Pinterest LinkedIn

© Riproduzione riservata

Benvenuti nella prima competizione 4.0, dove la qualità è alle stelle, lo svolgimento impeccabile e a giudicare è il gotha. Dimenticate infinite sessioni di tasting, dinamiche ogni tanto oscure, incoerenza o confusione: gli International Sugarcane Spirits Awards si candidano a diventare modello per l’industria del beverage e in generale per il panorama fieristico internazionale.

Ce lo racconta Cyrille Mald, scrittore specializzato in whiskey e distillati, columnist di prestigio per  riviste di settore. Su tutte, la Revue du Vin de France (RVF), autentica istituzione in Francia e Cina, attiva dal 1927: un curriculum mostruoso che tra i picchi vede la firma su Iconic Whisky, 447 pagine di Bibbia sull’argomento, tradotto in nove lingue e distribuito in 26 paesi, fortissimo in Italia grazie anche all’ottima presa che ha sui bartender. Una vita già passata come esperto e giudice internazionale per più di venti competizioni in ogni continente, dal whisky appunto fino al sake, passando ovviamente per il rum. Per gli IssA sarà Presidente di Giuria e CEO.

Cyrille Mald

L’idea degli International Sugarcane Spirits Awards fiorisce dopo una conversazione con amici e colleghi. “A Parigi c’è il Rhum Fest, del quale sono presidente da tre anni, a Londra  un evento simile. Perché allora non creare un ulteriore appuntamento che fondesse tra loro i due e raggiungesse vette e visioni nuove? Non solo una semplice competizione, piuttosto una fiera completa per il consumatore finale. Sarà la guida agli acquisti più accurata del mondo”.

La struttura degli IssA sarà infatti multistrato, in un certo senso quasi avanguardistica. Prima di tutto, in quanto Awards, si terrà una competizione tra brand, che proporranno i propri prodotti alla giuria: 35 giudici da tutto il mondo, Marco Graziano e Leonardo Pintoper l’Italia, con il dichiarato obiettivo di coinvolgere il maggior numero di donne nel panel, perché “sono le protagoniste del futuro, insieme ai giovani”. Come la mettiamo con il COVID-19? “È proprio grazie a questa situazione così innaturale che abbiam ocreato una novità assoluta: manderemo ai giudici i campioni da degustare in blind tasting. È un concetto semplice ma nuovissimo per il settore, mai sperimentato prima. Ciascun giudice avrà una carta elettronica attraverso la quale fornire le proprie valutazioni, e ciascuna carta sarà collegata al sito centrale”.

Non ci sarà quindi il peso di estenuanti giornate di degustazione da quasi cento campioni al giorno, piuttosto un intero mese da dedicare all’accurato approfondimento di circa 150 proposte, nella comodità di casa propria. Non si tratterà inoltre di provvedere a un mero punteggio: i giudici dovranno descrivere anche aromi, sentori, il finale, tutte caratteristiche da selezionare nella sterminata biblioteca di definizioni fornita da IssA.

Uno dei focus principali riguarderà il consumatore finale. “Siamo giudici, certo, ma soprattutto divulgatori. Lo scopo della competizione è quello di descrivere al meglio ogni prodotto: siamo riusciti a creare un processo visuale, ogni rum viene descritto e analizzato. È utile per chiunque, dai professionisti del settore agli appassionati che non hanno idea. Abbiamo inventato una tecnologia con cui ogni valutazione viene tradotta in immagine e crea dati di valore”. Parola d’ordine, in ogni caso: trasparenza: “Ogni prodotto arriverà in un nostro laboratorio indipendente e certificato,  sarà analizzato e controllato, permettendo un’analisi oggettiva e scientifica”.

Giugno e luglio saranno dedicati quindi alla raccolta dei partecipanti, che avranno tempo fino a Ferragosto per consegnare il proprio materiale. Il primo settembre avrà il via la delicatissima fase di lavoro per i giudici, che avranno un mese di tempo per sottoporre al cervellone centrale le proprie valutazioni. Da ottobre a novembre si provvederà a nominare i migliori partecipanti: al Paris Rhum Fest verranno dichiarati i migliori dieci finalisti per ciascuna delle 22 categorie. A Londra, poi, allo UK Rum Fest, verrano svelati i rispettivi vincitori di categoria. E di nuovo a Parigi, a fine anno, sarà incoronato il Canne d’Or, il miglior prodotto da canna da zucchero dell’anno. Non è mai esistito un appuntamento del genere.

© Riproduzione riservata

Tu cosa ne pensi? Scrivi un commento (0)

Resta sempre aggiornato! Iscriviti alla Newsletter

Scrivi un commento

cinque × cinque =

Per continuare disattiva l'AD Block

La pubblicità è fondamentale per il nostro sostentamento e ci permette di mantenere gratuiti i contenuti del nostro sito.
Se hai disattivato l'AD Block e vedi ancora questo messaggio ricarica la pagina