte, riducendo l’attività di una rete cerebrale correlata allo stress nota per la sua associazione con le malattie cardiovascolari. Dati i potenziali danni alla salute dell’alcol, sono necessari nuovi interventi con effetti simili sull’attività della rete neurale correlata allo stress (SNA)”.

      ACl/m associates with reduced MACE risk, in part, by lowering activity of a stress-related brain network known for its association with cardiovascular disease. Given alcohol’s potential health detriments, new interventions with similar effects on SNA are needed.

      C’è anche un paragrafo che si chiama Results dove sono riportati i risultati che mi sembrano abbastanza chiari. L’unica frase che hai estrapolato dal tutto il contesto che secondo me è poco chiara penso che intenda che dato i potenziali danni dell’alcol consiglia di investigare o provare altri metodi per ridurre l’attività della rete neuronale correlata allo stress lo stress.

  2. L’autorevole d.ssa Viola sostiene il contrario, motivo da alltarnnti studi scientifici . Come mai voi sostenitori del business alcolico non avete pubblicato anche quella versione?

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