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È un mercato particolare, quello del caffè, in cui la produzione è ogni anno soggetta a variabili che la influenzano anche profondamente. Dal riscaldamento globale, che ha portato a un innalzamento dell’altitudine di coltivazione ai rivolgimenti geopolitici nei Paesi produttori, dalle malattie, ruggine in primis, alla siccità, che in tempi recenti hanno colpito grandi produttori come il Brasile.

È un mercato in espansione che vede i consumi aumentare in tutto il mondo, anche negli stessi Paesi produttori che fino a poco tempo fa esportavano ma non consumavano. Per capire il paradosso del caffè basta guardare i numeri della produzione di caffè verde: nel 2015/2016 è stata di 152 milioni di sacchi (un sacco contiene 60 chili di caffè), a fronte di un consumo mondiale di 156 milioni di sacchi. Superiore dunque alla produzione, con conseguente erosione delle riserve.

I maggiori consumatori mondiali sono l’Unione europea (42,9 milioni di sacchi, +1,0% dati ICO), Stati Uniti (25,3 milioni di sacchi, +2,9%), Giappone (7,8 milioni di sacchi, + 1,9%), Russia (4,3 milioni di sacchi, +6,9%) e Canada (3,5 milioni di sacchi ,+0,2%).
Quest’anno ci si aspetta una buona produzione dai tre Paesi principali produttori, Brasile, che è tornato ai livelli del 2013 superandoli dopo due anni di crisi a causa di siccità e malattie, Vietnam e Colombia.

Particolare il caso dell’Italia, mercato maturo e stabile dove già il caffè è consumato da 97 italiani su 100, con 6 miliardi le tazzine di espresso vendute in un anno. Nel nostro Paese operano oltre 700 torrefazioni con circa 7.000 addetti, che complessivamente nel 2015 hanno fatturato 3,3 miliardi di euro di cui 1,2 miliardi (+11%) di euro destinati all’esportazione. Sostanzialmente stabili sia il volume delle importazioni di caffè verde, pari a 8,8 milioni sacchi (0,2% sull’anno precedente) sia il volume di caffè verde trasformato dalle aziende a 8,7 milioni di sacchi (+0,18% rispetto al 2014, dati Istat).

Le esportazioni di caffè torrefatto hanno superato i 3,4 milioni di sacchi equivalente verde, con un aumento del 6% rispetto al 2014 e si concentrano verso i Paesi comunitari (che assorbono oltre il 60%), Francia, Germania e Austria in primis. Tra i Paesi extra UE spiccano Svizzera, Usa, Australia, Russia e Canada, mentre si registrano aumenti delle esportazioni verso Europa orientale,  Cina, Corea del Sud e Israele. Secondo CIC, l’Italia è il terzo più grande Paese al mondo per l’importazione di caffè verde (dietro a USA e Germania) e rappresenta il quarto Paese al mondo (dopo la Germania, il Belgio e gli USA) per i volumi di esportazione di caffè in tutte le sue forme.

Quanto ai consumi annuali pro capite nel 2015 si sono assestati a 5,65 chili, in calo (-3,8%) rispetto al 2014. Le vendite di caffè a valore nella grande distribuzione sono in crescita per le capsule (+21,3%), stabili per il caffè macinato moka e in calo per il caffè macinato espresso (-2,8%), per le cialde (-5,8%), come per il caffè in grani (-1,3%) e il caffè solubile (-3,5%).

Fonte host.fieramilano.it/il-paradosso-globale-del-caff%C3%A8-con-la-domanda-che-supera-lofferta

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