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A Natale e Capodanno si brinda autoctono e sotto i 35 euro. Sulla scia del boom degli spumanti italiani – che tolgono fette di mercato allo champagne – crescono anche le bollicine marchigiane (+15% in quantità sul 2012, dati IMT), soprattutto quelle a base di Verdicchio, l’autoctono italiano più premiato dalle guide 2014 e in grande ascesa anche in versione sparkling. Merito dell’ottimo rapporto qualità-prezzo (democratico, dai 10 ai 35 euro), che quest’anno ha permesso agli spumanti made in Marche – dal Verdicchio alla Vernaccia di Serrapetrona, dal Bianchello al San Ginesio, ai Colli Maceratesi – di mettere a segno un fatturato complessivo (tra Doc, Docg, Igt e spumanti) di 36,2 milioni di euro a fronte di 14,5 milioni di bottiglie commercializzate.

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Ma anche della voglia di autoctono degli italiani, alla ricerca di un prodotto “di nicchia” che sia autentica espressione di un territorio e allo stesso tempo con punte di eccellenza. Non a caso il Verdicchio, bianco fermo più premiato dalle guide, è sempre più apprezzato anche come spumante, tanto da collocarsi tra le 5 “super bollicine” della classifica incrociata di Class sui vini top in Italia e nel mondo. “Saranno circa 7 milioni le bottiglie di spumante marchigiano stappate durante le feste – ha detto il direttore dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, Alberto Mazzoni – con il Verdicchio Spumante in testa, che quest’anno fa registrare 200mila bottiglie commercializzate per un fatturato di 1,2 milioni di euro”. Un risultato reso possibile da un numero crescente di produttori (ad oggi circa 30) che negli ultimi anni hanno intrapreso la strada della spumantizzazione, applicando il metodo Classico o quello Charmat e optando in alcuni casi per la via del biologico.

 Versatilità, costi contenuti, grande freschezza e una forte identità territoriale stanno dunque contribuendo alla notorietà di questo Spumante a tutto pasto che si accosta perfettamente sia a pesce e crostacei per il cenone di Natale e Capodanno, sia a sapori più decisi come tartufo, funghi e foie gras. Tra gli abbinamenti “stellati” da osare con le bollicine di Verdicchio c’è ad esempio il “pane alle nocciole, burro, alici e tartufo nero” di Mauro Uliassi, quello con “ricciola, viola, salsa di porro e basilico” di Moreno Cedroni. O ancora “Un francese nelle Marche”, il gioco di paté di Errico Recanati che spazia dal fegato grasso arrostito e farcito con stracciatella di Pian del Medico ai fegatini di selvaggina accompagnati da visciole, lonzino di fico, gocce di sapa e purea di cipolla di Suasa.

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 +info: Ufficio Stampa IMT – – www.imtdoc.it

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