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In Valtellina c’è fermento tra i piccoli produttori di Nebbiolo. Si sta assistendo negli ultimi anni a un ritorno alla vigna per molti versi positivo, che sta vedendo nascere vigneron sempre più apprezzati dagli appassionati. Tra gli emergenti c’è una cantina che si sta facendo notare in maniera particolare. Bastiàn Cuntràri, giovane realtà condotta da Michele Silvestri e Patrik Paruscio, con un nome che resta impresso e non si dimentica, nato quasi per gioco per descrivere la particolarità di coltivare Nebbiolo nei piccoli fazzoletti di terra detti terrazzamenti Valtellinesi sulla sponda retica, ma di vinificare nella cantina situata sulla sponda opposta orobica ad Albosaggia.

 

I ragazzi di Bastiàn Cuntràri hanno alzato l’asticella come si dice in questi casi, lanciando un vino recentemente chiamato l’Esperimento in collaborazione con Ferdy Wild, un agriturismo a Lenna in provincia di Bergamo molto conosciuto. Un vino con un naming che anche in questo caso rende bene l’idea della pionieristica vinificazione tramite fermentazione intracellulare ad acino intero, un approccio all’avanguardia e insolito per la Valtellina fuori dagli schemi. “Volevamo fare qualcosa di unico, per differenziarci e per fare qualcosa di più del solito compitino- racconta Michele Silvestri- tutto è nato da lontano, dopo il primo incontro da Ferdy Wild. Mi ricordo bene quel giorno, ognuno raccontava la sua idea e i suoi vini, da un lato eravamo soddisfatti perché i nostri vini erano piaciuti a Nicolò, il figlio di Ferdinando Quarteroni di Ferdy Wild, che segue la parte vini e si è innamorato del nostro progetto. Ma al tavolo quando chiesi un giudizio a un collega produttore, la sua risposta buono ma nulla di eccezionale mi spiazzò”.

Sulla strada del ritorno che dalla provincia bergamasca porta in Valtellina, Michele si sfoga al telefono con il socio Patrick, per trovare qualcosa che mancava. “Dovevamo cercare di concentrarci per fare un vino diverso, non un semplice Rosso o un Valtellina Superiore. Avevamo appena comprato un vigneto di 2.000 mt a 700 mt di altezza, volevamo fare qualcosa di particolare con un vino unico, valorizzando anche la nostra prima vigna di proprietà dando quindi peso al piccolo investimento”. A venire in soccorso ai ragazzi di Bastiàn Cuntràri un’annata buona come la 2021, con le uve vendemmiate il 28 ottobre in cassetta praticamente tre settimane in più del periodo classico, lasciando il grappolo sulla pianta per una raccolta tardiva dell’uva in cassetta portata in cantina manualmente con cura e dedizione.

I ragazzi di Bastiàn Cuntràri con Nicolò di Ferdy Wild

Qui entra in gioco anche la famiglia, con gli acini che sono stati staccati dal raspo uno a uno, un lavoro durato una settimana. Il processo di vinificazione è stato fatto in recipienti di acciaio praticamente in assenza di ossigeno, dove è avvenuta la fermentazione intracellulare. A fermentazione non ancora conclusa il cappello è stato torchiato, prima di essere schiacciato con i piedi. Il vino ha affinato successivamente per un anno in tonneaux esauriti, un processo che per esaltare le sue caratteristiche distintive. “A raccontarla ora sembra una passeggiata, ma era alto il rischio di pregiudicare tutto. Le parti più romantiche sono state quella della sgranatura a mano di ogni singolo acino, così come quella della torchiatura dove ci siamo aiutati con mani e piedi. Quando abbiamo messo i video sui social sono diventati virali, con tanti complimenti ma anche qualcuno che ci ha criticato per quello che stavamo facendo”.

Dopo che il vino ha fatto il suo affinamento, prima dell’uscita sul mercato la bocciatura da parte della commissione di Valore Italia per questo vino così particolare fuori dai canoni. “L’estratto secco di circa 19,1 g/lt non arrivava al limite previsto dalla Docg Valtellina Superiore, non abbiamo quindi potuto chiamarlo né Sassella e nemmeno con il toponimo della vigna. La bocciatura quindi non è arrivata per il fatto di non essere pronti per vini così, ma abbiamo dovuto rivedere i nostri piani e quindi invece che chiamarlo Crap del Corun, dal nome del sasso gigante sopra la nostra viga, l’abbiamo chiamato l’Esperimento visto che quando parlavamo del vino in corso d’opera dicevano il nostro esperimento e rientra nella categoria Igt Valtellina Alpi Retiche”.

Dietro un progetto così ambizioso c’è stato il sostegno di Ferdy Wild dall’inizio alla fine, in un rapporto di amicizia prima che di lavoro. “E’ stato un continuo assaggio seguendo il processo passo dopo passo, appena era stato messo in botte nel 2021, una cosa strana ma anche coraggiosa. Così è nata l’esclusiva di collaborazione, un prodotto non comprato finito ma Nicolò l’ha visto evolversi insieme a noi, ha mantenuto la parola e ha ritirato interamente questo lotto di 600 bottiglie che si può acquistare sia bevendolo nel suo agriturismo che nel suo shop. E’ un vino che sta piacendo molto, non dobbiamo essere noi a dire se sia buono o meno, quello che è certo che ci sarà il 2022 mentre invece le condizioni dell’annata 2023 non ci hanno consentito di farlo”.

INFO BastianCuntrari – L’esperimento 2021 – Shop – Ferdy Wild

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1 Commento

  1. Il sassella non arriva a 700 metri.
    Estratto secco 18 o 19,1?

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