In un contesto di prezzi del caffè in forte aumento nei supermercati statunitensi, i legislatori stanno pianificando di presentare una proposta di legge bipartisan per esentare il caffè dalle tariffe statunitensi recentemente imposte, ovvero le tasse pagate dagli importatori statunitensi.
Il Washington Post è stato il primo a riportare che i deputati Don Bacon (R-Neb.) e Ro Khanna (D-Calif.) intendono presentare una proposta di legge che esenti il caffè (compreso il caffè verde, il caffè tostato e i sottoprodotti del caffè come le bucce) da qualsiasi tariffa imposta dopo il 19 gennaio 2025. La decisione segue i recenti dati del Bureau of Labor Statistics, che mostrano come ad agosto i prezzi del caffè abbiano registrato l’aumento mensile più rapido dal 1997.
Mentre i prezzi del caffè sui mercati delle materie prime sono stati storicamente alti per la maggior parte dell’anno, gli analisti attribuiscono gli attuali prezzi al consumo più elevati alle tariffe del presidente Donald Trump, tra cui una tariffa del 50% pagata dagli importatori statunitensi sulle merci provenienti dal Brasile, il principale fornitore di caffè agli Stati Uniti.
«Le famiglie in tutta l’America stanno sentendo il peso dell’aumento dei prezzi del caffè, già cresciuti del 21%, e tassare un prodotto che non possiamo coltivare su larga scala commerciale non fa che peggiorare la situazione», ha dichiarato il deputato repubblicano Bacon. Secondo i dati del Bureau of Labor Statistics, ad agosto i prezzi del caffè tostato nei supermercati statunitensi sono aumentati del 20,9% rispetto all’anno precedente.
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La mossa segue una lettera di giugno del Congressional Coffee Caucus, un gruppo bipartisan, che esorta il rappresentante commerciale degli Stati Uniti a risparmiare il caffè dalle azioni tariffarie, sottolineando che non esiste un sostituto nazionale scalabile e che le tariffe rischiano di aggravare le pressioni sulla catena di approvvigionamento.
Fonte: dailycoffeenews.com/